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Pokémon: Verso la Cima, la recensione della miniserie animata sul gioco di carte collezionabili

Allo scorso Pokémon Presents ci sono stati degli annunci che hanno tratto di sicuro molti di sorpresa. Uno di questi annunci è stata la miniserie animata Pokémon: Verso la Cima, che a differenza di tanti progetti animati del franchise prodotti in precedenza rappresenta il primo progetto legato al gioco di carte collezionabili dei mostriciattoli tascabili. La miniserie è stata rilasciata interamente su YouTube, quindi è giunto il momento di parlarne.

Pokémon: Verso la Cima racconta la storia di Ava, una ragazzina che si è trasferita da poco in una nuova città. La ragazzina fa fatica ad ambientarsi a scuola e a fare nuove amicizie, ma le cose cambiano quando un giorno trova una scatola con dentro vecchie carte di Pokémon. In seguito, Ava scopre che nella sua scuola c’è un club dedicato al gioco di carte, e viene invitata a unirsi a esso da Joshua. Da quel momento in poi, Ava inizia a giocare seriamente, riuscendo a migliorare il suo talento e ad arrivare a partecipare persino ai campionati mondiali.

Narrativamente la serie rimane invece abbastanza basica e prevedibile, perché alla fine si tratta della classica storia sportiva in cui si dà il messaggio che bisogna dare importanza al divertimento e all’amicizia piuttosto che alla vittoria. Nei suoi quattro episodi la serie vuole non solo presentare e pubblicizzare al pubblico al gioco di carte, ma anche le varie competizioni che i giocatori devono affrontare per ottenere i punti per arrivare al mondiale (ossia i campionati regionali e internazionali). Questo porta a un ritmo abbastanza veloce delle vicende, che non garantisce neanche un grande approfondimento dei personaggi.

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Il cast risulta carino e simpatico, anche se i personaggi presentano nelle loro caratterizzazioni alcuni cliché (ad esempio Celestine è la classica prima avversaria che inizialmente sembra antipatica ma in realtà si rivela una persona simpatica dopo che è stata sconfitta, oppure il campione mondiale Edgar che si comporta come se fosse il giocatore più figo di tutti, come tanti avversari finali che si vedono nei film sportivi). Anche la “redenzione” dei personaggi “negativi” è gestita in maniera abbastanza frettolosa, e questo incide soprattutto su Edgar visto che non appare neanche più di tanto.

Nonostante queste criticità, la serie ha dei momenti molto carini, e lo sviluppo di Ava alla fine ci sta. Una delle cose più ben riuscite della serie è l’elemento immaginario che a volte prende il sopravvento, facendo ad esempio apparire i mon rappresentati nelle carte davanti ai loro “allenatori”. Questo va a creare una specie di rapporto stretto tra di loro (soprattutto tra Ava e il suo Oddish), che sembra quasi far parte di un mondo dove i mon esistono davvero. Anche le battaglie più importanti hanno luogo in questo modo, tanto che sembra di vedere delle battaglie dell’anime che seguono però le regole delle carte.

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La tematica dell’amicizia viene trasmessa anche bene, grazie a delle scene in cui Joshua e celestine danno una mano ad Ava scambiando le loro carte, però non è così d’impatto come in altri prodotti di Pokémon. Ad esempio la stessa tematica è stata trattata meglio nel recente corto di un minuto dedicato agli scorsi Mondiali di Yokohama, il quale riusciva a farti percepire le relazioni tra personaggi provenienti da aree diverse del mondo grazie alla sua bella messa in scena.

Per l’aspetto sportivo non c’è una spiegazione chissà che dettagliata delle regole del gioco e degli effetti delle carte, che a volte sembrano quasi lasciati all’interpretazione dello spettatore. Una scelta che alla fine è comprensibile, anche se potrebbe lasciare un po’ perplessi coloro che non hanno mai fatto una partita con le carte.

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Visivamente invece la serie è molto buona (inoltre qui vorrei aggiungere una breve nota: lo staff che ha lavorato alla serie sembra essersi molto divertito durante la produzione, come si evince anche dai post di Kiana Mai e Caroline Director). Anche il doppiaggio italiano è di buona fattura, e ha delle interpretazioni molto divertenti (ad esempio quella di Pino Pirovano sul papà di Ava).

In conclusione Pokémon: Verso la Cima è una serie molto carina. Non sarà forse il prodotto animato più memorabile del franchise, ma intrattiene e potrebbe far interessare anche gli spettatori sul mondo del gioco di carte. Si spera che questa miniserie possa servire anche come trampolino di lancio per altri progetti animati dedicati al TCG, dove magari ci potrà essere spazio anche per una narrativa più espansa. Tutti e quattro gli episodi della serie li trovate sul canale YouTube ufficiale di Pokémon.

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Leggi anche Re Zero – The Frozen Bond: la nostra recensione del prequel edito da J-Pop.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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