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Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, la recensione

Ecco a voi la nostra recensione di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin 

Nell’ormai lontanissimo 2004, Capcom pubblicava su PlayStation 2 il primo capitolo di una saga destinata a diventare leggenda: stiamo parlando di Monster Hunter, un Action RPG che nonostante una quasi totale assenza di trama, riuscì a far breccia nel cuore di numerosi videogiocatori

La struttura del titolo era estremamente semplice, ma allo stesso tempo molto profonda, e capace di rendere quella sorta di esperimento un vero e proprio titolo di culto, da cui nacque una serie di opere che ancora oggi scatena razzie tra gli scaffali fisici e virtuali dei vari store, ad ogni nuova apparizione sul mercato. 

Nonostante il successo però, l’universo in cui Monster Hunter muove i suoi passi risulta spesso inespresso dal punto di vista narrativo; ridurre quel coacervo di razze, mostri, ambientazioni e così via ad una semplice scusa per portare avanti  missioni di caccia è spesso bollato come un’occasione sprecata.

L’appena citato sperpero altro non è che uno dei motivi a cui si deve la nascita stessa del franchise di Monster Hunter Stories, una sorta di spin-off la cui struttura può essere definita come il punto d’incontro tra un JRPG classico, Monster Hunter nella sua forma più pura ed un qualunque capitolo della saga di Pokémon. Con la pubblicazione di Stories, l’intento di Capcom era piuttosto chiaro: proporre una variazione sul tema che reinventasse la caccia, e che allo stesso tempo fosse capace di dare, seppur moderatamente, lustro all’universo di Monster Hunter

Il primo capitolo di Monster Hunter Stories, pubblicato su 3DS nel 2017 ed arrivato successivamente anche su dispositivi mobile, riscosse tanto successo tra il pubblico e la critica. La struttura ludica sapeva intrattenere nonostante la sua semplicità, e la storia narrata donava sicuramente un nuovo smalto al mondo targato Capcom. Dopo 4 anni Capcom, cavalcando il successo di Monster Hunter Rise, ha deciso di riprovarci, sfornando un nuovo capitolo della saga spin off che ha subito catturato la nostra attenzione. Ed ecco dunque che arriva Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, un seguito godibile appieno anche da chi non ha giocato il suo predecessore, disponibile dal 9 Luglio su PC e Nintendo Switch. Abbiamo avuto la fortuna di giocare il titolo in anteprima, e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo! 

Evoluzione narrativa, tra amicizie e ritorni

Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, sin dai primi trailer, ha subito messo in chiaro le sue intenzioni: puntare molto di più sulla narrativa, che nel suo predecessore risultava sì interessante, ma piena di cliché propri dei JRPG. Vi diciamo sin da subito che, nonostante l’intreccio non riesca a raggiungere produzioni ben più blasonate, il comparto narrativo di Wings of Ruin è senza dubbio alcuno uno dei maggiori punti di forza del titolo

Ambientato anni ed anni dopo Monster Hunter Stories, il gioco ci mette nei panni di un Rider liberamente personalizzabile nel sesso e nell’aspetto. I Rider, a differenza degli Hunter, hanno compreso come le varie creature che abitano il loro mondo non siano solo e soltanto delle prede, ma anche dei fidi compagni con cui vivere e combattere fianco a fianco. Il protagonista però non è un signor nessuno; lo stesso è infatti il portatore di un particolare e pesante retaggio: è il nipote di Red, un Rider leggendario che ammaestrò il leggendario Ratha Guardiano e che decise di imbarcarsi in un’epopea per scoprire il mistero che stava dietro a degli strani e pericolosissimi eventi, riuscendo a sventare un cataclisma che avrebbe segnato la fine del mondo. 

 

In seguito alla dipartita di Red, il Ratha Guardiano vegliò sul meraviglioso e ridente villaggio di Mahana, luogo sito in una paradisiaca e tranquilla isola tropicale, Hakolo. Tuttavia, nella notte in cui si svolge il festival di Mahana, la tranquillità di Hakolo viene spezzata da un evento dai contorni piuttosto misteriosi: il Ratha Guardiano e tutti i Rathalos sono fuggiti chissà dove, attirati da un terrificante bagliore rosso che sembra avere il potere di far impazzire i mostri, rendendoli più aggressivi ed impossibili da domare

Tale evento accelera inevitabilmente la crescita del protagonista che, superate le prove per acquisire il titolo di Rider, si reca insieme alla sua amica e mentore Kayna alla tana, ormai deserta, del Ratha Guardiano. Ad aspettarlo troverà Ena, una Wyverniana amica di Red, che durante la fatidica notte del festival ha recuperato e custodito un uovo del Ratha Guardiano che consegna prontamente al protagonista, in ragione del suo legame di sangue con Red. Dopo aver incontrato una vecchia conoscenza del brand, il “Leggendario” e simpatico Felyne Navirou, già companion di Lute nel primo Monster Hunter Stories, starà al protagonista e ad Ena scoprire cosa si nasconde dietro ai bagliori rossi, ormai diffusi in tutto il mondo. 

Imbarcatisi in un viaggio in compagnia dei loro fidi Monstie, i due presto scopriranno che in realtà l’uovo “rubato” da Ena contiene un Ratha dalle ali non perfettamente sviluppate. Ma il piccolo mostro è qualcosa di più, quantomeno secondo una leggenda: le ali non sviluppate del Ratha sarebbero infatti le temibili Wings of Ruin, ed il mostro, oltre ad essere una delle cause dei misteriosi bagliori rossi, sarebbe destinato a distruggere il mondo. 

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Starà ad Ena ed al protagonista scongiurare questa possibilità e far ricredere tutti coloro i quali vedono nel Ratha una minaccia. Per farlo, i due si imbarcheranno in un viaggio emozionante, ricco di colpi di scena splendidamente narrati grazie a delle cutscene dall’indubbia qualità unite a dialoghi talvolta leggermente stereotipati ed ancorati agli stilemi classici dei JRPG, ma che riescono comunque a dare un’ottima caratterizzazione ai tanti comprimari ed antagonisti presenti. Un viaggio che racconta la storia di un’amicizia, o forse più di una, e che evidenzia quanto determinati preconcetti o credenze radicate siano difficilissimi da eliminare. Un viaggio che dimostra quanto un punto di vista diverso possa cambiare il mondo che ci circonda, e donare allo stesso una nuova vita. 

Durante la nostra avventura abbiamo anche apprezzato la capacità degli sviluppatori di rendere due posizioni apparentemente inconciliabili, come quelle degli Hunter e dei Rider, più vicine di quello che crediamo. Se all’inizio infatti gli Hunter ed i Rider sembrano essere un po’ il nero ed il bianco, con il dipanarsi della trama entrambe le macro-figure diventeranno grigie. Una scelta questa da elogiare, che riesce a donare maturità ad un prodotto che presenta un tessuto narrativo apparentemente superficiale, ma che nasconde tanti spunti di riflessione. 

Anche il mondo di gioco, estremamente vario nei suoi diversi “biomi”, riesce ad esprimere una caratterizzazione da non sottovalutare, infinitamente superiore alle belle ma spoglie aree dei vari Monster Hunter appartenenti alla “saga principale”.  L’unico punto dolente del comparto narrativo è, quantomeno secondo noi, quello relativo all’eccessiva verbosità di alcune sezioni e alla generale lentezza con cui si procede nella trama, quantomeno nella fase iniziale. Più di una volta infatti la progressione è legata a delle missioni dalla costruzione narrativa piuttosto banale e canonica; ci è sembrato che tali accadimenti non fossero altro che un pretesto per proseguire, risultando leggermente ripetitivi e mal congegnati. 

Nonostante questo difetto però se Monster Hunter Stories 2 aveva come obiettivo quello di evolvere la buona narrazione vista nel primo capitolo, possiamo affermare che ci sia riuscito in pieno. Le piccole incertezze relative alla progressione non minano in alcun modo l’esperienza che resta piacevole ed emozionante, e che dona smalto ad una saga spin off che, se proseguirà su questi binari, riscuoterà tantissimo successo. 

Acchiappali tutti!

Dal punto di vista del gameplay Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è null’altro che un’evoluzione di quanto già visto nel primo capitolo. Il titolo, come già anticipato, unisce alcune delle classiche meccaniche di Monster Hunter a quelle di un JRPG a turni, con una spruzzata di Pokémon. Wings of Ruin basa gran parte dell’esperienza sull’esplorazione; le enormi mappe nascondono infatti una serie infinita di materiali e segreti, oltre ad un quantitativo enorme di mostri vecchi e nuovi da poter combattere. 

Nelle varie zone presenti sarà dunque possibile raccogliere collezionabili di ogni genere, da vendere o utilizzare per il crafting, ma non solo; disseminate nella mappa ci saranno varie tane di mostro, dalla rarità variabile, che se esplorate a dovere vi ricompenseranno con un uovo da far schiudere presso le scuderie presenti in ogni villaggio. Tali uova conterranno ovviamente dei mostri, chiamati Monstie, che entreranno a far parte della vostra squadra. Sarà possibile utilizzare i Monstie sia in combattimento, sia nell’esplorazione; avere una squadra varia ed equilibrata non sarà utile solo nei vari combattimenti, ma anche e soprattutto nelle vostre “gite fuori porta” in quanto nella mappa vi saranno luoghi accessibili solo tramite l’utilizzo di Monstie con particolari abilità.

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Alcuni sapranno saltare da un punto all’altro, altri sapranno nuotare, altri saranno utili ad arrampicarsi sulle enormi pareti di edera, e così via. Tale feature stimola, senza dubbio alcuno, l’esplorazione in quanto invita il giocatore a tornare più di una volta sui propri passi, ricompensandolo adeguatamente con valuta di gioco, equipaggiamenti, talismani e così via. 

Nonostante però il titolo invogli il giocatore al backtracking, spesso il ripercorrere determinate zone alla ricerca di un particolare forziere risulta essere leggermente noioso, a causa di alcune mappe estremamente contorte e labirintiche, che rischiano di confondere in più di un’occasione. 

Sasso carta forbici!

Come dicevamo, i Monstie non saranno utili solo all’esplorazione, ma anche nei tanti combattimenti che vi ritroverete ad affrontare nel corso dell’avventura. Come nel primo Monster Hunter Stories, anche in Wings of Ruin nei combattimenti torna il sistema della “morra cinese”, che divide gli attacchi in 3 diverse tipologie: Potenza, Tecnica e Velocità. Gli attacchi Potenza battono quelli Tecnica, quelli Tecnica battono quelli Velocità e quelli Velocità battono quelli Potenza. Starà al giocatore, in base alla tipologia del mostro che si trova di fronte, decidere quale sia l’attacco migliore da utilizzare ed il Monstie a cui affiancarsi per arrivare ad una facile vittoria. I mostri, sia amici che avversari, prediligono infatti un tipo di attacco rispetto ad un altro, e trovare quello più utile a contrastare l’avversario può fare la differenza tra una morte quasi certa ed una vittoria schiacciante.

Chiaramente, anche il giocatore avrà la possibilità di attaccare, scegliendo uno tra i tre attacchi che gli potrebbero permettere di vincere un Testa a Testa con l’avversario; qualora la tipologia di attacco sia corretta, il protagonista infliggerà un quantitativo di danni maggiore al nemico, annullando eventuali attacchi speciali e subendo solo una esigua perdita di punti vita. Inoltre, nel caso in cui due membri della stessa squadra decidessero di utilizzare lo stesso tipo di attacco, sferreranno un potentissimo attacco combinato in grado di causare un danno praticamente spropositato.

Non mancano, come è ovvio che sia, le varie abilità speciali, le quali consumano i punti di una speciale barra chiamata “Barra Legame”. Tale barra si riempirà in seguito ad ogni attacco andato a segno e, una volta piena, vi permetterà di salire in sella al vostro Monstie. Ciò comporterà non solo la possibilità di sferrare un potentissimo attacco speciale capace di infliggere danni e malus al nemico di turno, ma anche la cura sia vostra, sia del vostro fidato Monstie. Utilizzare al momento giusto l’abilità “In Sella” dunque potrà fare la differenza nei combattimenti contro i boss più coriacei, che nonostante la loro potenza non ci sono mai sembrati particolarmente difficili, forse anche grazie al fatto che il protagonista ed il suo Monstie possono perdere i sensi per un massimo di tre volte prima del fatidico Game Over.

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La giusta scelta di attacchi ed abilità tuttavia potrebbe non bastare; durante alcuni combattimenti infatti avrete la possibilità di bersagliare una precisa parte del corpo del mostro avversario, rompendola. Ciò non comporta solo un vantaggio materiale dal punto di vista della battaglia, in quanto la rottura di determinate parti del corpo può limitare gli attacchi nemici, ma anche la possibilità di raccogliere materiali utili a forgiare armi ed armature in pieno stile Monster Hunter. Non tutte le parti del corpo sono però “sensibili” a tutte le armi; durante gli scontri starà a voi capire quali tra le armi da taglio, perforanti o contundenti siano le più adatte a portare a termine lo scontro ed a guadagnare preziose ricompense. Per fortuna potrete portare un massimo di tre armi equipaggiate, da scambiare in qualunque momento della disputa. 

Oltre agli scontri con i mostri, saranno presenti anche alcuni scontri con altri rider; in questi il vostro obiettivo sarà quello di portare a zero le tre barre vita in dotazione degli avversari, bersagliando o il Monstie, o il rider stesso. 

Il sistema di combattimento di Monster Hunter Stories 2 dunque, per quanto semplicistico, riesce ad intrattenere e a non annoiare mai, grazie ad una buona dose di strategia richiesta e ad un certo ritmo negli scontri, intervallati da spettacolari cutscene e da alcuni QTE che stimolano il giocatore ad essere più “partecipe”. 

Tra Pokémon e Monster Hunter

Come dicevamo, in Wings of Ruin sono presenti elementi presi sia da Monster Hunter, sia da Pokémon. La “ripetitività” di alcune missioni, che non spiccano per varietà, e la continua ed affannosa ricerca di materiali per creare armi ed armature sempre più potenti, oltre che la presenza di una serie di missioni secondarie interamente dedicate al crafting, ci hanno infatti ricordato come il titolo appartenga senza dubbio alcuno alla saga di Monster Hunter; la ricerca e la crescita dei vari Monstie, i cui geni (modificabili tramite un Rituale Sciamanico) aumentano determinati parametri e donano sostanziosi bonus in battaglia, ci ha invece fatto pensare a come potrebbe essere interessante un capitolo del franchise sviluppato da Game Freak con simili meccaniche. I tanti giocatori desiderosi di un “monster tamer” troveranno pane per i loro denti, in quanto per catturare tutti i Monstie presenti, magari con geni superiori alla media, sarà necessario esplorare parecchio, oltre ad avere una buona dose di fortuna. 

Nonostante una certa semplicità di fondo, unita ad una discreta dose di “classicismo”, Monster Hunter Stories 2 ci ha convinto anche dal punto di vista del gameplay, grazie ad una serie di scelte che stimolano il giocatore e che rendono l’esperienza particolarmente piacevole e varia; il combat system, semplice nell’idea ma elaborato nella realizzazione, non annoia mai ed offre tanto divertimento. Peccato per la ripetitività delle missioni, che alla lunga potrebbe stancare i giocatori meno pazienti. Sia chiaro, se cercate innovazione nel gameplay, Wings of Ruin non è il titolo che fa per voi; con qualche modifica però, il gioco potrebbe tranquillamente entrare nell’Olimpo dei JRPG.

Buona direzione artistica, ma soffre l’uscita su Switch

Dal punto di vista tecnico Monster Hunter Stories 2 soffre inevitabilmente il fatto che sia stato sviluppato parallelamente su PC (piattaforma su cui è avvenuta la nostra prova) e Switch. Il gioco offre una direzione artistica di altissimo profilo, coadiuvata da una veste grafica cartoonesca, coloratissima e sgargiante, capace di rapire il giocatore sin da subito grazie ad un colpo d’occhio assolutamente da non sottovalutare. Ad uno sguardo più attento però, è possibile notare come numerose texture siano poco dettagliate, oltre che ripetute, e come alcuni modelli poligonali non siano propriamente perfetti. Durante l’esplorazione inoltre è possibile notare vistosi fenomeni di pop-up, utili probabilmente a non gravare troppo su di un hardware datato come quello di Nintendo Switch ma che, su PC, non sono propriamente il massimo per la vista.

Per fortuna però, esclusi questi problemi derivanti più dalle piattaforme su cui il gioco verrà pubblicato che dal gioco stesso, Monster Hunter Stories 2 sa come ammaliare il giocatore, utilizzando colori vividi, popolando l’overworld con mostri di ogni tipo, visibili sulla mappa, e offrendo una mappa enorme, varia, e piacevolissima da vedere. Ottime anche le musiche, suggestive e sempre in linea con l’atmosfera, il doppiaggio sia inglese che giapponese e la traduzione italiana, che ci è risultata essere di buonissima fattura. Anche la regia delle varie cutscene non fa gridare al miracolo, ma risulta essere dinamica e coinvolgente. 

In conclusione…

Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è un ottimo JRPG, che saprà soddisfare tantissimi videogiocatori, siano essi fan di Monster Hunter o dei giochi di ruolo nipponici. Alla ripetitività delle missioni fa da contraltare una narrativa particolarmente ben riuscita ed un sistema di combattimento che, nonostante il suo essere “a turni”, riesce ad essere particolarmente divertente e dinamico. A tutto ciò si aggiunge la possibilità di catturare le uova dei vari Monstie, che farà felici tutti coloro i quali stanno attendendo con ansia un nuovo titolo della serie Pokémon e che aumenta sensibilmente le già abbondanti ore di gioco richieste per arrivare ai titoli di coda. Se siete fan dei JRPG, non potete assolutamente lasciarvi scappare questo titolo; se non lo siete, dategli una chance, poiché, nonostante qualche imperfezione, siamo sicuri che non ve ne pentirete! 

VOTO: 8.7

 

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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