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Maria e la Bambola

Maria e la Bambola | L’erotismo senza fan service di Osamu Tezuka

Con Maria e la Bambola, il maestro Osamu Tezuka dimostra ancora una volta di non poter essere banale. Un fumetto educativo rivolto ai ragazzi, per guidarli nella prima esplorazione della sessualità, grazie alla mente e alla mano del dio dei manga si trasforma in un’opera molto significativa anche dal punto di vista psicoanalitico.

Maria e La Bambola inizia la sua pubblicazione nel 1970, anno in cui è uscito anche Cleopatra, famoso film d’animazione diretto da Osamu Tezuka. Si tratta di un periodo di transizione nella storia dei manga, poiché da qualche anno viene consentito l’utilizzo di scene erotiche, a cui molti autori, però, ricorrono in misura eccessiva.

Il maestro, che in passato era sempre stato a favore di alcune restrizioni sui contenuti delle pubblicazioni a fumetto, riversa in Maria e La Bambola tutta la sua frustrazione per l’operato dei suoi colleghi, dando vita a un giusto equilibrio tra gag, riflessioni profonde e messaggi educativi. L’erotismo è presente in una dimensione necessaria a ciò che l’opera vuol comunicare, senza esagerazioni, ed è strettamente legato al valore paideutico del racconto.

Maria e la Bambola 2

Il protagonista di Maria e la Bambola è Yakeppachi, un teppista cresciuto senza una madre, che ha ereditato tutti gli atteggiamenti violenti del padre, poco consoni alla disciplina richiesta nell’ambiente scolastico. La mancanza di una figura materna è alla base di alcuni comportamenti non proprio funzionali del ragazzo, che desidera però a tutti i costi riempire il vuoto che si porta dentro, finendo per partorire Maria, un fantasma.

Impossessatasi del corpo di una bambola gonfiabile, Maria inizia a frequentare la scuola, come una normale ragazzina. L’ectoplasma si guadagna gli apprezzamenti di tutti i maschietti e l’odio del capo dell’associazione della trama e dell’occulto, una ragazza che vuol per sé tutte le attenzioni, soprattutto quelle di Yakeppachi.

Per questo motivo, Maria e Yakeppachi vengono continuamente presi di mira dall’associazione, e, durante i numerosi scontri con i suoi membri, il protagonista finisce per innamorarsi di lei. L’attrazione tra i due è permeata dalla solita intensità dei primi amori adolescenziali, rafforzata dalle numerose peripezie con le quali sono costretti a confrontarsi quasi quotidianamente.

Maria e la Bambola

Maria e La Bambola, però, non racconta solo l’amore tra due adolescenti. Il legame tra Maria e Yakeppachi si evolve parallelamente alla crescita del protagonista, che grazie a lei impara a prendersi cura degli altri, capisce cosa vuol dire dare, ricevere e desiderare affetto. Volendo fornire una chiave di lettura psicoanalitica alla loro relazione, Maria è andata a sostituire la figura materna mancante, permettendo al giovane di vivere, in ritardo, una sorta di “fase edipica”.

Infatti, secondo Freud, la maggior parte degli esseri umani prova attrazione, durante la fase edipica, per il genitore di sesso opposto, mentre avverte astio e rivalità nei confronti di quello dello stesso sesso. Il discorso può essere semplificato asserendo che il genitore di sesso opposto costituisce, nella maggior parte dei casi, il primo amore. Grazie a Maria, Yakeppachi ha potuto sentire delle emozioni di cui la vita lo aveva privato: l’attrazione per una figura intimamente legata a lui, in quanto da lui generata.

Nel narrare il percorso del ragazzo, Osamu Tezuka fornisce ai suoi giovani lettori numerose spiegazioni di carattere biologico su come funzioni la riproduzione negli esseri umani, su come si danno alla luce i bambini e anche sul processo evolutivo dell’uomo dalla nascita alla vecchiaia. La vivacità creativa del dio dei manga si supera nell’inserire un manuale dentro a un manuale. Infatti, spesso sfrutta la narrazione per dare consigli tecnici ai mangaka, servendosi simpaticamente dell’abbattimento della quarta parete.

Proprio la parte finale contiene consigli su come rappresentare nei fumetti determinate intenzioni o sentimenti, collegando il modo di amare di un personaggio ai tratti somatici con cui viene disegnato. A tal proposito, alcune affermazioni potrebbero risultare razziste o sessiste, ma andrebbero lette tenendo sempre a mente lo stile esagerato e a tratti caricaturale del maestro, oltre al periodo storico.

Maria e la Bambola 3

Il classico stile di Osamu Tezuka è perfetto per l’opera e soprattutto per il pubblico a cui è rivolto. La mancanza di realismo nel realizzare i corpi consente al lettore di assaporarne la comicità, dando alle scene erotiche una dimensione differente rispetto al fan service contro cui il maestro si scagliava nel periodo della pubblicazione di Maria e La Bambola.

La solita accuratezza del dio dei manga nella rappresentazione del movimento è meno marcata rispetto ad altre opere. Infatti, in Maria e La Bambola, Tezuka sceglie di soffermarsi soltanto sulle pose fondamentali, risultando più sintetico dal punto di vista “cinetico” che in altri suoi fumetti. La ragione potrebbe celarsi dietro ai suoi numerosi impegni lavorativi di quel periodo.

Maria e la Bambola è consigliato?

L’edizione di J-POP rende Maria e la Bambola assolutamente imperdibile per i fan del maestro, e i consigli che dà ai disegnatori potrebbero interessare anche un pubblico più ampio. Tuttavia, alcuni lettori potrebbero non apprezzare qualche punto di vista sul rapporto uomo-donna, legato molto al periodo storico. Si tratta comunque di una delle opere più importanti e significative della Osamushi Collection.

Il volume unico di €15 dotato di sovracoperta è una gioia per gli occhi: Maria e la Bambola fa la sua bellissima figura in libreria, insieme alle altre opere di Tezuka.

maria e la bambola

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Giovanni Parisi

Giovanni Parisi

Laureato in Ingegneria Chimica, aspirante professore alla Great Teacher Onizuka, esploratore di universi di fantasia, illuso sognatore, idealista, cinico a tratti. Ma ho anche dei pregi.

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