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Resident Evil – Shadows of Rose, la recensione: un racconto di formazione onirico

Il prossimo 28 ottobre, ad un anno e mezzo dall’originale lancio, Resident Evil Village accoglierà la sua Gold Edition: una versione definitiva, riveduta e corretta, delle vicende che prendono le mosse da Resident Evil VII e vedono come protagonista lo sventurato Ethan Winters in un mefistofelico villaggio est-europeo.

Il pacchetto include, oltre al gioco base, nuove missioni per la modalità Mercenari, con la possibilità di impersonare alleati e villain di Resident Evil Village; la visuale in terza persona per Ethan, con cui approcciarsi alla campagna da una differente prospettiva e il DLC ‘Shadows of Rose’, vero “finale dell’epopea dei Winters” per ammissione stessa da parte di Capcom.

In questa sede andremo a focalizzarci soprattutto su quest’ultimo, dando risalto a ciò che è di fatto il piatto forte della proposta, che ricordiamo essere acquistabile – assieme alle altre componenti – anche separatamente con il pacchetto ‘Winters’ Expansion’, nel caso in cui si fosse già in possesso del titolo base.

Sarà riuscito lo sviluppatore nipponico a consegnare ai giocatori un finale degno al nuovo corso, iniziato nel 2017 tra lo scetticismo generale e rivelatosi uno dei migliori soft-reboot di un brand storico a giudizio pressoché unanime? Scopritelo con la nostra recensione!

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ATTENZIONE, IL TESTO CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SU ALCUNE VICENDE DI RESIDENT EVIL VILLAGE

Shadows of Rose, il Resident Evil onirico

A più di 16 anni di distanza dal sofferto epilogo di Resident Evil Village, l’incipit di Shadows of Rose vede la giovane Rosemary Winters tentare di liberarsi dai poteri che le ha donato il rituale a cui l’ha sottoposta Madre Miranda durante gli eventi del titolo base, così da cancellare lo stigma dei coetanei nei suoi confronti, che la denigrano e la vedono come un mostro.

Per farlo, Rose sarà costretta ad interfacciarsi con un campione residuo di Megamicete che la farà sprofondare in un lungo torpore e le darà accesso al ‘Regno della Coscienza’, una versione alternativa e stratificata di tutte le persone e i luoghi venuti in contatto con la temibile muffa nel corso dei secoli.

Coadiuvata da una new entry, un’entità conosciuta come Michael che si manifesta solo tramite delle scritte dorate, Rose si farà strada nell’onirico rifacimento del Castello Dimitrescu – e non solo – tentando di raggiungere un cristallo purificante utile a spezzare la ‘maledizione’ che la costringe ad una vita di emarginazione.

shadows of rose copertina

La storia di formazione proposta da Shadows of Rose non è esattamente allo stato dell’arte, fornendo qualche passaggio semplicistico e profondamente lacunoso, permettendo alla storia di ruotare attorno ad un paio di plot-twist emotivamente impattanti quanto sciaguratamente telefonati.

Il DNA stesso delle trame imbastite da Capcom per tutti i Resident Evil non ci porta a considerare gravemente insufficiente quella proposta dall’espansione, rimanendo coerente con quanto riscontrabile in un Horror B-movie di stampo adolescenziale, come quelli a cui la serie smaccatamente guarda sin dagli esordi.

In generale, però, se è lodevole il lavoro svolto sulla costruzione della protagonista – con la quale si entra subito in empatia e della quale è facile comprendere le motivazioni, nonostante l’eccesso d’impulsività tipico della giovane età – ci è impossibile soprassedere sulla più grande delle promesse disattese: Shadows of Rose è incapace di essere il finale che Capcom aveva promesso.

Ci muoviamo su di un campo minato, e ogni ulteriore spiegazione finirebbe per cadere nelle insidiose grinfie dello spoiler.

Tuttavia, anche per tutelare chi vi si approccerà cercando risposte ad alcune delle parti salienti del finale di Village, è nostra premura delineare la giusta prospettiva alla fruizione di Shadows of Rose:

Non un vero e proprio finale all’epopea dei Winters, quanto più una sorta di omaggio alla famiglia protagonista del settimo e dell’ottavo capitolo. Omaggio che, senza alcuna velleità rivelatoria e risolutoria, vuole solo raccontare la storia di come una ragazza cresciuta senza il padre – e grazie al suo sacrificio – riesca a trovare il proprio posto nel mondo.

Poteri e Terza Persona

Shadows of Rose vede il ritorno della terza persona nei Resident Evil della serie regolare, opzione della quale, come detto, beneficia anche l’avventura base con l’acquisto della Winter’s Expansion;

ma, se nella campagna dedicata ad Ethan il cambio di paradigma risente della visione originaria, con l’assenza di qualche animazione dedicata all’apertura di mobili o armadietti e la necessità di una transizione alla prima persona per ogni cutscene, nel DLC non si pone alcun problema in tal senso, restituendo un feeling non dissimile da quello dei recenti REII e REIII Remake.

Quello che più caratterizza Shadows of Rose rispetto a Resident Evil Village, però, è l’elemento “sovrannaturale” dell’utilizzo dei poteri. Rosemary è infatti capace di interagire e dissolvere alcuni dei fiori infestanti che abitano il Regno della Coscienza, oltre alla capacità di arrestare l’avanzata dei nemici in combattimento con “mine di stasi” che ricordano vagamente quanto visto in Dead Space.

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di nuca, comunque di nuca

Il flusso del gameplay viene arricchito da Michael, che aiuta passo passo la giovane protagonista ad uscire dall’incubo del megamicete liberata dal fardello dei propri poteri, fornendole improbabili vie di fuga, armi, munizioni e potenziamenti all’occorrenza.

Il tutto, però, ed è bene ribadirlo, non viene lasciato alla libertà del giocatore ed è accessibile, nel corso della campagna, solo attraverso alcune sequenze scriptate.

Il loop di gameplay tra combattimenti ed enigmi funziona molto bene, con anche interessanti variazioni sul tema, come nel caso della riedizione di una delle location più spaventose dell’avventura base. Una fase che propone persino una sezione stealth ad altissimo tasso d’inquietudine, se si soffre di pediofobia.

Positiva pure la longevità, una delle migliori all’interno delle espansioni dedicate alla serie: ci attestiamo tra le 3 ore e mezza e le 4 di giocato per la prima run, con la solita altissima rigiocabilità data dalle canoniche Sfide.

Viste tetre e scricchiolii

Sulla base dell’ottimo RE Engine che ha ben figurato nell’avventura base di Resident Evil Village, era complicato aspettarsi risultati claudicanti dal versante tecnico di Shadows of Rose.

Abbiamo infatti provato l’espansione in modalità Ray Tracing su PS5 e non siamo rimasti delusi né dalla fluidità né dalla risoluzione, rimanendo sempre affascinati dalla perfetta gestione, da parte del team di sviluppo, di ombre e luci.

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Aw s***, here we go again!

Certo, il retrogusto da compitino c’è, a fronte di ambienti quasi totalmente ripresi di peso dall’avventura base e nessun passo avanti tecnico che ne ‘mitighi’, in un certo qual modo, il riutilizzo; ma l’avventura cattura l’occhio del giocatore e lo trasporta efficacemente nell’incubo vissuto da Rose senza particolari problemi.

Per quanto riguarda il comparto audio, infine, le sporadiche musiche intercettano in maniera efficace il mood dell’azione a schermo, ma a farla da padrone – al solito – è il design dei suoni ambientali. Efficacissimo in combattimento come nelle fasi esplorative, sia per rendere consapevoli delle minacce in arrivo che per dare un tocco di ‘vissuto’ alle situazioni proposte, facendo sobbalzare al crepitio di ingranaggi meccanici o allo scricchiolio di una tavola sulla quale i passi sono pesantissimi.

In Conclusione…

Shadows of Rose è un’aggiunta gradevole ad un piatto ricco, ma che non riesce davvero mai ad impreziosire. Forse un cambio di prospettiva in sede di marketing avrebbe ridotto il gap tra l’aspettativa e ciò che la proposta realmente offre in termini narrativi. In compenso ci troviamo di fronte a una storia di formazione discreta che sa regalare alcune fasi di puro terrore.

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Resident Evil -Shadows of Rose

NARRATIVA - 5.5
GRAFICA - 8
TECNICA - 8
GAMEPLAY - 7.5
AUDIO - 8.5

7.5

Shadows of Rose è il DLC dedicato alla giovane figlia di Ethan Winters, ambientato 16 anni dopo gli eventi di Resident Evil Village

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Angelo Basilicata

Angelo Basilicata

Gamer dall'età di 12 anni, cultore (o meglio "cultista") di Hidetaka Miyazaki dal 2009. vive la passione per i Vg da completista ed è un ragazzo semplice: mangia, gioca, ama

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