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Dietrofront dell’Academy: nessun premio Oscar assegnato durante le pubblicità

Fra decisioni alquanto discutibili, vani tentativi di arrampicarsi sugli specchi e dietrofront dell’ultimo minuto l’Academy non convince proprio nessuno

Come tutti ben saprete, recentemente gli Oscar sono stati coinvolti in una bufera mediatica senza eguali.  La decisione di non trasmettere in diretta i premiati per:  miglior fotografia, montaggio, cortometraggio e trucco, ha fatto infuriare non pochi artisti ed associazioni.

Con una lettera aperta che vede le firme di nomi illustri come quelli di Tarantino e Scorsese, l’ASC (l’associazione americana dei direttori della fotografia) ha lanciato nei confronti dell’Academy una protesta senza eguali.

Nel tentativo di correre ai ripari rispondendo alla critiche, l’Academy si era così difesa:

Nessuna categoria presente alla 91esima cerimonia degli Oscar sarà presentata in maniera svilente per i suoi candidati e vincitori. A causa della diffusione di notizie imprecise e di post sui social media, si è creata una catena di disinformazione che ha giustamente infastidito molti membri dell’Academy.

 

La replica e la svolta

Una risposta abbastanza vaga e inesatta. Trasmettere alcune categorie durante la pubblicità significava di fatto declassare tutti gli artisti concorrenti per quei premi. Inoltre, l’Academy ha poi cercato di chiarire che le 4 categorie escluse sono state scelte fra quelle che si erano offerte volontariamente, e che nei prossimi anni non saranno le stesse.

L’ASC non si è di certo fatta attendere nella risposta, puntualizzando su quanto detto dai membri dell’Academy:

Dichiarare che “nessun premio verrà presentato in modo da sminuire una categoria rispetto all’altra” è in diretto conflitto con il piano che avete presentato lunedì ai membri dell’Academy. L’atto di consegnare certi premi durante le pubblicità e poi, a vostra discrezione, di mandare in onda questo contenuto, sminuisce certamente queste categorie rispetto a quelle che verranno onorate in diretta sul palco.

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L’associazione ha poi rincarato la dose riguardo la “disinformazione”:

Riguardo la vostra affermazione circa la “disinformazione”: la nostra lettera di protesta del 13 febbraio è stata creata da un gruppo ristretto di membri dell’ASC e si riferisce direttamente a una copia della lettera del presidente Bailey dell’11 febbraio, così come alla Mission dell’AMPAS. Non c’è stata alcuna disinformazione né notizie imprecise. I media hanno riportato accuratamente le informazioni e hanno dato equa rappresentazione a entrambe le parti.

Infine, l’ASC ha voluto smentire la situazione riguardo le categorie che sembrava si fossero offerte “volontariamente”.

Ci chiediamo inoltre come siete arrivati a questa decisione. Avete detto che i membri di tutte le categorie sono stati coinvolti, e che la categoria dei direttori della fotografia si è proposta “volontariamente”, ma a quanto ci risulta nessuno sapeva di questa cosa e nessuno ha votato una mozione per dare il via libera a questa decisione.

Questa situazione decisamente poco piacevole per tutta l’industria cinematografica (statunitense e non solo) sembrerebbe aver raggiunto una svolta. Il portale Variety, da sempre ben informato sullo showbiz a stelle e strisce avrebbe infatti confermato la volontà dell’Academy di trasmettere in diretta tutte e 24 le categorie.

Questa svolta sarebbe giunta in seguito ad un incontro chiarificatore tra l’Academy e alcuni membri dell’ASC

Leggi anche: I 100 film con la migliore fotografia secondo l’American Society of Cinematographers

Tutto questo perché?

Nonostante il pericolo sembra essere scongiurato, vi starete sicuramente chiedendo i motivi che avrebbero potuto portare ad una decisione simile; la risposta va ricollegata agli ascolti. Ultimamente abbiamo avuto modo di parlarvene più volte, gli Oscar sono in crisi da tempo. Fra le varie soluzioni individuate per dare nuova linfa alla cerimonia, c’era una certa necessita di ridurre la durata dello show per mantenere alti gli spettatori nel resto del mondo durante tutta la durata.

Sostanzialmente i tagli sarebbero nati in virtù di questa necessita, nonostante questo però sarebbero risultati comunque abbastanza ingiustificabili. Difatti, escludendo dalla cerimonia le 4 premiazioni, in termini di tempo lo show andrebbe a risparmiare solo una manciata minuti.

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Viene spontaneo da chiedersi se questa decina di minuti avrebbe potuto realmente fare la differenza.

Con quale criterio erano state scelte le categorie?

Riguardo l’incredibile situazione Seth Rogen si era espresso così:

Quale modo migliore di celebrare i grandi film del NON onorare le persone il cui lavoro è letteralmente filmare le cose.

Come si può escludere dagli Oscar alcuni dei premi tecnici più importanti in assoluto, che, di fatto, sono parte essenziale del cinema? Perché escludere il miglior cortometraggio ma trasmettere il miglior cortometraggio animato (nulla da togliere a nessuna delle due categorie, sia ben chiaro)?

Ovviamente, i criteri di esclusione delle 4 categorie non sono stati divulgati, in rete sta però crescendo qualche sospetto. Come abbiamo già affermato: siamo ben consapevoli che l’Academy quest’anno stia cercando di risanare gli ascolti in tutti i modi. La maggior parte dei film esclusi dalla diretta non sono stati infatti grandissimi successi di botteghino.

Inoltre, nonostante quest’anno la Disney abbia conquistato un numero di nomination incredibile, viene da chiedersi come sia possibile che in nessuna di queste 4 categorie escluse sia presente un prodotto della casa di Topolino. Perdonerete di certo la malizia, ma considerare la situazione come un semplice caso risulta abbastanza assurdo.

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Se non siete ancora convinti, vi basti sapere che l’emittente dove vengono trasmessi gli Oscar (l’ABC) è di proprietà Disney.

Lo scopo di tutto ciò?

Gli Oscar sono di fatto la marchetta pubblicitaria più efficiente dell’industria cinematografica. Basti pensare che il valore commerciale di un artista o di un attore cresce a dismisura dopo aver ricevuto la celeberrima statuetta dorata.

La Disney ovviamente questo lo sa bene, e proprio per questo lo studio era uno dei maggiori interessati per introdurre la categoria al miglior film popolare (attualmente la casa di produzione sviluppa praticamente solo pellicole di questo genere). Come tutti ben sappiamo, l’introduzione della tanto chiacchierata categoria è stata poi scartata, lo studio è però riuscito comunque a portare Black Panther agli Oscar con 7 nomination.

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Leggi anche: Kevin Feige parla delle sette nomination agli Oscar di Black Panther

Cosa succederà adesso?

In molti ipotizzano che questa sia solo una manovra pubblicitaria per riportare gli Oscar in prima pagina, in ogni caso, noi sappiamo solo che la mossa si è rivelata a dir poco un suicidio mediatico. Allo steso modo, l’inversione di marcia degli ultimi giorni è ugualmente un grosso problema per l’Academy, visto che adesso si troverà a fronteggiare un cambio della scaletta a 10 giorni dallo show è decisamente surreale.

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I candidati al miglior montaggio, da sinistra verso destra: Blackkklansman; Bohemian Rhapsody; La favorita; Green Book e Vice.

Quale sarà il prezzo?

Con dei simili provvedimenti, è sicuro che l’Academy sarà in grado di accaparrarsi quella fetta di pubblico che si rivolge al cinema con un atteggiamento decisamente occasionale. Allo stesso modo non c’è dubbio che sempre più appassionati ed esperti prenderanno le distanze da tutta la manifestazione.

Innumerevoli sono poi gli artisti che si sono espressi e si stanno esprimendo a riguardo. Si va da Vittorio Storaro fino a Guillermo del Toro.

Il valore simbolico (già altalenante) degli Oscar non fa che scendere anno dopo anno. Viene infatti da chiedersi come questa manifestazione possa essere ancora considerata come un riferimento della stagione cinematografica. Come si può ancora usare l’Oscar come metro di paragone a livello qualitativo?

Forse l’errore sta proprio nel considerare ancora l’Oscar come fosse un premio cinematografico, quando ormai è sempre più un riconoscimento aziendale.

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Lorenzo Marcoaldi

Lorenzo Marcoaldi

Cinefilo e videogiocatore incallito, non perdo mai l'occasione di andare al cinema. Appassionato del cinema riflessivo di Villeneuve e quello parodistico di Edgar Wright, considero la trilogia del cornetto un monito da contemplare saltuariamente.

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