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La Russia blocca i servizi VPN in tutto il paese

Nonostante dall’inizio del conflitto contro l‘Ucraina siano state un servizio molto utilizzato per aggirare le sanzioni e i blocchi provenienti dai paesi occidentali, il Cremlino ha deciso di bloccare tutti i servizi VPN. La decisione è stata attuata direttamente dal Roskomnadzor, l’ente russo che si occupa del controllo e della regolamentazione delle comunicazioni, che lo ha comunicato lo scorso 2 giugno, tramite la TASS, l’agenzia di stampa nazionale, con queste parole.

Il Centro per il monitoraggio e il controllo della rete di comunicazioni pubbliche ha adottato misure per limitare il funzionamento dei servizi VPN che violano la legge in tutta la Russia. Lo ha riferito giovedì Roskomnadzor in risposta alla nostra richiesta. In conformità con la nostra legge sulle comunicazioni, aggirare il blocco di contenuti illegali è considerato un pericolo. Il centro per il monitoraggio e il controllo delle reti pubbliche per le comunicazioni ha attuato misure per limitare l’operatività dei servizi che violano la legge russa.

Non è la prima volta che il governo russo va a limitare le VPN, in quanto a metà marzo, poco dopo l’inizio del conflitto, ne erano già state bloccate a decine. Questa volta ad essere colpite sono stati alcuni servizi piuttosto utilizzati in tutto il mondo come NordVPN. La notizia resta comunque piuttosto curiosa, perchè come riportato da TOP 10 VPN, dall’inizio del conflitto gli enti governativi russi hanno siglato oltre 200 contratti per questo tipo di servizi, per una spesa totale di quasi 10 milioni di dollari. La domanda sorge quindi spontanea, perchè il governo russo ha quindi deciso di bloccare nuovamente le VPN?

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Il motivo dello stop ai servizi VPN

La risposta sta nel fatto che molti cittadini, grazie al servizio offerto dai vari gestori (alcuni di essi avevano deciso di servire gratuitamente le proprie prestazioni alla popolazione russa), riuscivano ad aggirare i blocchi imposti dal Cremlino, arrivando a comunicare con il resto del mondo o ad accedere ai social network banditi in tutto il paese, senza alcun tipo di monitoraggio. La cosa rischiava di sfuggire di mano al governo, che ha quindi optato per una nuova stretta nei confronti delle VPN, nonostante i primi a farne uso siano proprio loro.

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Matteo Pignagnoli

Matteo Pignagnoli

23 anni, laureato in scienze della comunicazione con l'obiettivo di diventare giornalista. Appassionato sin da piccolo di gaming e sport, mi interesso anche di anime, manga e musica.

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