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Anime, spettatori raddoppiati negli ultimi 4 anni ma l’industria non riesce a stare al passo

Che il consumo di anime (e anche i manga) sia esploso negli ultimi anni è una considerazione quasi superflua da fare. Credere ormai che i cartoni e i fumetti giapponesi siano qualcosa da relegare ad una nicchia ristretta di appassionati è ormai sciocco, tant’è che quello degli anime è uno dei mercati dell’industria dell’intrattenimento più redditizio che c’è al momento.

Alejandro Rojas, direttore dell’analisi applicata di Parrot Analytics (società che si occupa di ricerche di mercato), ha dichiarato diversi dati riguardo questo nuovo fenomeno in una intervista a Variety, dati assolutamente interessanti.

L’industria degli anime non riesce a stare al passo con la sua sempre più veloce espansione

Innanzitutto, come da titolo, negli ultimi 4 anni (dal 2017 al 2021), il consumo di anime a livello globale è quasi raddoppiato; questo mentre la produzione di anime invece non riesce a stare al passo con la domanda per gli stessi. Alejandro Rojas fa comunque una netta distinzione tra il pubblico generico e i fan affezionati che da anni seguono quest’industria, spiegando che è quest’ultima fetta a trainare la crescita.

Tra maggio 2020 e aprile 2021 infatti, il 4.7% della domanda degli spettatori era per gli anime, mentre solo il 3.2% degli show rientra in questa categoria. Una differenza importante, che potrebbe essere colmata e potrebbe portare a risvolti decisamente interessanti per l’industria.

Un passo importante, in un primo momento almeno negli U.S.A., potrebbe essere quello dell’acquisizione di Crunchyroll da parte di Sony. Che un leader come Sony abbia acquisito una società altrettanto grossa ma in un mercato così estraneo a ciò di cui Sony si occupa di solito potrebbe portare dei grossi cambiamenti all’interno dell’industria. Sony ha acquisito Crunchyroll non tanto per ciò che già ha ma per il suo potenziale.

Negli Stati Uniti infatti l’azienda leader per l’animazione giapponese è Hulu, che fino alla prima metà del 2021 ha registrato una quota del 21.4% del totale del tempo di visualizzazione, seguito a ruota da Netflix col 18%, Disney+ col 4.6% mentre Crunchyroll e Funimation hanno registrato rispettivamente solo il 3.5% e il 2.7%.

Crunchyroll - anime

Le preoccupazioni nate da questa acquisizione sono tante, partendo dal fatto che alcuni pensino che ciò posso portare ad un monopolio da parte di Sony alle più banali considerazioni sui posti di lavoro e i prezzi degli abbonamenti, dei quali non si sa nemmeno se rimarranno separati o meno.  

Stando sempre alle analisi di Alejandro Rojas infatti, se Sony riuscisse a fidelizzare il pubblico creando più utenti disposti a pagare per un abbonamento, l’industria ne gioverebbe tantissimo perché verrebbero creati più contenuti per una cerchia di fan sempre in crescita. È infatti il pubblico generico e non quello fidelizzato a trainare l’industria, soprattutto grazie ai servizi come HBO e Netflix che offrono gli anime come parte del proprio catalogo e che dunque non si concentrino solo su questi, capitalizzando così i rischi. E Sony con la sua acquisizione potrebbe raggiungere 120 milioni di nuovi utenti.

La crescita della domanda degli anime è più problematica di quanto si pensi

L’industria degli anime sta crescendo, su questo c’è poco da fare ed è cosa risaputa e lo dimostra l’interesse delle grandi compagnie in questo campo. Che questo interesse possa portare però solo a conseguenze positive per l’industria in sé però è un altro discorso: sappiamo che in Giappone tantissimi studi di animazione soffrono problemi quali crunch (come il caso dello studio SCIENCE Saru) e di situazioni con lo staff e gli animatori al limite.

I dati dell’industria giapponese Teikoku – altra industria volta a raccogliere dati e informazioni – dimostrano infatti che nonostante questo grandioso successo, il mercato domestico giapponese sta soffrendo una perdita, nonostante il successo ad esempio del film di Demon Slayer, dovuta anche alla minaccia degli studi d’animazione cinesi e coreani. Il tutto ci riporta a quel gap iniziale tra domanda da parte dei consumatori alla quale l’industria non riesce a rispondere con un’offerta adeguata.

Demon Slayer - anime

La situazione è dunque molto delicata: da una parte un’industria in grado di far fruttare tantissimo e con una crescita potenziale enorme, dall’altra dei compromessi molto decisivi da raggiungere affinché quest’industria non collassi da un momento all’altro.

Vedremo come verrà conciliato questo gap tra domanda degli spettatori e offerta dei vari competitor.

Fonte: Variety

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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