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One Piece – Netflix: un degno live action dal cuore pulsante (Recensione)

Finalmente ci siamo: il live action Netflix di One Piece è finalmente approdato sulla nota piattaforma streaming, coronando mesi e mesi di speculazioni e paure, placate da buoni trailer e ottime immagini dal set. Prima di approfondire vogliamo dirvi il come questa serie TV rispecchi i valori, l’anima e il cuore dell’opera originale di Eiichiro Oda, ampiamente presente anche in questa produzione in veste di produttore esecutivo: probabilmente abbiamo trovato l’ingrediente essenziale per fare come si deve questo genere di trasposizioni/adattamenti, ovvero tirare sempre in ballo l’autore originale.

Questa prima stagione adattata in maniera magistrale “La Saga del Mare Orientale”, detta anche “East Blue”, aggiungendo anche delle sequenze non presenti nel manga rielaborando il tutto con una chiave e anche una visione diversa variata per forza di cose, dato che alla fine parliamo di un linguaggio diverso rispetto al manga o anche all’anime: i ritmi delle serie televisive sono diversi e il racconto deve essere dinamico, enigmatico, adattato e anche diramato in più fasi, quindi non potevamo aspettarci lo stesso rispetto cronologico con le pagine del manga.

La missione era complessa e a quanto pare Netflix ha creato un live action degno di nota, dimostrando il come un grande budget possa essere gestito nel migliore dei modi, sfruttando il tutto a dovere, ricreando e ponendo allo stesso tempo delle basi rimaste sepolte per molto tempo, specie dopo i fallimenti di trasposizioni come Death Note e Cowboy Bebop, quest’ultima addirittura cancellata dopo pochi giorni dalla pubblicazione su Netflix.

One Piece - Netflix: un degno live action dal cuore pulsante (Recensione)

One Piece: un live action dal grande cuore

Come leggiamo dal titolo i valori presenti nel manga di Oda erano assolutamente necessari da inserire, visto che fanno parte della caratterizzazione del personaggio principale. Luffy crede nella forza dell’amicizia e non si piega davanti a niente e nessun pur di realizzare i propri sogni. Questa parte del suo carattere è scritta divinamente all’interno della serie e anche chi guarda One Piece per la prima volta può capire di come Cappello di Paglia sia da esempio per la sua ciurma, incoraggiandola e invogliandola a seguire sempre e comunque i loro ideali.

Oda e tutta la produzione sono riusciti ad inserire in ogni singolo frame tutta l’essenza della storia, senza dimenticare il forte senso di avventura trasmesso in ogni singolo episodio: ci troviamo con l’anima di fronte a un grande live action, lasciando stare un attimo la parte tecnica, anch’essa degna della controparte “spirituale”. Attaccandoci a questo possiamo iniziare ad approfondire la parte visiva di questo live action, rassicurandovi fin da subito che nel complesso il tutto è davvero buono, non un capolavoro, ma davvero ottimo.

One Piece - Live-Action: Netflix corregge l'errore anacronistico presente nel trailer della serie TV

Fin dalle prime scene del trailer avevamo avuto molti dubbi sulla CGI, per via di alcune battaglie navali incerte nelle realizzazione e alcuni frame di Luffy in versione elastica durante vari scontri: questa parte tecnica è stata aggiustata e nel complesso il lavoro è buono anche se alla fine sono presenti dei “piccoli incidenti di percorso” risolti con un montaggio all’altezza della situazione. La computer grafica non è invasiva o fastidiosa anche se in determinati punti è molto opinabile.

Prima di continuare apriamo una parentesi sull’intro della prima puntata, ovvero “Romance Dawn – L’alba di una grande avventura”, che come ben sapete si concentra sull’esecuzione di Gol D. Roger, il Re dei Pirati. In questo caso abbiamo un ottimo inizio e l’attore “reclutato” per il ruolo è degno della sua figura: la sua morte è accompagnata dall’inizio di una nuova era grazie a una tema musicale perfetto per l’occasione. Quest’ultimo si presenta molto cupo, macabro e ricorda di come la fine di una grande cosa è l’inizio di una nuova, non solo per i pirati ma in questo caso anche per Netflix stessa.

One Piece - Netflix

Mackenyu è la massima espressione di Zoro (insieme al resto del cast)

Un plauso va fatto a Iñaki Godoy e Mackenyu, rispettivamente Luffy e Zoro per essere stati al centro di sequenze di combattimento davvero esplosive, dove la regia ha accompagnato il talento dei due con dei movimenti di macchina efficaci e immersivi, evidenziando le grandi abilità degli attori. Ottimi ovviamente anche Jacob Romero, Taz Skylar e Emily Rudd (Usopp, Sanji e Nami). Standing Ovation per i Lumacofoni realizzati a mano.

I protagonisti si confermano un ottima scelta per il progetto, destinato senza dubbio a continuare nel corso degli anni. In linea generale tutto il cast è stato scelto con cura e ogni personaggio sembra essere nato per il ruolo: su tutti Koby, Helmeppo, Kuro, Alvida, Bagy Shanks, Roger e anche Mihawk volendo, per gli Uomini-Pesce lasciamo a voi il giudizio anche se alla fine, in questo specifico caso è stato fatto un buon lavoro considerando tutti i limiti presenti.

Godoy e tutti gli altri sono degli attori talentuosi e di certo sono dei grandi appassionati della storia visto il grande cuore inserito nella performance, ma Mackenyu è sorprendentemente qualche asticella più su nel vestire i panni del suo personaggio. Dopo il flop del live action dedicato ai Cavalieri dello Zodiaco l’attore giapponese ha avuto la sua rivalsa dimostrando la sua grinta e la sua abilità a quanto pare, con le spade, presente anche nella trasposizione live action di “Kenshin”.

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Tralasciando la buona prova attoriale che lo vuole serioso e apatico spesso, l’attore ha creato una figura importante per il mitico spadaccino dei Mugiwara trovandosi spesso al centro di sequenze action al cardiopalma che senza dubbio aumentano la dinamicità e il ritmo degli episodi.

Mackenyu, sostenuto da una regia sempre ottima incarna alla perfezione l’anima del pirata rendendo giustizia anche alla celebre scena che lo vede scontrarsi con Mihawk: non diciamo altro al riguardo ma vi assicuriamo la presenza di una violenza visiva maggiore rispetto al manga o all’anime, grazie alla ferocia di Zoro e inizialmente anche di Alvida: non manca un linguaggio più “colorito” rispetto alla controparte originale.

One Piece – Netflix: un live action non esente da difetti

Come mai avete letto fino a questo momento solamente pareri positivi su questo live action Netflix di One Piece? Perché semplicemente dei difetti ne parleremo in questa sezione per non confondere la lettura, premettendo che non sono delle mancanze o dei difetti gravi ma anzi, stiamo quasi cercando il pelo nell’uovo volendo.

Come accennato poche righe fa alcune sequenze in CGI lasciano senza dubbio a desiderare, visto che anche la produzione cerca di eliminarle celermente quando possibile, mostrandole per pochi secondi e troncando il tutto subito: una buona tecnica per non mostrare apertamente alcune carenze, e in questo caso va bene così. Passiamo invece a Garp che ha una sì una buona presenza, ma purtroppo la poca massa muscolare e l’altezza media dell’attore di questo live action non rendono giustizia al Vice Ammiraglio della Marina, una delle figure più forti e rilevanti della storia.

One Piece - Netflix: Alvida, Arlong, Buggy, Kuro, Mihawk e tanti altri nei nuovi poster "Wanted"

Durante gli scontri invece, si intravede visivamente poco la sua forza e questo senza dubbio potrebbe gravare anche sulle prossime scene inserite nelle stagioni successive. Gli Uomini-Pesce sono buoni dal punto di vista estetico come già accennato, anche se non si riesce a giustificare la “riduzione” del naso di Arlong, senza parlare della sua “perdita di centimetri” anche in altezza generale. Volendo essere pignoli la possenza dell’Uomo-Pesce è davvero importante in One Piece quindi questa cosa potrebbe dare fastidio a molti, specie durante i combattimenti.

Agganciandoci agli scontri e tralasciando quelli di Zoro, spesso e volentieri notiamo il come alcuni colpi siano “appoggiati”, riducendo così l’impatto visivo dell’attacco. Questo discorso vale per tutti ma se andiamo nello specifico questa cosa si nota durante alcuni calci di Sanji e all’interno delle esecuzioni “elastiche” di Luffy, dove quest’ultimo si carica enormemente per poi sfociare in un colpo che sembra provenire da una serie classica dei Power Rangers: non un enorme difetto visto il livello totale della serie, ma senza dubbio si nota eccome durante certe sequenze.

Arlong Kiribachi

Ognuno ha i propri sogni

Netflix ha realizzato il sogno di Oda e quello dei suoi lettori, realizzando un degno live action dal grande cuore e dall’anima profonda. Una missione complessa portata a termine in maniera egregia nonostante i difetti, nonostante le critiche e l’avversione dello stesso pubblico amante della leggendaria epopea piratesca.

Sperando che quelli più scettici si ricredano, vi lasciamo alla visione della prima stagione sperando che quest’ultima vi faccia tornare indietro nel tempo con una consapevolezza nuova, dal sapore e sentore di “Mare Orientale”, capace di scatenare immensi ricordi che hanno accompagnato la nostra vita fino ad ora, sperando anche che il “buon vento” del live action trascini con se del nuovo pubblico alla ricerca dello ONE PIECE, il celebre tesoro di Gol D. Roger.

Leggi anche: ONE PIECE – NETFLIX, RIVELATO IL DESIGN UFFICIALE DEI BERRY ALL’INTERNO DEL LIVE ACTION: SONO STATI PROGETTATI DA ODA IN PERSONA

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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