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I Want to be the Wall | Le nostre prime impressioni sulla nuova opera Star Comics

Affrontare temi legati alla sessualità non è mai facile: spesso si rischia di esagerare o di dire troppo poco, di non riuscire ad esprimere alla perfezione determinati sentimenti o si ha paura che gli altri non capiscano, giudichino in modo sbagliato o rifiutino in toto qualcosa che non capiscono. Questo vale soprattutto se al centro dell’attenzione vi è uno spettro complesso e lontano dalla nostra quotidianità come quello aroace, letteralmente aromantico asessuale, che risulta spesso incomprensibile ai più.

La prima sensazione che I Want To Be the Wall riesce a trasmettere è proprio il senso di disagio che la protagonista Yuriko, una donna incapace di innamorarsi, prova nel dover parlare della propria sessualità: i colleghi non la capiscono e pensano si tratti di uno scherzo, i ragazzi con cui è uscita in passato sono stati bruschi e tutte le persone con cui ha parlato della propria sessualità hanno sminuito i suoi sentimenti, dicendole che semplicemente “non aveva ancora incontrato il ragazzo giusto”.

Spinta da questi sentimenti, la protagonista accetta un matrimonio combinato con Gakurota, un ragazzo gay e innamorato sin da ragazzo di un suo amico d’infanzia, che però è felicemente fidanzato con una seconda ragazza.

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I Want To Be the Wall è un’opera che, nonostante sembri estremamente leggera e di vita quotidiana, cerca di comunicare e di insegnare al lettore la lezione più importante di tutte: che a volte basta rimanere accanto alle persone per essere felici, anche senza provare necessariamente amore, e che solo perché non comprendiamo qualcosa non vuol dire che quel qualcosa sia da respingere a tutti i costi o da considerare “anormale”.

Il tono dell’opera è semplice, familiare e mai eccessivamente pesante o didascalico in ciò che racconta, ed è proprio questo il motivo che spinge ad apprezzare così tanto la lettura; le pagine scorrono in maniera estremamente piacevole e nel giro di pochissimo vi ritroverete ad aver concluso il volume (complice la brevità) e ad attendere con ansia il secondo.

La serie, inoltre, è già conclusa con un totale di tre volumi in Giappone, pertanto anche qui nel nostro paese non dovremo aspettare troppo per leggerne la conclusione: il secondo volume, infatti, è previsto per questo settembre.

I want to be the wall star comics

La splendida edizione Star Comics, estremamente semplice e morbida, rende ancora più gradevole il tratto delicato dell’autrice dell’opera. Le dimensioni sono decisamente più grandi di quelle di un volumetto normale e potremo paragonarle a quelle del volume unico Until I Meet My Husband, uscito sempre per Star Comics lo scorso anno e del quale avevamo già parlato in occasione in un altro articolo apposito.

In conclusione, non possiamo non consigliare I Want to be The Wall sia a chi voglia approcciarsi a un’opera che affronta temi raramente attenzionati, anche nel panorama delle opere LGBTQ+, sia a chi cerca una commedia slice of life dai toni leggeri, ma che nonostante la semplicità riuscirà sicuramente a lasciarvi qualcosa capitolo dopo capitolo.

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Il primo volume di I Want to be the Wall è disponibile sul sito dell’editore Star Comics e su Amazon.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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