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Starfield – Recensione: odissea nello spazio

L’arrivo di un nuovo titolo a distanza di anni sviluppato interamente da Bethesda Softworks può essere interpretato come un evento, qualunque sia l’esito delle uscite. L’azienda statunitense è costantemente attiva agli occhi del pubblico per quanto riguarda il publishing dei titoli sotto la propria etichetta (come ad esempio il recente Redfall), ma le release di videogiochi interamente a cura del team di sviluppo interno sono di fatto momenti unici, vuoi per la vastità delle varie produzioni ruolistiche o per quell’impronta ludica unica che contraddistingue i propri lavori dagli altri in un mercato sempre più competitivo. Una cosa è certa, Starfield è realtà, e va ad inserirsi tra le acclamate saghe di The Elder Scrolls e Fallout, ereditandone molte caratteristiche al fine di creare un’opera intergalattica che farà parlare di sé per un bel po’ di tempo. Abbiamo potuto metterci alla guida di un’astronave che ci ha permesso di vivere innumerevoli avventure spaziali, portandoci a visitare luoghi caratteristici e ad incontrare molteplici forme di vita, con sullo sfondo dei gruppi organizzati con propri obiettivi e ideologie, e questa è la nostra recensione di Starfield.

L’immensità del cosmo

La storia presente del nuovo mastodontico lavoro di Bethesda è ambientata nel 2330 nei Sistemi Colonizzati, insieme di stelle che compongono la nuova casa dell’umanità. In questo complesso si distinguono due grandi fazioni: le Colonie Unite e il Collettivo Freestar, due potenze opposte tra loro protagoniste di un conflitto che ha segnato la storia. Ne consegue che i territori influenzati dall’una o dall’altra rispecchino i propri valori e usi, per un variopinto quadro estetico che ravviseremo concretamente durante le nostre spedizioni galattiche presso i luoghi più caratteristici della narrazione.

Prima di ogni altra cosa ci verrà richiesto di creare il nostro alter ego, attraverso un editor completo che ne definirà i tratti estetici e le qualità individuali, come anche il proprio background. Non passerà molto tempo dalla creazione del personaggio che saremo da subito protagonisti di qualcosa di più grande, che potremo decidere di scoprire senza indugiare oppure di goderci la libertà che il titolo ha da offrire, e affermiamo che sarebbe davvero un peccato non farlo.

Starfield

Starfield mette a disposizione del giocatore un universo ricco di possibilità da esplorare in lungo e in largo come si preferisce, e tale libertà di gioco è una delle colonne portanti dell’esperienza. Grazie ad una astronave che ci verrà donata da subito, saremo in grado di spostarci da un pianeta all’altro, e la stessa diventerà come una casa mobile e una compagna fidata d’avventure. Differentemente da No Man’s Sky, da cui vengono ripresi alcuni aspetti, muoverci direttamente da un pianeta all’altro manualmente richiede molto tempo e non è possibile intraprendere un atterraggio in prima persona, bensì si dovrà ricorrere al viaggio rapido con annesse scene di intermezzo, cosa che spezza notevolmente l’immersione e aumenta i tempi morti di gioco prima di riprendere l’azione vera e propria. Le sezioni a bordo della nave vengono circoscritte alle orbite dei singoli corpi celesti prima di decidere di atterrare o eventualmente eseguire un altro spostamento a velocità luce verso altre destinazioni. In questi frangenti sarà possibile ingaggiare battaglie, abbordare altre navi e attraccare su relitti spaziali in cerca di bottino o su una stazione spaziale.

La maggior parte dei pianeti che incroceremo nei nostri viaggi sono generati proceduralmente, con relativi punti di interesse, che possono ripetersi nel tempo, necessari per colmare gli spazi infiniti dell’universo. Se in un primo momento il sistema adottato sa regalare momenti di assoluto livello sul piano artistico e dell’imprevedibilità, dopo una manciata di ore è inevitabile imbattersi in una reiterazione che spezza l’effetto wow delle prime ore di gioco e dove la narrazione ambientale caratteristica degli altri lavori dello studio si presenta più debole, per quanto la suggestione indotta dal comparto visivo sia di valore.

Starfield Atterraggio sui pianeti

La trama principale vuole traghettarci attraverso l’immensità dei sistemi stellari che visiteremo, portandoci al cospetto dell’organizzazione Constellation, che ha come obiettivo quello di esplorare il cosmo svelando i suoi segreti al fine di raccogliere più informazioni possibili riguardo degli artefatti sconosciuti. Parliamo di un veicolo che ci introdurrà al vero fulcro di Starfield, esplorare in grande libertà e alle proprie condizioni, per decidere cosa voler essere nell’universo creato da Bethesda. La scrittura nel complesso è assolutamente degna di nota rispetto ai lavori precedenti dello studio, capace di immergere il giocatore in una vera e propria epopea spaziale, calato in mezzo a quattro fazioni maggiori che proporranno scelte, interazioni, e avventure di un certo livello, componendo un’offerta di missioni secondarie di ottima fattura.

Un GDR spaziale

Dal punto di vista del gameplay, con Starfield siamo di fronte al GDR action di Bethesda più classico tra i lavori moderni del team, estremamente vicino a Fallout 4 per sistemi integrati di gioco, che gli utenti storici del brand ravviseranno da subito pad alla mano. Tratti e perk, con questi ultimi che potremo potenziare attraverso il completamento di sfide relative all’uso e con la distribuzione dei punti abilità ottenuti salendo di livello, avranno un impatto concreto sul giocato e sulla crescita del proprio alter ego, ma ciò non si rispecchia totalmente sul mondo di gioco, dove le conseguenze delle proprie azioni diventano davvero incisive in rare occasioni.

Starfield Landa Innevata

Nel complesso, controller in mano, il feeling dello shooting è piacevole, il quale riprende l’intero impianto dai recenti Fallout ma migliorando il dinamismo, potendo ovviamente alternare prima e terza persona a piacimento e sfruttare diverse tattiche oltre che un vasto arsenale modificabile. Come da tradizione il loot sarà centrale nell’esperienza, per ottenere tutto ciò che stratificherà il gameplay ruolistico nelle diverse componenti che definiscono il titolo, dove alla classica formula di Bethesda si aggiunge la novità della gestione di una nave spaziale in ogni suo aspetto. I controlli, una volta familiarizzato con l’interfaccia, sono piuttosto semplici e comodi, arcade al punto giusto e funzionali per le azioni che è possibile compiere nello spazio. Saremo in grado di sparare con diversi armamenti, distribuire in tempo reale l’energia nei diversi reparti, come propulsori e scudi, dove l’alternanza corretta dei valori di questa meccanica si rivela spesso la chiave nei comuni scontri a fuoco con altre navi ostili.

Sarà possibile personalizzare la propria nave o costruirne di nuove attraverso un editor basato sui moduli, che tiene conto di tutti i fattori fondamentali di un mezzo simile in un contesto ruolistico di questo calibro, dove sarà importante trovare una quadra tra estetica e funzionalità in base alle proprie esigenze. Altrimenti sarà possibile comprarne di nuove o rubarne altre a seguito di un abbordaggio riuscito; le possibilità sono molte in tal senso. Visitare i pianeti sarà utile anche per la raccolta di diverse risorse, con le quali costruire avamposti o insediamenti, dando sfoggio alla propria creatività per perseguire diversi fini. L’unico vero limite è la fantasia del giocatore e la propria voglia di sperimentare.

Starfield in-game shot

Nuove ambizioni e vecchi difetti

Per quanto riguarda il profilo tecnico di Starfield, ci troviamo di fronte al titolo più ambizioso di Bethesda, che si traduce in una cura maggiore e una direzione artistica lodevole. Purtroppo i limiti del Creation Engine si fanno sentire a più riprese, e se, dal punto di vista grafico, Starfield abbia molto da dire in ottica di colpi d’occhio, senza soffermarsi sulle rifiniture eventuali, altrettanto non si può dire per quanto riguarda le animazioni, i modelli e le espressioni facciali, restituendo quei vizi di natura tecnica che potevamo trovare in titoli come Skyrim e Fallout 4, anche sotto il profilo dei caricamenti perpetui per ogni area che spezzano in larga parte la continuità dell’immersione sulla quale il titolo punta ampiamente le sue risorse, sebbene la richiesta di un SSD mitighi il problema.

Il sistema d’illuminazione dinamica restituisce ottime rese che impattano ampiamente sulla scena e sull’estetica generale, che risulta magnetica anche dopo l’ennesima traversata. Anche l’hud di gioco merita una menzione particolare, poiché ci è parso alquanto azzeccato nello stile, seppur singolare e a cui bisogna farci l’occhio, il quale dà seguito alla confusione di un’interfaccia non propriamente intuitiva alle prime e talvolta macchinosa nella navigazione. Le cose non vanno meglio se si parla di intelligenza artificiale, ancorata al passato e per niente stimolante, tanto che è consigliabile alzare la difficoltà di gioco se si vuole trovare un qualche senso di sfida.

Starfield Nuova Atlantide

L’ottimizzazione lato PC sembra mancare in larga parte, dove solo le macchine più all’avanguardia riescono a trarre il meglio dal titolo, motivo per il quale siamo dovuti scendere a più di un compromesso per mantenere una risoluzione e una fluidità accettabili. Menzione d’onore per la colonna sonora, affidata a Inon Zur, che accompagna magistralmente il nostro viaggio attraverso il cosmo con brani decisamente evocativi che sottolineano l’ignoto, la vastità e la scoperta.

Conclusioni

Starfield è la summa dell’esperienza acquisita da Bethesda Softworks in anni e anni di progetti videoludici di stampo ruolistico mastodontici, a cui il titolo spaziale si aggiunge come degno erede di un’idea di gioco di ruolo per certi versi unica. Proprio in questa unicità risiede il cuore di Starfield, che vuole essere un richiamo per tutti i fan della software house statunitense e gli amanti del genere sci-fi, che siamo sicuri troveranno nell’ultima fatica di Bethesda un luogo dove poter passare centinaia di ore in un universo sconfinato, a patto di scendere a compromessi di natura tecnica. Proprio l’essere così conservativo nei propri sistemi tecnico-ludici è un’arma a doppio taglio che va a scontrarsi con delle novità non pienamente espresse.

Enorme e grezzo, di nuove prospettive quanto ancorato a stilemi del tempo bloccati tra identità e ambizione, prezioso e ingenuo al tempo stesso, capace di offrire un colpo d’occhio invidiabile e brutture figlie di generazioni videoludiche passate da tempo. Starfield è tutto questo, il vertice di un’idea di gioco che non tutti riusciranno ad abbracciare, ma chi saprà immergersi in questo universo troverà un vero e proprio tesoro di rara caratura.

Starfield

Starfield

Voto - 8.3

8.3

Starfield è il nuovo GDR ambientato nello spazio a cura di Bethesda Softworks in esclusiva su Xbox e PC.

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Mirko Proietti

Mirko Proietti

Videogiocatore classe '96 operativo dall'età di 3 anni. La prima esperienza con Sega Mega Drive e PlayStation in contemporanea. Prediligo il genere Platform e GDR, ma da sempre mantengo una visione a 360 gradi del panorama videoludico. Laureato in Comunicazione, cerco la completezza nella produzione del videogioco, che tendo a considerare un'arte vera e propria.

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