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“Regina Cleopatra”, il trailer del documentario Netflix: polemiche per l’inesattezza storica

Cleopatra Tea Filopatore, nota come Cleopatra VII, ultima regina d’Egitto e ultimo membro regnante della dinastia tolemaica. Il suo regno è durato dal 52 al 30 a.C. ed è diventata nel corso dei secoli uno dei personaggi storici più famosi di sempre, per diversi motivi.

Già in vita la regina d’Egitto era nota per il suo fascino intellettuale e per il suo carisma. In più, gli storici come Plutarco e Cassio Dione hanno contribuito alla sua fama, cementata con l’Antonio e Cleopatra di Wiliam Shakespeare. Il mondo del cinema poi l’ha resa nota nella cultura popolare, soprattutto con il colossal Cleopatra di Joseph L. Makiewicz, con la regina interpretata da Liz Taylor.

Negli ultimi anni, la regina d’Egitto è stata protagonista di diversi altri film, serie e documentari. Il più recente arriverà su Netflix il mese prossimo. Un primo trailer di questo prodotto è uscito proprio ieri e, nelle ultime ore, non ha fatto che scatenare le polemiche per l’inaccuratezza storica e per il taglio dato al documentario.

Cleopatra Netflix

Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto

Nell’agosto 2021 Netflix aveva annunciato un documentario che avrebbe esplorato le vite delle principali regine africane, con Jada Pinkett Smith come produttore esecutivo. La prima stagione parlerà proprio dell’ultima regina d’Egitto e si intitolerà Queen Cleopatra; a interpretarla ci sarà Adele James. Oggi è stato pubblicato il primo trailer della serie, caricato su YouTube dalla piattaforma streaming:

Come potete notare e come sottolinea la piattaforma nella descrizione del video, questo documentario vuole sottolineare la vera forza della regina, soppiantata dalla sua bellezza: ovvero, il suo intelletto. Il traler sottolinea proprio quanto sia stata forte e coraggiosa e comeutilizzò le sue “relazioni con Marco Antonio” per proteggere sé stessa e il suo Paese.

Le critiche del pubblico sono sorte non solo da questo taglio “girl power” della serie. Ma, soprattutto, perché la regina d’Egitto di Netflix non sarebbe storicamente accurata. Da secoli si discute sull’etnia di Cleopatra, visto che non esistono ancora prove documentarie certe che possano definire il colore della sua carnagione (prove del DNA sono irreperibili, così come la colorazione di quadri e statue). E infatti la stessa serie si muove su questa incertezza, ipotizzando che la regina potesse essere un’egiziana, con i capelli ricci e con un colore scuro della carnagione.

Due busti di Cleopatra

Ma gli storici sono praticamente tutti concordi col ritenere Cleopatra di stirpe greco-macedone, con al massimo qualche tratto persiano o sogdiano (un’antica regione suddivisa oggi tra Afghanista, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan). Come abbiamo già accennato, la regina era discendente di Tolomeo I Sotere (o Lagide), uno dei diadochi macedoni: ovvero, i generali di Alessandro Magno che si spartirono il regno alla sua morte. Tolomeo ottenne le terre degli antichi faraoni e dal 305 a.C. divenne Signore d’Egitto. Sotto il suo dominio vennero costruite il leggendario Museo e la Biblioteca di Alessandria d’Egitto

Per i successivi tre secoli i suoi discendenti (noti come “epigoni”) regnarono sul Paese dei faraoni. L’ultima della dinastia ellenistica dei Tolomei sarebbe stata proprio Cleopatra VII, ascesa al trono d’Egitto tra diverse difficoltà e intrighi. Il suo regno fu caratterizzato da diversi scontri famigliari, culminati nella guerra civile alessandrina: sui fratelli Tolomeo XIII e Arsinoe IV prevalse proprio la regina d’Egitto. Per curiosità, le vicende della regina d’Egitto sono parte integrante della trama di Assassin’s Creed: Origins.

La sua vita si intrecciò con Roma: prima con Caio Giulio Cesare e in seguito con Marco Antonio. Sconfitta da Ottaviano, alla sua morte nel 30 a.C. il regno perse la sua autonomia e divenne una provincia romana. Parliamo di una terra preziosa per la Repubblica e per l’Impero Romano: le fertili rive del Nilo resero l’Egitto il “granaio di Roma”.

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Insomma: parliamo ancora di un trailer e non del documentario fatto e finito, che arriverà il prossimo 10 maggio. Di certo, però, le premesse non sono ottime per un prodotto che vuole riportare in vita un “dibattito storico” dimenticato nel corso degli anni. Una pretesa di fedeltà storica che non corrisponde a quanto visto finora.

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Alessandro Guarisco

Alessandro Guarisco

Ebbene sì: scrivo da 2 anni per DRCOMMODORE di Tecnologia, Anime e manga Appassionato del mondo Apple, Android e Windows One Piece, One Piece ovunque Profilo Linkedln per scoprire i miei segreti: https://www.linkedin.com/in/alessandro-guarisco-1417321ab/

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