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House of Gucci, la recensione del nuovo film di Ridley Scott

Dal 16 dicembre è finalmente approdato in tutte le sale italiane House of Gucci, il nuovo e attesissimo film di Ridley Scott tratto dall’omonimo romanzo di Sara Gay Forden e incentrato sull’omicidio di Maurizio Gucci che, negli anni ’90, vide Patrizia Reggiani, sua ex moglie, come mandante.

Il film, che aveva già attirato su di sé qualche polemica ancor prima di arrivare in sala, non ha mai la pretesa di volersi prendere sul serio, creando dei personaggi al limite del macchiettistico e delle scene decisamente sopra le righe.

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House of Gucci

House of Gucci, infatti, è ricco di stereotipi e personaggi sin troppo caricaturali che portano lo spettatore lontano dalla trama principale (l’omicidio di Maurizio Gucci) e lo spingono più verso una mera commedia fatta di risate e situazioni eccessivamente irreali.

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House of Gucci, la trama e il cast

Patrizia Reggiani, una giovane di umili origini, conosce e sposa Maurizio Gucci, figlio di Rodolfo, nonché maggiore azionista dell’azienda di famiglia.

La ragazza, accecata da lusso, potere e ricchezza, è spinta a compiere uno dei più discussi casi di cronaca nera italiana.

Nel cast troviamo Adam Driver, Lady Gaga, Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto, Salma Hayek, Jack Huston e Camille Cottin.

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Patrizia Reggiani e l’omicidio di Maurizio Gucci

Patrizia Reggiani conobbe Maurizio Gucci nel 1971 ad una festa e, da qual momento, lui se ne innamorò. La famiglia Gucci non fu mai d’accordo sull’unione dei due, considerando la Reggiani un’arrampicatrice sociale.

Nonostante la furiosa lite avvenuta tra Rodolfo Gucci, suo padre, e Maurizio, quest’ultimo sposò comunque la donna nel 1973.

Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci

Nel 1985, dopo dodici anni di matrimonio, i due si separano, per poi divorziare definitivamente nel 1992. Come più volte sottolineato da Paola Franchi, nuova compagna di Maurizio Gucci, la Reggiani non era disposa a rinunciare al titolo di Signora Gucci:

Lei era la signora Gucci e voleva mantenere questo status e il nome, anche quando erano divorziati, Maurizio più di una volta le aveva chiesto di non utilizzare il cognome Gucci, perché non ne aveva neanche più il diritto.

Il 27 marzo 1995 l’imprenditore fu ucciso con quattro colpi di pistola e, dopo due anni, la polizia scoprì definitivamente i colpevoli e la mandante.

Fonte

House of Gucci, i personaggi

Seppur nell’insieme i personaggi principali paiono non funzionare, qualcuno, ad ogni modo, si contraddistingue, come ad esempio Al Pacino nel ruolo di Aldo Gucci, che riesce a dominare ogni scena in cui appare.

Anche la protagonista indiscussa di tutta la pellicola, Lady Gaga, dimostra ancora una volta le sue competenze attoriali, riuscendo a trasmettere tutta l’avidità, il cinismo e la sete di potere che hanno accompagnato la Reggiani nelle varie interviste e durante il processo per l’omicidio di Maurizio Gucci.

House of Gucci, cast

L’irriconoscibile Jared Leto, invece, nei panni di Paolo Gucci, risulta decisamente eccessivo, macchiettistico e sopra le righe, regalando momenti più “comici” e risultando più una parodia del personaggio che il personaggio stesso.

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House of Gucci, quanta verità dietro la finzione?

Se House of Gucci di Sara Gay Forden, il romanzo da cui Scott trae ispirazione, era più accurato e pungente, coprendo linee temporali più ampie e meglio approfondite, la pellicola del regista britannico appare indubbiamente più pop e sicuramente con rimaneggiamenti e tagli a quella che era la vicenda originaria.

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In conclusione House of Gucci è un film concentrato più sulla caratterizzazione (a tratti mal riuscita) dei personaggi che sul fatto di cronaca in sé, cosa che probabilmente lo avrebbe reso più interessante.

Lady Gaga e Adam Driver

Ad uscirne martorizzata da tutto ciò è proprio la famiglia Gucci, la quale ha dichiarato all’Ansa che Ridley Scott li descrive come «teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circonda, attribuendo ai protagonisti e agli eventi un tono e un atteggiamento che non sono mai appartenuti a loro».

Il film, nel suo complesso, pare durare più del dovuto, allungandosi quasi inutilmente su scene irrilevanti ai fini della trama stessa. Sarebbe stato, forse, più interessante avere più spazio dedicato alla storia della casa di moda più famosa d’Italia, tagliando qualche assurdità di troppo come la scena della pipì sul foulard dello zio Rodolfo Gucci.

Ad ogni modo, per chi non avesse ancora avuto modo di recuperare la pellicola, ne consigliamo la visione in sala, magari approfittando del periodo natalizio per godere di quello che, nonostante tutto, risulta essere un film godibile.

Di seguito il trailer:

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Sara Maestri

Sara Maestri

Ciao, sono Sara! Laureata in Beni culturali e specializzanda in Cinema, televisione e produzione multimediale. Sono nata in Puglia, cresciuta nelle Marche e attualmente studio a Bologna. Dall'età di 4 anni, passo la maggior parte del mio tempo nelle sale cinematografiche.

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