Il Giappone diviene protagonista di una polemica online in merito ad alcune pubblicità esposte nella metropolitana di Osaka. Le pubblicità, frutto di una collaborazione tra il videogioco Mahjong Soul e il manga Saki, sono state accusate di costituire una molestia ambientale nei confronti delle donne per via del modo in cui sono raffigurate alcune delle ragazze protagoniste nei cartelloni.
Non è la prima volta che in Giappone si hanno polemiche del genere in merito alle pubblicità. Stavolta la critica viene da Kanako Otsuji, un ex membro della Camera dei Rappresentanti del paese. In particolare, il politico si meraviglia che nel 2022 “le illustrazioni di donne sessualizzate siano ancora esposte con orgoglio all’uscita di una stazione”.
L’affermazione è stata fatta su Twitter, e ha raccolto decine di migliaia di consensi e condivisioni in poche ore. In seguito, il politico avrebbe aggiunto che la colpa di ciò ricada soprattutto sulla società che ha deciso d’inserire l’annuncio nel JR-West Japan, all’uscita di Midosuji Gate della stazione di Osaka. Si tratta infatti di un luogo frequentato da tantissime persone, troppe per potersi permettere tale leggerezza.
La risposta dell reparto marketing della stazione di Osaka
Secondo il politico, quanto accaduto indica come le pubblicità all’interno di spazi pubblici ignorino bellamente il problema della commercializzazione della sessualità femminile. I personaggi delle pubblicità indossano costumi che lasciano scoperta gran parte del corpo, e sarebbe proprio ciò a costituire una molestia ambientale. Inoltre, il tutto sarebbe aggravato dal modo eccessivamente visibile in cui sono posizionati i cartelloni.
Il politico ha chiamato a risponderne la società che ha dato l’approvazione per inserirlo. La JR-West Japan Marketing Communications, ovvero la sezione che si occupa del marketing delle stazioni in Giappone, ha deciso di rispondere a questa chiamata in causa del politico. Per difendersi dalle accuse di annunci troppo espliciti per il pubblico, l’azienda ha detto che tutte le pubblicità erano state create attraverso “recensioni a misura di donna”.
Non è chiaro se ciò significhi le pubblicità sono state valutate o meno da delle donne, in ogni caso sembra una risposta piuttosto peculiare al problema. Inoltre, secondo l’azienda gli annunci rispettavano pienamente i criteri richiesti dalle pubblicità, anche dopo le ispezioni e i controlli effettuati su di essi prima della pubblicazione.
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