Dr Commodore
LIVE

L’Unione Europea continua i lavori sull’AI Act: nuove regole sul copyright per ChatGPT e altre IA

Quasi due anni fa il Parlamento Europeo ha iniziato a lavorare all’AI Act, una norma che regolamenta le IA e la tecnologia emergenti a esse collegate. La scrittura del documento ha subito una velocizzazione dal debutto di ChatGPT, e l’attuale bozza della norma sta per passare al trilogo, fase in cui i legislatori definiranno i suoi dettagli finali.

Secondo quanto scritto finora nell’AI Act, le intelligenze artificiali saranno classificate in base a un livello di rischio (minimo, limitato, alto o inaccettabile). Le IA etichettate con l’alto livello di rischio potranno essere comunque usate, ma le persone che lo faranno non dovranno tenere segrete le loro operazioni. Il livello di rischio sarà determinato grazie ad alcuni fattori, tra cui la diffusione di disinformazioni (come avvenuto in Australia qualche settimana fa), l’utilizzo di linguaggio discriminatorio e la sorveglianza biometrica.

Nelle scorse settimane sarebbe stata aggiunta al testo anche un’indicazione riguardante il copyright, secondo la quale le aziende che utilizzeranno degli strumenti come il chatbot ChatGPT o l’IA creatrice di immagini Midjourney, dovranno dichiarare pubblicamente di aver usato materiale protetto da copyright per i lavori sui loro sistemi. Alcuni membri della Commissione europea avevano addirittura proposto di vietare l’uso di materiale protetto da copyright per l’addestramento delle IA, ma la proposta è stata bocciata.

Quando sarà approvata la norma?

Il testo della norma potrebbe essere approvata entro la fine dell’anno, anche se entrerebbe formalmente in vigore soltanto due annetti dopo, all’inizio del 2026.

La norma ignorerebbe quindi tutti i passi avanti che questo tipo di tecnologie potrebbero compiere nei due anni che ci saranno tra l’approvazione e l’entrata in vigore della norma, quindi potrebbe finire per essere anche obsoleta su alcuni punti.

ChatGPT

Le innovazioni nel campo di queste tecnologie non vengono soltanto dalle aziende che le creano, ma anche dalla community internazionale di sviluppatori e ingegneri. In questi giorni infatti uno studente di informatica è riuscito a “bucare” ChatGPT durante un’operazione di reverse enginering, trovando il modo di utilizzare le varie funzioni del chatbot senza dover pagare un centesimo.

Fonte: Huffington Post.

Leggi anche ChatGPT, su GitHub appare una versione gratuita chiamata GPT4Free.

Articoli correlati

Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997. Mi piacciono molto gli anime e credo nella canzone che ho nel cuore.

Condividi