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La domanda globale di prodotti anime è cresciuta del 118% negli ultimi anni

Durante la pandemia l’industria dell’intrattenimento ha subito danni e ritardi a livello produttivo, vista la difficoltà nel lavorare a determinati prodotti in queste difficili condizioni. Allo stesso tempo complici quarantene e lockdown, la domanda di prodotti d’intrattenimento è aumentata. Tra quelle più in crescita vi è sicuramente l’industria anime, la cui richiesta globale è aumentata del 118% negli ultimi 2 anni, secondo Parrot Analytcis, una società che si occupa di analisi di dati e statistiche per le società di intrattenimento.

La grande richiesta del pubblico sta portando molte compagnie (soprattutto americane) a cercare di entrare in questo mondo per espandere il proprio business, tramite acquisizioni di studi e piattaforme streaming, o la produzione di contenuti originali. Nel primo caso si può parlare della recente acquisizione di Sentai Filmworks, azienda che gestisce le licenze di prodotti anime negli USA e proprietaria del sito streaming HIDIVE, da parte di AMC Networks.

Anche Sony sta investendo pesantemente nel settore, visto che dopo Funimation ha acquistato anche il colosso dello streaming anime Crunchyroll, con l’obiettivo di creare una piattaforma unica. Oltre a queste acquisizioni è in netto aumento la produzione di contenuti anime fuori dal Giappone, come i prossimi Star Wars: Visions di Disney Plus, o la nuova serie dedicata a Scott Pilgrim prodotta da Netflix.

anime

Proprio il colosso dello streaming americano è una delle aziende che più ha investito in questo mondo, come dimostra la presenza di tante serie in esclusiva come Baki, Devilman Crybaby o Shaman King. L’azienda aveva fatto sapere che tra il 2019 e il 2020 oltre 100 milioni di famiglie aveva guardato almeno un titolo anime, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente.

Il successo degli anime e il ruolo delle piattaforme streaming

L’analisi di Pierrot continua, mostrando altri dati che raccontano il successo dei contenuti anime. Combinando i dati di consumo con ricerche effettuate sull’attività sui social media e nelle piattaforme streaming dell’utenza, è stato calcolato che gli anime rappresentano il 7,1% della domanda globale di contenuti, quasi il doppio dell’anno prima quando si arrivava al 4,2%. Infatti i prodotti in lingua giapponese sono ormai i più richiesti dal pubblico americano, arrivando a superare persino quelli in lingua spagnola.

Questo come spiegato da Julia Alexander Senior Analyst di Parrot Analytcis, ha portato le società americane a considerare gli anime come un prodotto adatto ad attirare nuova utenza e superare la grande concorrenza che si è creata nel mercato dello streaming:

“Dato che la domanda globale di anime continua a crescere, aumenta anche la necessità di una migliore accessibilità, cura e selezione. Le piattaforme streaming assumono il ruolo di strumento di scoperta per gli abbonati. Garantire che la loro libreria sia in linea con la crescente domanda dei clienti è fondamentale per il successo, sia nel trovare nuovi clienti che nel mantenere soddisfatti quelli attuali”

Anime

Il ruolo di queste piattaforme negli ultimi anni è stato fondamentale per rendere gli anime un prodotto meno di nicchia e attirare nuovi utenti a vedere e apprezzare titoli normalmente non nelle loro corde (pensiamo ad esempio a Death Note o ai più recenti Attack on Titan e My Hero Academia). Sarà quindi fondamentale in futuro riuscire a intercettare sempre di più il gusto del pubblico, offrendo loro titoli che sappiano interessarli, aldilà della genere a cui appartengono.

Fonte: Axios.com

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Matteo Pignagnoli

Matteo Pignagnoli

23 anni, laureato in scienze della comunicazione con l'obiettivo di diventare giornalista. Appassionato sin da piccolo di gaming e sport, mi interesso anche di anime, manga e musica.

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