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Per una critica cinematografica nei film anime “non si scrivono bene i personaggi femminili”

A fine settembre la critica cinematografica Kei Onodera ha scritto un lungo thread diventato virale in cui ha parlato di come lo stile dei film anime giapponese sia ormai superato, specialmente per quanto riguarda la costruzione e la caratterizzazione dei personaggi femminili. Secondo lei i film d’animazione prodotti in Occidente, come il recente Red della Pixar, sono migliori degli anime sotto quest’aspetto e per questo fanno anche più successo.

Nel post Onodera scrive che dopo aver visto Red, ha realizzato che tutti i personaggi femminili dei film d’animazione giapponesi le sembrano rappresentare una tendenza ormai antiquata, in quanto spesso rappresentate come liceali che si distinguono per la loro devozione e che sono idealizzate dagli uomini.

Nelle opere mainstream la valutazione della tenerezza e dell’attrattività dei personaggi sarebbe ristretta a pochi casi, e le espressioni facciali dei personaggi femminili le danno l’impressione che siano sempre consapevoli degli sguardi maschili, come se fossero delle idol davanti ad una telecamera.

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Red si differenzierebbe dalla tendenza giapponese perché racconta una storia ispirata alla vita della stessa regista Domee Shi, in cui una ragazzina cinese immigrata in Canada vive tra le tradizioni del suo paese natale e la realtà di quello in cui vive attualmente.

Onodera si informa sempre sui nuovi film d’animazione, anche se ammette di non sapere davvero tutto quello che sta succedendo al momento nell’industria (tranne che alcune persone critichino delle opere perché odiano le femministe).

Le opere di oggi secondo lei sopravvivono perché ci sono persone che vogliono un senso dell’epoca precedente, nonostante poi sono queste stesse opere rafforzare i vari stereotipi nella società, e per questo spera che i creatori inizino a presentare i “valori del futuro“.

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I commenti al thread di Onodera

Nei commenti si nota anche come il pubblico si trovi in parte d’accordo con lei e in parte no. Per alcuni non ha senso paragonare opere occidentali come Red a quelle giapponesi, sia per il target di riferimento sia perché sono realizzate per il pubblico del rispettivo paese. Un utente scrive ad esempio che l’animazione americana non rappresenta quello “che vogliono gli otaku“, in quanto “chi non paga non ha voce in capitolo“.

Una critica particolare riguarda invece il pensiero della critica riguardo il fatto che le ragazze vengano rappresentate tramite idealizzazioni degli uomini, cosa che non si applica a tutti i cartoni. Un utente ha portato come esempio i prodotti della Kyoto Animation, di cui alcuni sono realizzati da delle donne. Altri sottolineano che l’animazione giapponese non può cambiare all’improvviso, in quanto fa sentire bene gli adolescenti e i giovani adulti.

Chi è d’accordo con Onodera ha però sottolineato che la tendenza esplicitata nel thread sia molto più marcata nei film e nei prodotti live-action che in quelli animati.

Liz

Fonte: SomosKudasai.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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