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Fate/Series, le cinque theme song più iconiche del brand

Il comparto sonoro, si sa, è di fondamentale importanza in qualsiasi prodotto: che si tratti di film, serie tv e anche gli anime, le OST costituiscono una componente fondamentale e riescono ad aumentare il coinvolgimento dello spettatore, a suscitare emozioni e tanto, tanto altro. Nel mondo degli anime alle soundtrack si aggiungono anche le sigle d’apertura e di chiusura, che spesso e volentieri favoriscono anche l’aumentare della popolarità della serie in questione: basti pensare, ad esempio, alla storica prima opening de L’Attacco dei Giganti che nell’ormai lontano 2013 praticamente chiunque aveva sulla propria playlist.

Il franchise di Fate non fa eccezione. Le ost già nelle visual novel sono fondamentali per creare atmosfera e coinvolgimento emotivo nel lettore e gli adattamenti animati, grazie ad artisti del calibro di Aimer o delle Kalafina, riescono a produrre opening, ending e theme song altrettanto iconiche che per oltre dieci anni di brand sono rimaste scolpite nel nostro cuore.

Ma quali sono le più iconiche? Quali sono, cioè, le theme song della Fate/Series che meglio si sposano con la serie alla quale fanno riferimento? Oggi ne abbiamo selezionate cinque!

Last Stardust

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Come iniziare questa lista se non così? Last Stardust è la canzone dell’ideale, della determinazione: è l’inno di Shirou verso tutto ciò in cui crede o abbia mai creduto, e allo stesso tempo è una canzone che riesce a condensare, a trasformare in melodia tutto ciò che il personaggio di Shirou Emiya rappresenta.

Lì c’è solo l’inferno, dice Archer a Shirou quasi nel momento in cui la canzone raggiunge il suo climax, tuttavia il ragazzo prosegue comunque. Accettando il dolore, accettando di vedere morte e sofferenza e persino l’inferno stesso, nonché la distruzione del suo sogno, Shirou decide di avanzare, tenendo ben stretti i propri ideali.

Anche se l’inferno è tutto ciò che lo aspetta in futuro Shirou continuerà ad alzare la testa e a sorridere, perché ciò che conta è che quel bellissimo sogno che ha visto e custodito per anni nel suo cuore rimanga intatto. Last Stardust risuona nella nostra mente assieme ad alcune delle parole più iconiche e significative mai pronunciate da Shirou: “questo sogno… Non potrà mai essere sbagliato.”

Manten

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Se Last Stardust è l’inno all’ideale che Shirou e Kiritsugu condividono, Manten rappresenta la disperazione dalla quale quell’ideale nasce. È la preghiera di un bambino, è la sofferenza di un ragazzo che si vede strappare qualunque cosa per la sua stessa incompetenza, il lamento di un uomo che più di chiunque altro crede nella giustizia e che nonostante ciò è piombato in un baratro di disperazione e morte, nel quale non si vede più la luce, ma solo sangue e cadaveri.

“Un bel sogno è sufficiente a ridurti in pezzi, la vera natura della gentilezza dietro quegli occhi gelidi”, recita un verso della canzone. Sembra di risentire quelle parole che la stessa Irisviel rivolge a Kiritsugu, quando afferma che, nonostante la determinazione, lui è troppo gentile e non può fare a meno di legarsi agli altri e soffrire per loro. Perché infondo Kiritsugu soffre per il peso di quell’ideale che lui stesso ha scelto.

Manten rappresenta il sogno di Kiritsugu e al tempo stesso la vera natura del suo animo, freddo e cinico all’apparenza, ma in realtà gentile e carico di speranza. L’ending perfetta per i due episodi dedicati al passato del protagonista di Fate/Zero.

Hollow World

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Sicuramente meno famosa rispetto alle prime due ma non per questo meno importante, Hollow World ha un ritmo vorticoso, incalzante che rispecchia perfettamente la vera natura dell’opera a cui fa da sigla di apertura: un loop temporale infinito, quattro giorni che si ripetono ancora e ancora.

In questo loop i nostri protagonisti, Angra, Bazett e Caren, potrebbero vivere o potrebbero morire. Potrebbero guadagnare qualcosa o perdere tutto ciò che hanno: la scelta sta a loro. Andare avanti o morire, perdere la fede o impazzire, tutto è nelle mani di questi tormentati e meravigliosi personaggi dei quali Aimer sembra cantare l’inno ad ogni strofa.

Lotta, sofferenza, speranza e paura… Tutto si mischia in questa splendida opening, la cui struttura musicale sembra quasi un loop di suoni e ritornelli sempre simili.

Another Heaven

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Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una canzone utilizzata non nella versione animata di Fate/Stay Night, ma come opening: Another Heaven funge da apertura per la versione Realta Nua di Heaven’s Feel e, ad essere onesti, non esiste canzone che riuscirebbe a riassumere ed esprimere in modo così perfetto i sentimenti di Shirou per Sakura.

Another Heaven non è un banale inno all’amore: è una theme song che tratta di un amore lacerato e sofferto, esattamente come l’animo di Shirou per buona parte della route, ma che nonostante il tentennamento e l’insicurezza riesce comunque a superare ogni difficoltà, pur di realizzarsi.

Si tratta, cioè, di un amore che non cerca niente di più di se stesso proprio come il protagonista che non desidera altro se non poter stringere Sakura sotto la pioggia che cade da sempre sulla sua vita: non importa quante volte dovrà tradire se stesso e i propri ideali, il protagonista non vacillerà mai né rimpiangerà di aver abbandonato ogni cosa, finché questa sua scelta gli consentirà di vedere il sorriso della ragazza che ama.

Hana no Uta

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Se in Another Heaven il punto di vista è quello di Shirou rivolto a Sakura, Hana no Uta è l’esatto opposto ed è come un grido di aiuto che parte da Sakura e cerca di arrivare verso Shirou, pieno di malinconia, lacerato dalle ferite di una vita troppo buia per venire sopportata da una persona soltanto, quasi come se a cantarla fosse Sakura stessa che sotto la pioggia ricorda i giorni felici che ora le sembrano niente più che un sogno distante.

Another Heaven è la canzone della determinazione di Shirou, Hana no Uta invece procede su un ritmo diverso e inserisce nel testo la paura di Sakura, la paura che prova al pensiero che quei giorni di sole non torneranno mai più. Piccola chicca finale: la prima frase di Hana no Uta Like a dream, those days left behind(ovviamente in giapponese) è anche la frase con cui si conclude la theme song di Heaven’s Feel III, Haru wa Yuku. Un tocco di classe per chiudere la trilogia, che dimostra ancora una volta quanto le theme song non siano slegate rispetto all’opera di riferimento, ma anzi ne rappresentino una parte di fondamentale importanza.

Leggi anche: FATE/SERIES: QUANTE VERSIONI DI ARTURIA ESISTONO?

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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