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Le lezioni online penalizzano le studentesse attraenti: secondo uno studio, ottengono voti più bassi

Le lezioni online, in questi anni, ci sono divenute ormai piuttosto familiari. Il Covid-19 ha costretto numerose strutture scolastiche, dalle scuole di grado minore alle università, a reinventare la dinamica delle proprie lezioni, ed è stato fondamentale l’utilizzo di software appositi (uno fra tutti Zoom). È proprio in questo grande cambiamento del funzionamento del sistema scolastico che è stato possibile raccogliere abbastanza dati per formulare uno studio dalle conclusioni piuttosto interessanti.

Dallo studio pare sia stato osservato che le studentesse attraenti non sono più riuscite a ottenere voti molto alti una volta che le lezioni si sono spostate online. Se spesso si sospetta che le persone attraenti in generale tendano a guadagnare di più e a ritenersi più soddisfatte della propria vita, questo studio dà parzialmente ragione a tale percezione. Le cause di ciò non sono ancora pienamente chiare, ma sembrano essere legate a una specie di “discriminazione” operata dalla gente intorno a tali individui, e alla maggiore stima si sé stessi che le persone attraenti solitamente manifestano.

Quanto appena enunciato, risulta piuttosto importante. Infatti, non sono solo i datori di lavoro, gli impiegati alle poste o individui affini a operare tali discriminazioni involontarie: ma soprattutto gli insegnanti. Durante la pandemia da Covid-19, ovviamente, i professori non hanno potuto vedere dal vivo gli studenti (impegnati invece nelle lezioni online), e questo è stato il momento perfetto per condurre l’esperimento che ha portato alla conclusione dello studio.

lezioni online covid zoom

Lo svolgimento dello studio

Mehic, autore dello studio, ha voluto studiare l’effetto della bellezza degli studenti e la sua relazione rispetto ai voti universitari, confrontando tali risultati sia durante le lezioni online che quelle in presenza. Durante le lezioni a distanza, per forza di cose, c’è meno interazione tra insegnante e studente. Ciò comporta che l’interesse dell’insegnante nei confronti di uno studente varierà non in base al suo aspetto, ma in base alla sua produttività, poiché è quella maggiormente osservabile.

In soldoni, l’esperimento di Mehic ha preso in considerazione 307 studenti, provenienti da diverse divisioni di un’università svedese. Due di queste divisioni avevano frequentato il corso a distanza. Durante le lezioni online, gli studenti sono stati invitati ad accendere la videocamera, anche se ciò non era un requisito necessario. Dopodiché, ad altre 74 persone (totalmente indipendenti dagli studenti) è stato chiesto di votare l’attrattività dei volti degli studenti.

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I risultati

Innanzitutto, è stato necessario fare un confronto tra le i corsi quantitativi (matematica, fisica) e non quantitativi (economia e commercio). Dai ricercatori è stato osservato che, in presenza, l’attrattività degli studenti nel caso del corso non quantitativo, era correlata positivamente con i loro voti, poiché venivano assegnati progetti che favorivano l’interazione tra studente e insegnante. Ciò è stato fondamentale per osservare il grande cambiamento avvenuto quando il corso ha effettuato le lezioni online: il vantaggio dell’attrattività infatti è venuto meno, in particolar modo per le studentesse.

Venendo meno l’interazione, gli insegnanti potevano giudicare gli studenti solo sulla base della loro produttività. Dai risultati dello studio, è stato osservato che le donne che prima erano considerate maggiormente attraenti, hanno subito un deciso declino dei loro voti con le lezioni a distanza. Invece, per gli uomini ciò non è accaduto. Secondo l’autore dello studio, anzi, nel caso degli studenti di sesso maschile c’è stato invece un aumento della produttività.

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Fonte: 1

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Camilla Flocco

Camilla Flocco

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