Jujutsu Kaisen, battle shonen di Gege Akutami serializzato sulle pagine di Shonen Jump dal 2018, è entrato ufficialmente nella sua ultima fase.
Alla fine del lunghissimo arco dedicato al cosiddetto Culling Game, nel quale si sta giocando il futuro della razza umana, nel capitolo 235 si è apparentemente concluso lo scontro fra un redivivo Satoru Gojo e Ryomen Sukuna. Grazie a uno stratagemma introdotto nei primi capitoli del manga il cosiddetto Re delle Maledizioni era riuscito, nel capitolo 212 di Jujutsu Kaisen, a impossessarsi del corpo di Megumi Fushiguro, l’erede del Clan Zen’in.
Rivediamo rapidamente le fasi principali del combattimento fra i due potentissimi Stregoni, forse il match più atteso dell’opera, e analizziamone pregi e difetti.
Lo scontro al vertice di Jujutsu Kaisen
Satoru Gojo, il personaggio più amato dell’opera di Gege Akutami e anche il più potente, è stato intrappolato nel Reame Prigione nel corso dell’arco narrativo dell’Incidente di Shibuya come ultima fase del complesso piano orchestrato da Pseudo-Geto, alias Kenjaku. La liberazione dello Stregone è avvenuta solo nel capitolo 221, grazie al potere di Hana Kurusu, dopo più di tre anni di serializzazione nel corso dei quali il Maestro Stregone è stato tenuto al di fuori della trama.
Come sappiamo, tecnicamente il Culling Game è ancora in corso, anche perché Kenjaku è riuscito a circoscriverlo introducendo due nuove regole: ora nessun nuovo giocatore si può aggiungere al Gioco di Sterminio, e quest’ultimo si concluderà soltanto quando sarà morto ogni partecipante attuale tranne lui stesso e Sukuna. Vitale è dunque, per ogni personaggio in campo, sconfiggere gli altri in modo da poter procedere verso la fase successiva della storia.
È a questo punto che il redivivo Gojo sceglie di prendersi carico della lotta con Sukuna, dopo avergli proposto di posporla al 24 dicembre (giorno della morte del vero Suguru Geto, evento narrato in Jujutsu Kaisen 0).
Sukuna ha il pieno controllo del corpo di Megumi grazie al sacrificio di Tsumiki e al Bagno Maledetto preparato da Uraume. Il combattimento fra i due Stregoni più potenti di sempre comincia nel capitolo 223, dopo che Gojo ha ucciso i membri delle cosiddette “Alte Sfere” che lo avevano condannato a morte come traditore. Satoru si pone subito in una posizione dominante affermando che lo sfidante, nel loro scontro, sia Sukuna e accusandolo di aver “indossato” il corpo di Megumi per fare in modo che lui si trattenga nella lotta.
Il Re di Maledizioni, abituato a essere temuto e omaggiato, ride per la strafottenza del suo avversario, consapevole che lo attenda un match divertente. Ad osservare il tutto tramite schermi televisivi, il protagonista Yuji Itadori e molti personaggi di supporto fra cui l’Avvocato Hiromi Higuruma, Yuta Okkotsu, Panda, Choso, Maki Zen’in e altri.
Dopo i primi colpi è subito evidente che ci troviamo di fronte a due mostri. Mentre l’Inviolabilità di Gojo viene neutralizzata dall’Espansione del Dominio di Sukuna, il quartiere di Shinjuku viene quasi raso al suolo (non è la prima volta in Jujutsu Kaisen che un quartiere di Tokyo viene quasi distrutto). Sukuna distrugge anche l’Espansione del Dominio del suo avversario, ferendolo alla gola. Gojo si cura subito con la l’Inversione della Tecnica.
Grazie ai commenti degli spettatori, i lettori riescono a comprendere alla perfezione i vari passaggi: nel capitolo 226, un Gojo apparentemente in difficoltà riesce a utilizzare l’Inversione della Tecnica per ripristinare la propria Tecnica Maledetta Red per infliggere un duro colpo a Sukuna. Le loro Espansioni del Dominio vengono distrutte simultaneamente nel 228, ma Sukuna riesce a evocare due potenti Shikigami: Mahoraga e Agito, quest’ultimo risultante dalla fusione di diversi Shikigami precedentemente utilizzati da Megumi.
Mentre Agito resta in campo davvero per poco, il Divino Generale Mahoraga si dimostra subito un avversario degno di nota grazie alla propria capacità di adattarsi a tutte le Tecniche Maledette.
Oltre alla loro forza fisica, ciò che rende appassionante lo scontro fra i due avversari è sicuramente il loro genio strategico, che rende le loro mosse difficilmente prevedibili: in questo modo Gojo riesce contro ogni aspettativa a generare un Lampo Viola che nel capitolo 235 elimina Mahoraga e lascia Sukuna gravemente ferito. Gli spettatori sanciscono dunque la vittoria di Gojo, data l’impossibilità di Sukuna a proseguire lo scontro. Ma sarà davvero così?
Pregi e difetti di un grande scontro
Prescindendo dal tratto del disegnatore di Jujutsu Kaisen, Gege Akutami, che si è fatto sempre più affascinante di volume in volume, la regia delle tavole è molto interessante, ricca di inquadrature cinematografiche, sghembe, non banali. I colpi sono spettacolari e la distruzione che i due avversari generano nel loro reciproco assalto dà davvero l’impressione di trovarsi di fronte a un evento apocalittico.
L’espediente degli spettatori a distanza, che con i loro commenti permettono a noi lettori di comprendere ogni dettaglio del combattimento, è pienamente funzionale, non solo perché ci aiuta a seguire ogni fase dello scontro ma anche perché diluisce le fasi più concitate imprimendo un ritmo migliore agli avvenimenti.
Sebbene il match nel proprio fluire risulti appassionante, segnando peraltro il ritorno in campo di quello che è evidentemente il personaggio prediletto del fandom, forse manca di peso emotivo.
Sappiamo che Satoru Gojo è un lottatore spietato: tuttavia, ci si poteva attendere un minimo di emotività nel dover combattere con Fushiguro, che di fatto è per lui una sorta di figlio adottivo, nonostante il suo corpo sia controllato da Sukuna; invece, a parte un breve attimo in cui sembra esaltarsi di fronte alla possibilità della sconfitta, Gojo non mostra alcuna emozione per tutta la durata dello scontro.
Altra piccola criticità la si può ritrovare nelle Tecniche: la maggior parte degli attacchi utilizzati sinora sono stati già mostrati in vari momenti del manga. Se questo, per quanto riguarda Gojo, potevamo in qualche modo aspettarcelo, appare sorprendente dal punto di vista di Sukuna, la cui strategia di lotta consiste nell’utilizzo dei poteri rubati a Fushiguro (nota di demerito aver mostrato così, di sfuggita e in combinazione con altri, il decimo Shikigami di Megumi il cui reveal era atteso da anni) con l’Espansione del Dominio e la Tecnica Maledetta già visti in precedenza.
L’elemento di maggiore interesse, infatti, risiede nella strategia con cui i suddetti attacchi vengono portati e anche combinati. Ottima invece la maniera in cui Gojo riesce a generare il Lampo Viola, facendo confliggere Blu e Rosso potenziati da un incantesimo.
Ora che lo scontro pare terminato, viene spontaneo chiedersi: e quindi? A cosa ci porterà tutto questo? Non dobbiamo dimenticare che Gojo è stato esplicitamente portato fuori dalla narrazione perché troppo forte: cosa impedirebbe a lui di eliminare anche Kenjaku, mettendo fine da solo a entrambe le minacce del mondo di Jujutsu Kaisen?
Dobbiamo attenderci a questo punto che Sukuna tiri fuori un asso nella manica all’improvviso, come ventilato qualche capitolo fa? Non ci resta altro che continuare a leggere, sperando in un guizzo finale in questo combattimento certamente bello, ma meno emotivamente appagante di quanto avrebbe potuto essere. Tutte queste considerazioni ci hanno condotto al vero snodo cruciale di questa parte della storia: il “problema del Maestro”.
Il problema del Maestro
Il Maestro, il sensei del protagonista, è figura quasi archetipica nel battle shonen, nata direttamente dalla figura stereotipica dell’Aiutante nello schema descritto dall’antropologo russo Vladimir Propp nel suo Morfologia della fiaba, che ritroviamo in moltissime narrazioni popolari o persino mitologiche.
Se vogliamo rimanere nell’ambito dello shonen, esemplare in questo senso è il ruolo del Maestro Muten, la cui parabola si conclude prima durante il 22° Torneo Tenkaichi in cui dismette di fatto i panni di insegnante riconoscendo la superiorità dei giovani rispetto a lui, e definitivamente durante la lotta contro il Grande Mago Piccolo in cui muore in seguito all’utilizzo della tecnica Mafuba.
Riconoscimento della superiorità degli allievi e sacrificio per permettere a una nuova generazione di andare avanti sono i due tropi fondamentali della figura del sensei: oggi Muten sopravvive basicamente come mascotte, assumendo nell’immaginario dragonballiano un ruolo analogo a quello di Zia May nell’universo di Spider-man (preferisco dimenticare il suo utilizzo narrativo in Dragon Ball Super).
Pensando invece a Naruto, nel quale la figura del Maestro è stata incarnata soprattutto da Jiraya e Kakashi, è facile vedere come Kishimoto abbia orchestrato gli eventi per fare in modo che uno morisse impartendo un ultimo insegnamento postumo e l’altro venisse tirato fuori dalla storia dopo il conflitto morale rappresentato dal ritorno di Tobi.
Passando invece a Hunter x Hunter, le caratteristiche del Sensei sono incorporate specialmente in Kaito, insegnante soprattutto di morale, che con la sua morte contro Neferpitou contribuisce a generare in Gon un nuovo senso di responsabilità nei confronti del proprio potere e del proprio ruolo nell’equilibrio del mondo.
Al momento Jujutsu Kaisen si trova sospeso in un limbo nel quale il Maestro è vittorioso evitando di fatto al proprio allievo di sostenere la prova emotiva di combattere il proprio migliore amico. Due eventi sono possibili: o la vittoria di Gojo viene certificata e Sukuna esorcizzato, oppure Sukuna ha davvero un piano B e Gojo è destinato a morire. Ma poi chi potrà occuparsi del Re delle Maledizioni, visto che il manga stesso ci ricorda da diversi capitoli a questa parte che soltanto Gojo ha il potere di sconfiggerlo?
Se supponiamo, come è logico, che lo scontro finale di Yuji sarà con il proprio genitore Kenjaku, possiamo anche accettare che sia Gojo a trionfare sul co-villain di Jujutsu Kaisen.
Tuttavia, la funzione vicaria di Gojo risolve il problema solo dal punto di vista tecnico (Sukuna è troppo forte per lo Yuji attuale) e non da quello della crescita personale del suo allievo, che rimane bloccata fino al tanto sospirato incontro con Kenjaku. Un modo rapido di disfarsi di un elemento di trama (il complotto di Sukuna, presentato fin dall’inizio di Jujutsu Kaisen) che ormai è quasi minoritario rispetto al folle e apocalittico piano del cosiddetto Pseudo-Geto.
Gojo dovrà farsi nuovamente da parte per fare sì che questi eventi si verifichino: sarà un allontanamento volontario? E Akutami come riuscirà a giustificarlo dal punto di vista narrativo? Possiamo solo attendere fiduciosi.