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Mortal Kombat 1 recensione: katastrofe mancata

La nuova generazione dei picchiaduro è già iniziata, e all’appello non poteva certo mancare il mostro sacro e kattivissmo di Ed Boon. L’ultima creatura di NetherRealm Studios si chiama Mortal Kombat 1, un gioco a cui viene affidato il difficile compito di proseguire la serie più proficua nella storia dei picchiaduro senza cadere nella trappola della non-innovazione. La missione non era facile, ma senza dubbio si poteva fare di meglio.

Il gore senza restrizioni che è sempre stato sinonimo con la serie è ovviamente presente, e chi conosce le parole “finish him” si troverà senza dubbio a suo agio con i filmati ultraviolenti e le chiazze di sangue che dipingono gli scenari a mano a mano che i combattimenti infuriano. Sotto l’aspetto della fidelità visiva Mortal Kombat 1 non delude (specialmente negli scenari, che sono tra i più impressionanti mai visti in un picchiaduro) ma purtroppo la grafika non basta, specialmente quando le parti migliori sono dei filmati pre-renderizzati che staccano nettamente i loro colleghi in-engine.

Mortal Kombat 1 logo Liu Kang

Storia

Parte dell’enorme successo di questa serie si deve al contenuto singleplayer tradizionalmente molto abbondante, che è sempre stato un vanto di NetherRealm Studios; Mortal Kombat 1 non fa eccezione, ma in fatto di qualità siamo lontani dai picchi dei klassici che negli anni hanno impostato un’asticella forse troppo alta per le ambizioni di quest’ultimo titolo.

Cinemarcio

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Una delle poche scene genuinamente divertenti di tutto il film.

Non faremo spoiler. La modalità storia consiste in 6-8 ore di combattimenti interrotti da una delle trame cinematografiche più insulse mai abbattutesi sul mondo videoludico. La fotografia è eccezionale, molte scene godono di un fotorealismo da urlo nonché di una composizione chiaramente curata da professionisti — ma tutto ciò si pone in netto contrasto con quello che ci viene raccontato, cioè un ormai stanchissimo cliché sul Multiverso che sembra ispirarsi a una compilation dei peggiori momenti Marvel.

Tra scontri di raggi magici sul MacGuffin di turno, one-liner che non fanno ridere, artefatti presi dalla storia del franchise solo per scatenare una reazione di momentaneo stupore e allungare un po’ il brodo (un bel dito medio alla pistola di Čechov), personaggi che all’improvviso escono dalla scacchiera tornando solo per comparire nella “foto di gruppo” finale, e soprattutto un torneo — il Mortal Kombat — ridotto a una mera formalità sbrigata in fretta e furia nel giardino sul retro (non stiamo esagerando), per questi e altri motivi si ha l’impressione di una storia buttata là, scritta in premura, con una trama che invece di svilupparsi naturalmente viene piegata e storpiata secondo necessità.

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Signora scusi, non ho capito il sottotitolo…

La parte peggiore è che il primo atto prometteva molto bene, ma più si prosegue e più quella promessa di grandezza scade nel becero e nel sensazionalismo svuotato di ogni tensione o senso di progressione.

Invasioni (del sempre online)

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Johnny, la tua villa è piena di ballerini.

Una volta completata la storia cinematografica, è Mortal Kombat 1 stesso ad avvisarci che i contenuti non si fermano, introducendoci alla modalità Invasioni, una sorta di erede spirituale di Krypta, Konquista, e Torri del Tempo. Si tratta di un light-RPG in cui ci si muove su un tabellone, affrontando un combattimento su ogni diversa cella della plancia. Lungo il percorso si possono trovare bivi, percorsi opzionali, negozi di consumabili, piccole torri da scalare, imboscate, e minigiochi “Test your Might”.

Invasioni ha tutti gli elementi per una modalità solida, ma pad alla mano l’esperienza risulta ripetitiva e poco ispirata. Agli incontri manca un senso di coesione che li tenga assieme, e le varianti che possono modificare i combattimenti non bastano a rendere divertenti le ore di grind necessarie a finire le mappe e imparare quali elementi siano efficaci contro gli altri (nemmeno fossimo in Pokemon). Sempre stilando la lista dei lati negativi occorre menzionare la necessità di rimanere sempre connessi alla rete, nonostante i contenuti siano esclusivamente per giocatore singolo.

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Ecco i vari elementi su cui si basa la modalità Invasioni; ah, i bei tempi del grind su Warframe…

Di buono c’è il sistema di progressione, che ci consente di sbloccare cosmetici semplicemente usando i personaggi e Kameo che preferiamo, lasciando perdere l’idiozia che erano le Torri del Tempo con ricompense a rotazione. Inoltre le invasioni arrivano con la promessa di contenuti aggiuntivi: all’inizio delle stagioni competitive verranno introdotti nuovi tabelloni che potenzialmente offriranno contenuti freschi di cui usufruire per anni a venire, sempre che il supporto, questa volta, sia davvero longevo.

Mortal Kombat 1 messaggio di errore per connessione persa invasioni
Ma perché?

La terza alternativa singleplayer sono le Torri, una modalità con pochi pregi e pochi difetti, standard al punto da non meritare una sezione a parte: se cercate la serie di scontri contro la CPU per sbloccare gli slideshow finali o testare la vostra pazienza, eccovi serviti.

Gameplay

Il gameplay di Mortal Kombat 1 è il suo punto di salvezza, un pilastro che riesce a tenere in piedi una Barakka altrimenti piuttosto deludente. Tornare su un gioco di NetherRealm Studios dopo tanto tempo richiede un periodo di aggiustamento, specie per il sistema di combo telefonate e il bottone dedicato alla parata — meccaniche generalmente non presenti nella valanga di picchiaduro moderni, specie nel panorama indie che ultimamente sta fiorendo come non mai.

Kontrolli

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Wa-Tah!

Per chi non fosse familiare con la serie, il sistema di comandi può essere paragonato al puppet system di Tekken o anche Assassin’s Creed, in cui ogni bottone è associato ad una specifica parte del corpo. Ci sono quattro attacchi principali, uno per ogni arto, ma questi bottoni possono trasformarsi in mosse completamente diverse se si immette un comando di movimento (per esempio, triangolo/Y/3 è un semplice pugno dritto, ma si premiamo triangolo assieme a giù, ecco che si ottiene un montante in grado di lanciare in aria il nemico).

Piccole scocciature derivano dalla posizione predefinita del tasto di blocco (che serve anche per potenziare le mosse speciali), assegnato al grilletto destro, cioè uno dei tasti meno affidabili in quanto a tempismo di pressione. Un problema ancor più grande riguarda i Talismani della modalità Invasioni: si tratta di poteri aggiuntivi consumabili, che sono imputati allo stick destro del controller, senza possibilità di assegnazione alternativa. Questo significa che chi usa un arcade stick, una hitbox, o altri controller specializzati deve sperare di avere accesso rapido ai bottoni opzionali, il che spesso non corrisponde a realtà.

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Hai sbagliato tu a lasciarmi caricare tutte quelle sfere elettriche.

Maggiori scocciature sono invece dovute a terribili bug, alcuni dei quali sono stati confermati essere delle “feature” dal team di sviluppo ufficiale di Mortal Kombat 1. Ad esempio, premere due volte triangolo e usare poi una mossa speciale con quadrato risulta nella mossa speciale con triangolo, un’interpretazione assurda degli input che gli sviluppatori hanno confermato essere voluta — il motivo dietro questa scelta di design è un vero mistero.

Un altro problema che deve essere aggiustato al più presto riguarda il cross-up durante i juggle, che inspiegabilmente fa camminare il nostro personaggio nella direzione opposta rispetto a quella che stiamo premendo. Oppure, se preferite, assist e attacco che si cancellano a vicenda se premuti assieme, talvonta impedendo anche di usare le mosse speciali all’interno delle combo; di bug che rovinano il gioco ce ne sono in abbondanza, e questi sono solo quelli che abbiamo trovato.

Le nuove meccaniche

Alle classiche parata e parata bassa è stata aggiunta la parata alta, che consente di punire duramente un avversario se riusciamo a intuire che attaccherà dall’alto. Ma l’innovazione più emozionante di Mortal Kombat 1 è senza dubbio il sistema di assist, che nella serie si chiamano Kameo.

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Chi ha bisogno delle arti marziali?

Chiamando il Kameo vedremo entrare sullo schermo un personaggio secondario, scelto da noi a inizio partita, che lancerà un certo attacco contro l’avversario per poi sparire di nuovo. Esistono vari tipi di attacco, ognuno con proprietà e tempismi differenti; scegliere l’assist (e quindi il set di attacchi) più adatto al nostro stile di gioco sarà fondamentale per divertirsi su Mortal Kombat 1.

I Kameo aggiungono opzioni che i personaggi “base” potrebbero non avere, per esempio possono dotare Barakka di un attacco dall’alto molto veloce, o possono aiutare Johnny Cage ad estendere le sue combo aeree intervenendo durante il juggle.

Animazioni lente (davvero)

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Dai Geras, piantala di rallentare il tempo…

Purtroppo se non siete mai stati fan delle animazioni di NetherRealm, non sarà certo Mortal Kombat 1 a farvi cambiare idea. L’impegno continuato della serie nel rifiutarsi di piegare le schiene dei propri personaggi risulta in animazioni rigide, legnose, che non riescono a vendere in maniera convincente i giganteschi impatti rompiossa e spaccasoffitti così ben rappresentati dagli effetti sonori. Il pungo più innocuo e corto è capace di sparare il nemico a metri di distanza, restituendo una sensazione che inizialmente provoca sgomento. Sicuramente non è per tutti i gusti.

Il ritmo del gioco sembra molto più lento rispetto a MKX o MK11, sia nel neutral che durante le stringhe; si arriva a Kombo che durano veramente troppo, nel caso limite di Havik anche 32 secondi. Tuttavia chi è fan delle grandi mosse che occupano tutto schermo non deve preoccuparsi, basta guardare il morso basso di Reptile, che lo lancia da una parte all’altra dei meravigliosi scenari in un batter d’occhio. Chi è affezionato al feeling di Mortal Kombat si troverà subito a casa.

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Liu Kang sta per fare un bel volo.

Prestazioni

NetherRealm Studios non ha una buona reputazione quanto al porting dei propri giochi, e anche quest’anno l’occasione per redimersi è andata sprecata.

Versione PC

Nella versione per PC le prestazioni sono a dir poco inaccettabili. Paradossalmente, la pigrissima ottimizzazione si avverte maggiormente sui sistemi più recenti; chi ha una CPU molto performante potrebbe essere costretto a disattivare gli e-core durante il boot del sistema per raggiungere un framerate vagamente giocabile.

Durante il periodo di prova i filmati pre-renderizzati subivano pesanti rallentamenti e stuttering, in certi casi addirittura crash, un fenomeno inspiegabile dato che si tratta, appunto, di semplici filmati. Il problema è apparentemente stato risolto proprio durante la stesura di questa recensione, ma la natura della modalità non invoglia certo a sorbirsi nuovamente il filmino per confermare l’aggiustamento.

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Tecnica del drago accucciato.

Versione Switch

Nonostante divaghi dal contesto di questa recensione, è dura ignorare le spaventose clip di Mortal Kombat 1 su Nintendo Switch, che assomigliano a una di quelle “potato mod(e)s” create dagli utenti per far girare i giochi di ultima generazione sui laptop dei genitori. Non parliamo nemmeno del trailer di lancio per la console Nintendo, che si è scoperto appartenere a una versione PC del gioco (bassezza che confina con la truffa).

Mortal Kombat 1 su Nintendo Switch
Quando avete detto che esce la Switch 2?

Importanti mancanze

Per essere uno dei picchiaduro più attesi del 2023, Mortal Kombat 1 si dimentica veramente troppe funzionalità e opzioni per lasciarci soddisfatti di un prodotto che dovrebbe rappresentare l’essenza del genere presso il grande pubblico.

Tutorial dei personaggi

Un cast di 24 personaggi fa venire l’acquolina in bocca, ma padroneggiarne veramente anche solo uno è un compito arduo. Ecco perché di solito i fighting games realizzano delle guide al personaggio, sezioni dove imparare lo stile di gioco e le mosse più importanti di ogni combattente giocabile.

Una parentesi del genere non esiste affatto in Mortal Kombat 1, che si limita a elencare gli input per le mosse speciali e le stringhe possibili in una semplice lista. Il frame data è una buona inclusione, ma sarebbe stato molto semplice includere un filmato che mostra la mossa/combo in azione (come fanno, per esempio, Guilty Gear Strive e Street Fighter 6), una feature che aiuta gli “hard casual” e soprattutto i nuovi giocatori a riconoscere (e ricordare) le opzioni disponibili.

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Elenco di command normals e kombo comuni per Li Mei.

Schermi di caricamento neri

Essere costretti ad aspettare un match davanti a uno schermo di caricamento anonimo è un vero e proprio insulto per il giocatore. Era il lontano 2009 quando i primi picchiaduro iniziavano a rendere disponibile la ricerca di una partita nella stanza di allenamento (o anche altre feature singleplayer); un gioco uscito 14 anni dopo non ha scuse per questa terribile lacuna.

Lo stesso problema spunta fuori nella modalità King of the Hill, una lobby che permette di alternarsi nel cercare di spodestare il king: chi perde torna in fila, chi vince rimane al suo posto e affronta il prossimo sfidante. Pare una barzelletta, ma Mortal Kombat 1 non permette di assistere agli incontri delle altre persone nella nostra stessa stanza. Basta pensarci un attimo per capire che la maggior parte del tempo in una modalità del genere lo si passa come spettatore, e invece niente, schermo nero e tanta tristezza per l’opportunità sprecata.

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Che spettakolo.

Netcode

La presenza del rollback netcode non basta a rendere l’esperienza godibile. Mortal Kombat 1 è ancora lontano dalla fluidità dell’online con cui Street Fighter 6 e la beta di Tekken 8 ci hanno viziato.

L’indicatore dello stato di connessione serve a ben poco senza l’opzione di rifiutare un match una volta appurato il terribile lag del nostro avversario. Anche questa è una funzionalità che gli altri picchiaduro hanno capito essere fondamentale per la user experience, mentre Mortal Kombat si rifiuta testardamente di inkluderla. SKusate per le K, ho preso dal Kollega.

Bilanciamento

Credo che Shang Tsung non dovrebbe poter eliminare il 43% della mia vita senza usare risorse.

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(Ma lui sì).

Conclusioni e riassunto

Mortal Kombat 1 è un picchiaduro azzoppato dalla fretta matta di rilasciare un prodotto che aveva bisogno di più tempo nel forno.

L’urgenza — o forse la pigrizia — si avverte in ogni aspetto del gioco, a partire dalla modalità storia, che dopo l’ennesimo reset della linea temporale contava su infinite opportunità lato trama. Purtroppo le ottime occasioni sono state sprecate in favore di una narrazione da “fast-food”; ecco che la nuova era di MK inizia con idee già stanche, umorismo spiccio, buchi di trama, name-drop senza spessore, e in generale poco rispetto per l’eredità di personaggi impressi a fuoco nella cultura pop.

Forse sarà la luna di miele con un picchiaduro dal grande nome a parlare, ma il gameplay di Mortal Kombat 1 è un salvagente che permette al titolo di non affondare completamente nel pantano della frettolosa release. I Kameo cambiano radicalmente l’approccio alla partita (nonché il danno delle prese e la quantità dei punti vita), consentendo a ogni giocatore di affrontare il combattimento secondo il proprio stile personale. Nessun Kameo sembra strettamente migliore dell’altro, però la stessa cosa non si può dire del cast principale, che tra bug e animazioni impastate finisce per sfigurare davanti ai colleghi degli altri franchise.

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I problemi tecnici di fondo sono un altro duro colpo, e l’ottimizzazione scadente certo non aiuta. È quasi scandalosa l’assenza di feature ormai basilari, come la possibilità di rimappare tutti i comandi, rifiutare i match con connessioni scadenti, o semplicemente aspettare una partita multiplayer in un posto qualsiasi che non sia uno schermo nero.

La modalità alternativa delle Invasioni è una buona trovata che soffre di esecuzione pasticciona. Occorrerà aspettare revisioni e miglioramenti con i futuri update per vedere realizzata a dovere l’idea di base, che si capisce essere molto buona. Una parabola, questa, che possiamo allargare a tutto Mortal Kombat 1.

Tonno

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Mortal Kombat 1

Storia - 4.5
Grafica - 9
Gameplay - 7.5

7

Mortal Kombat 1 è il nuovo picchiaduro di NetherRealm Studios, un'esperienza di combattimento next-gen all'insegna della violenza più sfrenata.

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Enrico Tonon

Enrico Tonon

Sono un tonno romanticissimo che nuota nella rete. Nonostante le pinne, mi ostino ad impugnare tastiere e controller. Ben ferrato in shitposting. Aerodinamico. Giallo.

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