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Marte: Elon Musk, la NASA e la corsa al pianeta rosso

Road to Mars

La corsa all’oro di questo secolo è colorata di rosso, come la superficie del nostro vicino di casa nel Sistema Solare. Più che una corsa, però, sembra essere un duello. E i due contendenti non sono certo nomi che si possono pronunciare con leggerezza. Da un lato del ring abbiamo la NASA, agenzia spaziale statunitense, forte dei successi passati, benché spesso criticati e sminuiti da complottisti e terrapiattisti. Dall’altro lato troviamo invece SpaceX, la compagnia privata fondata da Elon Musk, forte del suo fondatore e di aver spedito la prima auto nello spazio, oltre ad aver trovato un modo per abbattere considerevolmente i costi delle missioni spaziali.

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Quella di Musk è una personalità eccentrica. Il genio dell’imprenditore spesso fa un giro completo fino a sfiorare livelli grotteschi. Come quando ha fumato marijuana in diretta mentre parlava di un VTOL elettrico, o come quella volta che ha realizzato (e venduto attraverso la sua The Boring Company) un lanciafiamme a prova di “apocalisse zombie”.

Momenti da scienziato pazzo a parte, molti degli sforzi di Elon Musk si stanno concentrando sul pianeta rosso. Il CEO di Tesla e co-fondatore di Paypal ha tutte le ragioni per farlo.

NASA, ESA e le altre Agenzie

La NASA, ancora in fibrillazione per il recente atterraggio della sonda InSight sulla superficie del pianeta (da cui sta già iniziando a trasmettere dati, tra i quali spicca sicuramente la prima registrazione del vento marziano), ha ordini presidenziali che impongono lo sbarco su Marte entro il 2033, ma non sembra avere intenzione di muoversi nell’immediato. Gli sforzi attuali si stanno concentrando sul problema abitativo, con un gruppo di scienziati ed ingegneri dell’agenzia impegnati nel trovare un modo per produrre mattoni usando il suolo marziano pressurizzato.

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Il primo “selfie” della sonda InSight dopo lo sbarco su Marte

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con l’ambizioso Programma Aurora ha l’obiettivo a lungo termine di portare gli umani su Marte, ma per adesso si sta limitando al lancio di sonde (come ExoMars nel 2016, con un prossimo lancio atteso nel 2020), complice anche l’assenza di un veicolo adatto. Punta alla Luna nel 2024 e ad una missione con equipaggio su Marte per il 2030-33.

E la Russia? L’agenzia Roscosmos ha dichiarato a più riprese di voler ritornare nella corsa allo spazio. E ha tutto il diritto di farlo. Va ricordato infatti che, con la chiusura del programma statunitense Space Shuttle avvenuta nel 2011, il lanciatore Soyuz è rimasto l’unico veicolo adatto per il trasporto di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. L’agenzia russa prevede di mandare umani su Marte intorno al 2040-45.

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La Cina, infine, ha espresso interesse nei confronti di una missione con equipaggio da realizzare nel ventennio 2040-60.

Con il principale competitor che non agirà prima dei prossimi 15 anni e con le altre agenzie nazionali che ancora brancolano nel buio siderale in fatto di missioni umane, si capisce bene come questo momento è fondamentale per Elon Musk per dimostrare che, effettivamente, compagnie come Tesla, SolarCity e SpaceX possono cambiare il Mondo così come lo conosciamo oggi.

SpaceX e Big Falcon Rocket

L’obiettivo di SpaceX è quello di realizzare una base marziana già entro il prossimo decennio. Questo, nelle intenzioni di Musk, sarà possibile grazie allo sviluppo del Big Falcon Rocket (noto come BFR), un vettore proprietario, completamente sviluppato e finanziato dalla compagnia che ha la peculiarità di essere riutilizzabile.

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Attraverso questo lanciatore, saranno compiuti differenti voli verso il pianeta rosso. I primi due, senza equipaggio e programmati per il 2022 porteranno su Marte pannelli solari, attrezzature minerarie, veicoli, provviste di cibo e altre necessità. Altri 4 voli seguiranno nel 2024. Altri due, anch’essi completamente automatizzati, che completeranno il carico di provviste, e gli ultimi due con equipaggio, a cui spetterà il compito di realizzare l’impianto di produzione del propellente, mettere insieme il parco solare usando i pannelli precedentemente spediti e costruire serre sulla superficie marziana.

Il turismo spaziale

Affacciato alla finestra c’è il business del turismo spaziale che osserva con attenzione come si evolverà la vicenda tra questi grandi player. I voli orbitali sono una realtà, sebbene ancora ad appannaggio di pochi ricconi, ma la crescita esponenziale del settore tecnologico, unita a nuovi traguardi spaziali, potrebbe sdoganare questo nuovo tipo di turismo rendendolo fruibile ad un pubblico più vasto.

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Oltre a SpaceX, altre compagnie come Boeing, Blue Origin e Virgin Galactic stanno sperimentando i voli spaziali per uso privato/commerciale. Proprio la Virgin ha di recente concluso con successo un volo dimostrativo che ha portato la navicella SpaceShipTwo a superare la quota degli 80 chilometri di altezza, limite stabilito dall’aviazione statunitense per indicare i confini del nostro pianeta. E chissà se tra 100 anni non si organizzeranno gite sulla Luna.

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Gabriele Pati

Gabriele Pati

Cresciuto con libri di cibernetica, insalate di matematica e una massiccia dose di cinema e tv, nel tempo libero studia ingegneria, pratica sport e cerca nuovi modi per conquistare il mondo. Vanta il poco invidiabile record di essere stato uno dei primi con un account Netflix attivo alla mezzanotte del 22 ottobre 2015.

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