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Le 7 eroine più forti e indipendenti nella storia degli anime e dei manga

Non c’è eroe maschile senza una controparte dell’altro sesso e non c’è protagonista senza un altrettanto valido personaggio femminile a fare da spalla o, talvolta, a conquistare un ruolo persino più centrale del personaggio principale stesso. Ciò vale tanto nei film o nelle serie tv quanto negli anime e nei manga, dove capita molto spesso che gli spettatori si affezionino più alle presenze femminili che a quelle maschili: chi per ragioni estetiche e chi perché invece li riconosce come molto meglio caratterizzati delle controparti, oltre che meno stereotipati.

Spesso, infatti, le eroine di anime e manga sono personaggi molto ben caratterizzati, con un background preciso e una psicologia molto ben delineata. Ma per un motivo o per un altro passano inevitabilmente in secondo piano rispetto ai protagonisti maschili, molto più forti e apprezzati dagli appassionati in generale.

Non sempre è così, però, e soprattutto non sempre le donne sono relegate ad un ruolo di contorno rispetto agli uomini. Oggi andremo a vedere le otto eroine che all’interno dei loro anime e manga si distinguono per forza e indipendenza al punto da riuscire a spiccare tanto quanto le controparti maschili, se non di più.

Nana Osaki (Nana)

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Non tutte le eroine lottano e vincono le proprie battaglie: capita spesso che ci siano protagonisti destinati a soffrire senza sosta e senza apparente possibilità di ripresa. Ma è proprio in casi come questi che Nana Osaki, protagonista dell’omonimo manga di Ai Yazawa, riesce a brillare.

Nana è una ragazza che dalla vita non ha mai ricevuto nulla se non ferite, schiaffi e delusioni: anche le poche gioie che ha ricevuto le ha perse col tempo, fino al momento in cui ha deciso di fuggire da tutto e non possedere più niente di suo. In questo ciclo continuo di sofferenza, però, risiede anche la sua forza che sta nel tentare di salvare non se stessa, ma le persone che le stanno attorno.

Nana è sempre in prima linea quando si tratta di prestare la propria forza a qualcuno, o diventando la spalla su cui piangere per una persona a lei cata, oppure quando corre in aiuto di Hachi o chi per lei in qualsiasi situazione. Ed è proprio per questo che la rende così incredibilmente forte, pur nella sua infinita debolezza e fragilità.

Nana Shimura (My Hero Academia)

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Nana Shimura è sicuramente un personaggio di My Hero Academia che in pochi ricordano visti i pochissimi capitoli in cui appare, ma escluderla da qualsiasi ragionamento o considerazione solo per questo motivo sarebbe un errore enorme. Se è vero, cioè, che il settimo possessore del One for All è poco presente all’interno della storia attuale, è vero anche che si tratta comunque di un eroina estremamente rilevante ed importante, in grado di lasciare un segno nel cuore tanto di Toshinori Yagi ed altri, quanto in quello dei lettori.

Il dramma di Nana è il dramma non solo di un eroe ma anche e soprattutto di una donna e di una madre. Per proteggere la famiglia ella decide di prendere la decisione più difficile: abbandonare il figlio piccolo e vivere una vita interamente dedicata al combattere il male, e in particolar modo All for One, villain contro il quale morirà.

Questo non la rende superficiale o menefreghista, né crudele o codarda: la rende una donna forte abbastanza da capire che il modo migliore che ha per proteggere la sua famiglia è lasciarla andare. Ma soprattutto la rende un’eroina in grado di chiedere aiuto, di versare lacrime per il bene altrui e di sorridere fiera degli sforzi di chi le sta attorno nonostante tutto il dolore. Perché, come dice lei stessa, in questo mondo i più forti sono quelli in grado di continuare a sorridere.

Riko (Made in Abyss)

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Made in Abyss è sicuramente una delle serie più crude che troverete nell’attuale panorama giapponese: l’autore non si risparmia mai e dopo dieci volumi sappiamo bene che se una cosa può andare male, beh, allora andrà malissimo.

In un universo così colmo di disperazione, però, Riko brilla come se fosse la luce in fondo all’abisso e invece di lasciarsi prendere dallo sconforto o farsi demoralizzare, continua ad andare avanti spinta da genuina curiosità e meraviglia per il mondo che la circonda. Non importa quanto sia buio l’abisso, lei continuerà comunque a trovarlo un posto bellissimo e che vale la pena di esplorare.

Non è neanche lontanamente forte come il resto del cast né intelligente come Nanachi: tuttavia, Riko è animata da un’incredibile senso dell’avventura e desiderio di indipendenza che, ne siamo sicuri, la guideranno fino alla fin del suo viaggio, sia essa colma di speranza o di disperazione.

Emilia (Re Zero)

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Emarginata, respinta, temuta e mal giudicata: questi sono solo alcuni degli aggettivi che potremo utilizzare per descrivere Emilia, una delle protagoniste femminili di Re Zero. La serie sin dai primi episodi mette in chiaro quanto questo personaggio viva un’esistenza assolutamente solitaria, dedita solamente alla sua missione, che per certi versi insegue senza neanche comprendere completamente.

Nonostante questo, però, Emilia non si è mai arresa e ha sempre continuato ad andare avanti se non per gli altri almeno per se stessa: ha sempre cercato di migliorarsi, di acquistare più fiducia in se stessa, di riuscire ad essere lei per una volta a proteggere le altre persone, di essere all’altezza. E sono esattamente il suo impegno e la sua perseveranza a renderla, pur con tutte le sue debolezze, uno dei personaggi femminili più forti e indipendenti di tutti i tempi.

È vero, Subaru l’ha aiutata in moltissime occasioni: tuttavia nei momenti più importanti Emilia è sempre riuscita a rialzarsi da sola, a trovare dentro di sé la forza per continuare a combattere, per asciugarsi le lacrime e fare un ennesimo, piccolo passo avanti verso il futuro che desidera vedere.

Shinobu (Demon Slayer)

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Lo stereotipo del personaggio allegro fuori ma in realtà triste e con un passato drammatico dentro è uno dei luoghi comuni più presenti tanto negli anime e nei manga, quanto nella produzione d’intrattenimento in generale. Ciò che rende Shinobu uno dei personaggi femminili migliori nel panorama giapponese è il fatto che l’autrice riesce a partire da uno stereotipo visto e rivisto e trasformarlo in qualcosa di molto più doloroso e interessante da vedere.

Shinobu non è triste e non è depressa. Piuttosto, è incredibilmente arrabbiata nei confronti del mondo che la circonda ed è disposta a fare qualsiasi cosa pur di ottenere vendetta. E anche in questo caso, l’autrice riesce a stravolgere un secondo stereotipo: Shinobu non rinuncia alla vendetta alla fine di un viaggio in cui capisce che può continuare a vivere con le persone che le vogliono bene. Al contrario, decide di gettare via i sentimenti di chi le sta accanto e continuare comunque sulla strada della vendetta, sapendo che questa la porterà inevitabilmente alla morte.

La vera potenza di Shinobu è la forza della sua rabbia, che le consente di gettare via senza farsi troppi problemi tutto ciò che si frappone tra lei e la vendetta. E in questo senso, la forza di Shinobu non è seconda a quella di nessuno.

Tatsumaki (One Punch Man)

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Tatsumaki è forte, indipendente, non ha bisogno di nessuno e non ha mai chiesto aiuto ad altri eroi nel corso di One Punch Man. L’imperativo che segue sin da quando era piccolissima è di “non aspettare che qualcuno vada a salvarla”, perciò viene da sé che si tratta di un personaggio indipendente quasi ai limiti del patologico, che fa anzi della propria indipendenza e forza un imperativo di vita.

Tornado del Terrore vive chiusa in una sorta di guscio, conscia del fatto che deve essere lei la più potente perché altrimenti nessun altro riuscirebbe a proteggere sua sorella dal mondo crudele che le circonda. La forza di Tatsumaki, però, non è solo una forza fisica dettata dal fatto che è effettivamente uno dei personaggi più potenti di One Punch Man, bensì una forza soprattutto frutto della determinazione e dell’impegno che ha sempre messo in tutto ciò che ha fatto.

Tatsumaki non ha paura di ergersi di fronte a qualsiasi pericolo perché è ben consapevole della sua forza, né ha paura di venire isolata dagli altri. Anzi, nel corso della sua vita ha accettato più volte la necessità di rimanere sola perché sa che solo così potrà tenere al sicuro la persona per lei più preziosa. La sua smisurata potenza, però, coincide anche con un profondo senso di solitudine al quale non sa come sfuggire.

Elaina (Majo no Tabitabi)

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Se c’è un personaggio femminile che meglio di tutti racchiude il significato stesso di “indipendenza” questo è sicuramente Elaina. La protagonista di Majo no Tabitabi è una giovane donna che, sin dall’infanzia, ha desiderato diventare una strega e intraprendere un viaggio per vedere il mondo.

Il suo desiderio non è di arricchirsi né di ottenere qualcosa per se stessa; lei desidera solamente viaggiare, vivere una vita spensierata ricca solo delle cose che le piacciono e che la fanno stare bene. Ed è proprio per questo suo desiderio che talvolta si trova disposta a soprassedere ad ingiustizie o ignorare situazioni spiacevoli senza troppi problemi. Elaina è consapevole che se si facesse coinvolgere troppo dalle persone che incontra durante il proprio viaggio non riuscirebbe più a rimanere spensierata: perciò, per il bene della propria indipendenza e libertà, decide di mettere se stessa al primo posto in ogni circostanza.

La virtù più grande di Elaina è proprio il riuscire a rimaner al di sopra dell’oscurità e della disperazione che talvolta le capita di vedere attorno a sé. Da questo punto di vista, è uno dei personaggi più forti e indipendenti che ci siano nella produzione giapponese.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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