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Hyrule Warriors: L’era della calamità, la recensione: BOTW ha fatto scuola

Hyrule Warrios: L’era della calamità aka “come far amare i musou ai detrattori del genere”

Hyrule Warriors: L’era della calamità è arrivato sugli scaffali, è contemporaneamente sequel e prequel di quel capolavoro che fu The Legend Of Zelda Breath of The Wild si districa tra gameplay Hack and Slash classico e eserciti di nemici mastodontici come ogni musou che si rispetti, ma anche una trama avincente che lascia spazio al sequel di BOTW. Seguiteci in questa recensione per scoprire a fondo tutte le caratteristiche dell’ultima avventura di Link e Zelda.

Musou, ma non troppo

Affrontiamo prima di tutto l’elefante nella stanza: Si, Hyrule Warriors L’era della Calamità è un Musou, così come fu il primo Hyrule Warriors e Fire Emblem Warriors all’epoca del boom di Omega Force sulla neonata Nintendo Switch. Questa volta però, Nintendo ha dimostrato particolare cura sul progetto, e ha imparato dagli errori del gioco precedente, donando a questo Age of Calamity una personalità tutta sua.

Gli unici elementi di gameplay che si accomunano con i classici Omega Force (Orochi e Dinasty Warriors) sono le combo da eseguire, che permetteranno di infliggere ingenti danni ai nemici, le mosse speciali (in altri lidi chiamate Attacchi Musou) e le quantità di nemici davvero impotanti, caratteristiche chiave del tipo di gioco.

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Fortunatamente Hyrule Warriors riesce a distinguersi dalla massa di Musou sia grazie alla Trama, che Prima di tutto non è fine a se stessa (come nel precedente capitolo), anzi si va a collegare direttamente a Breath of The Wild e molto probabilmente fungerà da prequel per ciò che sarà BOTW 2, dato che molti elementi finiranno per intecciarsi, che per un gameplay migliorato, in modo da risultare meno macchinoso dei classici del genere; avvicinandosi al feeling dei combattimenti di BOTW, con schivate, parate, contrattacchi e utilizzo delle abilità tavoletta sheika.

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Un’altra componente molto importante per Hyrule Warriors L’era della calamità è la componente GDR, dato che avremo la possibilità di scegliere le armi e l’equipaggiamento per link, e cucinare varie ricette (a patto che abbiate abbastanza ingredienti) che sortiranno molteplici effetti durante le battaglie, in modo da facilitare la nostra avventura. Nel gioco inoltre è presente una modalità multiplayer Split-Screen in cui giocare assieme ad un amico sulla stessa TV o Console, ed una quantità esagerata di missioni secondarie, i cui obiettivi vanno dal semplice “uccidi 500 nemici” anche a bossfight impegnative o corse contro il tempo.

La trama è…sequel? prequel?

Beh, ufficialmente la trama di Hyrule Warriors L’era della calamità non è canonica (per ora) ma l’unica cosa che possiamo dirvi è: È davvero avvincente. Senza entrare troppo nel dettaglio, la storia comincia con un piccolo guardiano che viene spedito indietro nel tempo per avvisare Zelda del pericolo incombente, ma assieme a lui viene liberata nel mondo di Hyrule la forma Rancore della Calamità Ganon che causerà scompiglio nella terra di Hyrule.

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Divisa in 7 Capitoli e dalla durata di una ventina di ore, la trama è ben strutturata e si collega a Breath of the Wild in modo intelligente, lasciando però fantasticare l’utente sul fatto che il prossimo titolo della serie principale potrebbe attingere a piene mani da questo spin-off, tanto che online cominciano a spuntare molte teorie su come uno degli antagonisti principali del gioco sia la mummia che vediamo nel trailer qui sotto, e non Ganondorf come si è sempre pensato.

Noi personalmente abbiamo completato il gioco in poco più di 30 ore, dato che per forza di cose bisogna completare almeno qualche quest secondaria per essere abbastanza potenti. Certo, potrete Rushare la main-quest, ma buona fortuna a sconfiggere quei dannati Lynel Bianchi senza un equipaggiamento adatto.

E a proposito di Equipaggiamento…

L’equipaggiamento è gestito un po’ maluccio in Hyrule Warriors: L’era della calamità, dato che alla fine della fiera, nonostante le varietà di armi disponibili per i vari personaggi, l’unico davvero affetto dalla scelta dell’arma è Link, che cambierà stile di combattimento in base alla spada o alla lancia che gli forniremo. Tutti gli altri personaggi hanno dei cambiamenti solo teorici (attacco, effetti…) e non c’è motivo per cui scegliere un’arma piuttosto che un’altra, una volta evoluta quella di base. C’è da dire inoltre che una volta Sbloccata la Master Sword, lo stesso discorso varrà anche per il nostro giovane Hylia.

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I personaggi fortunatamente però hanno tutti stili molto diversi, anche chi utilizza magari le stesse armi, ad Esempio Sidon e Mipha usano la lancia, ma il loro moveset è completamente diverso. Questa è una caratteristica divertente ereditata dai titoli Warriors, e ci fa piacere vedere una caratterizzazione dei personaggi così ben fatta in un musou, anche se non sarebbe potuto essere diversamente, dato l’ottimo lavoro compiuto con BOTW.

Inoltre vi consigliamo di giocare la Demo e di utilizzare gli amiibo che avete in casa, dato che vi permetteranno di sbloccare oggetti aggiuntivi da usare per cucinare o addirittura armi strane e particolari come La spada di legno con una possibilità di parata automatica che si ottiene se avete un salvataggio di The Legend Of Zelda Breath of the wild nella vostra console.

Il comparto artistico di Hyrule Warriors: L’era della calamità

A contrario di quanto possiate leggere in rete, per noi Hyrule Warriors: L’era della calamità ha sempre mantenuto un frame rate stabile e godibile quando la console era collegata alla Dock, subendo invece alcuni rallentamenti nelle fasi più concitate nella modalità portatile. Piccolezze, ma che vanno comunque segnalate per un gioco di questo calibro, che entra di diritto nella categoria dei Tripla-A.

La grafica invece ha un colpo d’occhio fantastico, avrete la sensazione di star giocando a Breath of The wild in ogni punto del gioco…tranne in uno, di cui parleremo tra un attimo, dopo le immagini di confronto tra Breath of the wild eHyrule Warriors: L’era della calamità.

Come potete vedere, al di fuori del sacrario della rinascita si assiste ad uno scenario senza occlusione ambientale e con gli elementi sulla distanza davvero poveri di dettagli. In questo punto del gioco ci siamo davvero chiesti se per tutto a la durata del gioco avessimo avuto il prosciutto sugli occhi, o se avessero tralasciato i dettagli, dato che nelle circostanze di quella missione non si dovrebbe avere il tempo di starsene lì ad ammirare il panorama. La risposta è che sulle lunghe distanze si nota sempre un pò di mancanza di dettaglio, ma nulla di grave.

Diamo però a Cesare quel che è di Cesare e prendiamo atto che il gioco cerca di renderizzare centinaia di nemici contemporaneamente, e sicuramente Nintendo e Omega Force sono dovuti scendere a compromessi per evitare prestazioni non idonee.

Hyrule Warriors: L'era della calamità

Alla fine, Ne vale la pena?

Assolutamente si! Hyrule Warriors: L’era della calamità è un titolo che ha molto da offrire ed è pienamente godibile sia dagli amanti dei musou, che dai loro detrattori. Sia dagli amanti di zelda, che dai giocatori più casual che stanno cercando un action frenetico che li possa intrattenere.

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Hyrule Warriors: L’era della calamità vuole essere tutto e ci riesce quasi alla perfezione, con giusto qualche mancanza dal lato tecnico, imposta però da una console che non è di certo la più potente sul mercato. La trama è avvincente, sia i protagonisti che gli antagonisti sono ben scritti e c’è anche qualche inaspettato colpo di scena che da frizzantezza all’avventura, la quale difficilmente vi annoierà, anzi vi spingerà a completare le quest al 100% per scoprire tutti i personaggi segreti e le combo da sbloccare. Hyrule Warriors: L’era della calamità vale assolutamente la pena di essere giocato, anche perchè abbiamo il vago presentimento che nintendo non lascerà andare nel dimenticatoio le vicende trattate, trattando il gioco come se fosse un “The Legend Of Zelda 1.8 Final-Mix

Voto: 9

 

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Rino Lazzizzera

Rino Lazzizzera

Nato (quasi) con la prima xbox in mano. il mio primo videogame è stato The Getaway per PS2 ed è stato letteralmente amore a prima vista (mai vista una alfa romeo in un videogioco prima di allora). Appassionato di videogiochi ma anche di Informatica, Tecnologia e Meccanica. Mi trovate praticamente ovunque e su qualunque piattaforma con il nick "Nevarnost"

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