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Moving Out, la recensione: la particolare vita di una traslocatore

Benvenuto a Packamore, traslocatore!

Il vostro sogno è sempre stato quello di lavorare in una ditta di traslochi? Spaccarvi la schiena trasportando un divano di 30kg è un vostro sogno proibito? Beh, l’ultima fatica del Team 17 renderà i vostri desideri realtà! Tra qualche giorno, sarà disponibile sui vari store Moving Out, il nuovo gioco dei creatori di Worms, in cui vestiremo i panni di un traslocatore in un mondo bizzarro e particolare. Noi di DrCommodore.it abbiamo avuto la possibilità di provarlo ed ecco cosa ne pensiamo!

Moving out

Moving Out è un titolo assai interessante, un mix tra party-game, action e platforming con visuale isometrica, da giocare da soli o con amici. Il nostro compito all’interno del gioco, sarà quello di traslocare mobili e oggetti vari da case e altri luoghi, in meno tempo possibile. Prima di lanciarci nella colorata città di Packamore, avremo la possibilità di scegliere il nostro personaggio, che potremo cambiare durante la nostra partita. Un dettaglio molto interessante è la vasta personalizzazione del vestiario di ognuno di loro, con colori e accessori diversi che rendono l’esperienza di gioco variegata, soprattutto se affrontata in cooperativa.

Dopo aver creato il nostro avatar, affronteremo un breve tutorial che ci mostrerà come affrontare il nostro compito di traslocatori nella terza ditta migliore di Packamore; qui impareremo le basi di gioco su come trasportare gli oggetti sul nostro furgone, dai semplici pacchi agli enormi divani a “L” ed è qui che viene mostrato il potenziale ludico del titolo basato soprattutto sulla fisica. Dopo aver finito l’introduzione verremo catapultati nella pazza, rumorosa e bizzarra cittadina. L’intero gioco è pieno zeppo di riferimenti alla cultura pop dei primi anni ’90, dalle automobili che ricordano Bumblebee al negozio di VHS,  fino alla sala giochi, dove passando davanti con il nostro furgoncino, potremmo ascoltare i suoni dei cabinati all’interno. Ma questi brevi momenti di nostalgia vengono subito interrotti dalla comicità che non smette mai di accompagnarci durante le varie missioni che si basano principalmente sui movimenti buffi che compiremo e sui dialoghi che scambieremo con il nostro capo o il nostro collega che lascerà a noi il lavoro sporco.

Ogni dialogo è fatto di poche battute, ma sono colmi di elementi così irresistibilmente sciocchi che non potranno fare a meno di farci scappare una risata. Un mondo buffo e colorato che riesce ad essere esilarante anche quando si tratterà di guidare il nostro furgoncino fino alla successiva missione. Infatti dopo il completamento di un trasloco, verremo portati ad una sorta di hub, nonché la stessa cittadina di Packamore, nella quale potremmo muoverci liberamente con il nostro furgone creando letteralmente il caos durante il tragitto fino al prossimo luogo da traslocare.

Moving Out: era così da prima che arrivassimo noi

Moving out

Ora parliamo dell’essenza del gioco stesso, ovvero, il trasloco: il nostro scopo sarà quello di consegnare pacchi e altri oggetti nel minor tempo possibile. Il gioco offre un livello di sfida abbastanza impegnativo, se si affrontano le missioni in singolo sia per la mole di oggetti da consegnare, sia per un timer non adatto all’esperienza singleplayer. Ciononostante, avremo la possibilità di affrontare lo stesso quadro in modi differenti grazie ad una fisica dinamica che offre un approccio unico dando modo di sfruttare l’ambiente di gioco per completare il livello in tempi sempre più brevi e quindi ci ritroveremo letteralmente a sfondare finestre, porte, usare altri oggetti per tenere premuti dei tasti a pressione e così via.

Ogni oggetto è quindi dotato di fisica propria ed è qui che il gioco complica la vita ai giocatori: qualunque altro elemento che si trova nel livello che non va traslocato è un ostacolo. Stipiti delle porte, lampade, sedie tavoli, ogni oggetto non necessario per il completamento ci metterà in difficoltà a seconda dei movimenti e di cosa trasportiamo. E per chi affronta il gioco in singolo, qui sono dolori: se nel tutorial ci viene mostrato come oggetti più pesanti possono essere trasportati da due giocatori e addirittura lanciati, da soli potremo solo trascinare questi oggetti, che solitamente si trovano in zone della mappa anguste e circondate da ostacoli.

Questo porterà il giocatore, anche più attento, a dover posizionarsi più volte per far uscire, per esempio, un letto da una stanza o un divano dal salotto, a volte addirittura risistemare gli oggetti nel furgone così da poterne sistemare altri e quindi rendere impossibile completare il quadro con una medaglia d’oro. Per quanto riguarda la cooperazione, il gioco si basa principalmente su questa meccanica: più giocatori ci sono, più la risoluzione diventa semplice ed esilarante, non richiedendo una grande coordinazione. Quindi se da soli per trasportare un letto, bisogna percorrere tutto il tragitto, dalla stanza al furgone, perdendo secondi preziosi, in due potremmo lanciare il letto dalla finestra per far più velocemente.

Dalle stalle alle stelle

Man mano che proseguiremo nella nostra avventura in Moving Out avremo la possibilità di sbloccare nuovi personaggi, zone extra e nuovi livelli in cui saranno presenti dei rompicapo, zone di platforming e nuovi ostacoli. Effettivamente, per quanto sembri strano, una trama esiste, e ci porterà addirittura nello spazio per affrontare gli odiosi ratti dei traslochi, che hanno rubato degli oggetti che in precedenza abbiamo traslocato. Una storia davvero avvincente che ricorda i film di serie z che davano proprio negli anni ’90, durante il pomeriggio domenicale.

Blockbuster e Sale giochi

Moving out

No, purtroppo non c’è effettivamente Blockbuster, ci dispiace avervi mentito. Ma comunque il negozio di VHS c’è ed è una aggiunta di gioco interessante insieme alla sala giochi. Se raccogliamo un numero specifico di medaglie d’oro potremo usufruire del negozio VHS per poter rivivere alcuni eventi del passato della nostra importante azienda, che scimmiottano film d’azione degli anni ’80 e ’90. La sala giochi, invece, ci offrirà dei livelli speciali, impostati come i giochi di un tempo, al completamento di obiettivi speciali di tutte le missioni principali, che aumenta la longevità del videogioco stesso.

Come sempre il problema arriva quando si è in singleplayer dove senza la modalità assistita, le medaglie raccolte saranno solo d’argento o bronzo questo perché il limite di tempo impostato per le medaglie d’oro è troppo breve per chi lo affronta in singolo. Non c’è quindi un effettivo equilibrio: o il gioco è troppo difficile o troppo facile. Gli obiettivi bonus per la sala giochi sono solitamente tre per ogni livello, verranno sbloccati alla fine di ognuno, quindi per completarli dovremmo riavviare più volte il quadro per trovare magari oggetti segreti o evitare di distruggere degli oggetti in-game.

In conclusione

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Moving Out, è un gioco divertente e spensierato dalle atmosfere pop e nostalgiche, che fa del suo punto di forza la fisica e il lavoro di squadra, portando però, a penalizzare coloro che lo affrontano in singolo rendendo l’esperienza di gioco appassionante almeno la metà. Grazie ad una longevità abbastanza estesa con una mole elevata di missioni principali e livelli bonus non va lasciato scappare per gli amanti dei party-game.

Voto:8

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Gianluca Starita

Gianluca Starita

Nato nel '99, appassionato di cinema, serie tv e fumetti. That's all folks!

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