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Stiamo iniziando a parlare di AI anche quando le AI non c’entrano nulla

Chiunque sia attivo su internet può confermarlo: le AI rappresentano il trend del momento. Esattamente come è accaduto lo scorso anno con gli NFT e, ancora prima, con i Bitcoin e le altre criptovalute, il discorso sulle intelligenze artificiali sta monopolizzando parte dell’opinione pubblica.

La ragione di questo inaspettato successo mediatico delle AI è in larga parte attribuibile a ChatGPT, un software dotato di un algoritmo ad apprendimento automatico sviluppato da OpenAI e rilasciato alla fine di novembre del 2022. A partire dal lancio, molte sono le persone ad essersi accorti dell’utilità del chatbot sia nella vita di tutti i giorni, sia nella nel corso dell’attività professionale.

Nel corso dell’anno appena passato, però, la moda delle AI, se così la si può definire, si è progressivamente estesa dalla popolazione agli operatori di mercato, infatti costoro si sono messi all’opera per capitalizzare questo fenomeno mediante lo sviluppo di prodotti potenziati dall’intelligenza artificiale.

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Eppure, recita un vecchio adagio, non è tutto oro quel che luccica: le diverse società, sfruttando la popolarità di questo nuovo fenomeno mondiale, hanno finito per sfigurare, in un certo senso, le intelligenze artificiali stesse, finendo così per mettere in commercio apparecchi “AI poweredche in realtà c’entrano poco e niente col concetto di intelligenza artificiale così come inteso dalla massa.

Parlare di AI a sproposito

Come già anticipato nell’introduzione, nell’ultimo periodo parlare di intelligenza artificiale piace e non poco. Proprio dalla popolarità del termine “AI”, nonché dalle sue diverse declinazioni, trae origine l’interesse del mondo dell’imprenditoria verso l’intelligenza artificiale.

L’obietto perseguito dalle diverse imprese colte da questo interesse appare molto chiaro: sfruttare la popolarità del nuovo fenomeno del momento, l’AI hype come è stato definito, per aumentare le proprie entrate. Dunque, uno scopo puramente utilitaristico che ben si inserisce in un sistema guidato dai dettami del capitalismo.

L'IA da autodidatta può essere accomunata al cervello umano

Basti solo pensare che, nel corso del CES 2024, una fiera dell’elettronica che si tiene ogni anno nel mese di gennaio nella città statunitense di Las Vegas, molte società, più o meno affini al settore della tecnologia, hanno presentato alcuni prodotti potenziati dall’intelligenza artificiale o da algoritmi analoghi.

Un esempio è Walmart, la nota catena di supermercati presenti in tutti gli Stati Uniti, che nel corso della fiera ha svelato una nuova funzione AI powered per la sua applicazione, capace di fare la spesa al posto vostro.

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Walmart InHome

La nuova funzione di InHome, questo il nome del software, sarà in grado di sapere quando le vostre scorte stanno per finire e ne ordinerà autonomamente di nuove da inserire in dispensa. Secondo la compagnia americana, tutto ciò è reso possibile dall’impiego di una intelligenza artificiale allenata proprio a tale scopo utilizzando i dati personali dell’utente.

Per farla breve, l’app registra le vostre abitudini alimentari, cosa acquistate e in quanto tempo lo consumate, quindi combina tutti i dati per cercare di prevedere quando gli alimenti acquistati termineranno.

Pertanto, la dicitura “AI powered” in questo frangente può essere fuorviante per il consumatore, poiché se da una parte il software effettivamente si avvale di un algoritmo per funzionare, dall’altra crea nel consumatore l’aspettativa che il programma abbia delle caratteristiche simili a ChatGPT et similia.

walmart

Le auto Volkswagen con ChatGPT

Un’altra società a sfruttare questo trend è Volkswagen. La nota casa automobilistica tedesca, infatti, ha annunciato di voler implementare sui propri veicoli nientepopodimeno che ChatGPT, l’AI generativa sviluppata da OpenAI.

Secondo il colosso tedesco, l’aggiunta del chatbot aprirà la strada a numerosi vantaggi, come delle conversazioni più ricche, la possibilità di rispondere in modo creativo alle domande dell’utente o anche quella di ricevere informazioni specifiche sul proprio veicolo e tutto senza occupare le mani.

Stando a quanto rivelato da Volkswagen, ChatGPT sarà disponibile su tutte le nuove auto della compagnia a partire dal secondo quadrimestre del 2024 (ossia da maggio) e solo in Europa. La compagnia ha fatto però sapere che è prevista anche la commercializzazione negli Stati Uniti.

Volkswagen ID. 2all concept auto elettrica

A differenza del caso Walmart, qui non si può dire che la dicitura AI powered sia fuorviante, in quanto la società ha intenzione di implementare proprio ChatGPT (l’intelligenza artificiale “originale”) e di offrirne le funzioni ai suoi clienti.

Si potrebbe però discutere circa l’utilità di questa funzione: cosa offre in più questo servizio rispetto a quelli precedenti? Nessuno, esso probabilmente darà al conducente le stesse informazioni che può dare anche un assistente digitale privo di ChatGPT, fermo restando che il primo lo farebbe con una forma diversa, più articolata e piacevole rispetto al secondo.

open-ai-GPT-4, ChatGPT

Stiamo usando a sproposito il termine “AI”? La risposta degli analisti

Dai due esempi appena fatti, emerge che l’intelligenza artificiale, quando viene implementata in un software, o può tradire le aspettative del consumatore o può non avere una vera e propria utilità, restando un semplice elemento velleitario.

Secondo Arun Chandrasekaran, analista di Gartner (società specializzata nella raccolta e nell’analisi di dati di mercato), è normale che molte società stiano implementando (o affermino di aver implementato) le intelligenze artificiali nei loro prodotti al fine di sfruttare economicamente il trend del momento.

Lo stesso avverte che la pratica potrebbe risultare ingannevole per i consumatori e addirittura dannosa per le società stesse: infatti rubricare un prodotto come “AI powered” rischia di trarre in inganno il consumatore portandolo a pensare che questo abbia in sé le caratteristiche di ChatGPT, quando in realtà esso non le possiede. Questo perché molti utenti credono che esista un solo modello di intelligenza artificiale, ossia quello di ChatGPT.

Tutto ciò rischia anche di ripercuotersi sulle società produttrici poiché un cliente deluso dal prodotto difficilmente ritorna dal produttore. Secondo Chandrasekaran questa pratica rappresenta l’equivalente imprenditoriale di “spararsi su di un piede”.

1462177481450.jpg moda e intelligenza artificiale cosa cambiera min

Fonti: 1, 2, 3

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Francesco Lanciano

Francesco Lanciano

Classe 1998, videogiocatore incallito e da sempre appassionato alla tecnologia

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