Dopo Xiaomi anche Huawei Italia ha pensato di aiutare il Belpaese con l’emergenza coronavirus. L’azienda cinese non solo ha già donato mille tute protettive per alcuni ospedali di Milano e 200.000 mascherine FFP2, ma aiuterà anche con ulteriori dispositivi di protezione e tecnologici.
Chi trova un amico trova un tesoro
Il supporto arriverà sotto forma di apparecchiature Wi-Fi per dieci ospedali diversi, così da migliorare la comunicazione e coordinazione tra medici. Ancora, Huawei starebbe creando un’applicazione per videoconferenze appositamente per gli enti sanitari; inoltre donerà 500 dispositivi (tablet e smartphone) sempre agli ospedali così da permettere ai pazienti di rimanere in contatto con i familiari.
“Siamo vicini all’Italia, il Paese in cui Huawei è presente da oltre 16 anni; crediamo che sia nostro dovere offrire tecnologia, competenze e forniture mediche in un momento così critico. La collaborazione e la solidarietà senza confini sono fondamentali.”
Queste le parole del CEO di Huawei Italia, Thomas Miao, che dunque segue l’intento positivo di Xiaomi, altra azienda di tecnologia cinese. Una campagna di solidarietà verso gli italiani, la seconda popolazione al mondo per numero di casi infetti da Covid-19. Mentre in Cina essi stanno pian piano calando grazie anche alle decise misure prese dal governo di Xi Jinping, come affermano diverse testate nazionali e internazionali, in Italia non sembra essere ancora giunto il picco. Proprio per questo, forti dell’esperienza vissuta, i cinesi stanno provvedendo ad aiutarci.
Un bel gesto, significativo, che di sicuro vuole riavvicinare la Cina all’Europa dopo la longeva diatriba tecnologico-economica tra loro e gli USA di Donald Trump. Ma negli interessi degli stati, per ora e per una volta, sono i consumatori/pazienti a giovarne particolarmente, vedendo più possibilità d’uscita dal “tunnel” coronavirus.
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