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Gli ultimi dati dell’AJA sull’industria degli anime

L’industria degli anime tra mercato estero e domestico

In questi giorni l’AJA (Association of Japanese animation) ha pubblicato il suo report di fine 2020 sull’andamento dell’industria d’animazione giapponese.

Il report inizia parlando di una “crescita inaspettata”. Nel 2019 vi erano alcuni fattori che facevano prevedere una possibile degressione del trend, sia nel mercato domestico che estero. Sul piano domestico, che ha raggiunto il suo picco nel 2014, le preoccupazioni riguardavano l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione giapponese, mentre su quello estero l’attenzione era rivolta a delle restrizioni imposte dal governo cinese nell’aprile del 2019 che hanno causato un considerevole rallentamento del mercato degli anime nel paese. Ciononostante, l’industria d’animazione giapponese ha registrato una crescita di più del 15% rispetto agli anni precedenti.

Parte di questo controbilanciamento è attribuibile ai film, i quali hanno portato ingressi per 69.2 miliardi di yen (533 milioni euro), sancendo un aumento del 162% rispetto all’anno precedente e stabilendosi come il maggior numero di vendite mai registrato.

Allo stesso modo, anche lo streaming ha registrato il maggior numero di ingressi mai raggiunto. La cifra è di 68.5 miliardi di yen (528 milioni di euro) e rappresenta un aumento del 115% rispetto all’anno precedente.

Il contributo più rilevante, tuttavia, è stato quello del mercato estero, del merchandise e dei Pachinko, rispettivamente di 1.2009 trilioni di yen (9.2 miliardi di euro; aumento del 119% rispetto all’anno precedente), 581.3 miliardi di yen (4.4 miliardi di euro; aumento del 116% rispetto all’anno precedente) e 319.9 miliardi di yen (2.4 miliardi di euro; aumento del 112% rispetto all’anno precedente).

Nonostante il rallentamento dell’importante mercato cinese, l’AJA afferma che l’industria degli anime è riuscita a continuare a crescere grazie alla forte domanda di nuovi titoli causata dalla diffusione del live streaming.

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Pur non stagnando o invertendo il trend positivo, le restrizioni attuate dal governo cinese hanno comunque rallentato la crescita del mercato estero degli anime. Sin dalla sua rapida crescita, iniziata nel 2015, le prospettive vedevano il mercato estero superare quello domestico, eppure durante il 2019 quest’ultimo ha mantenuto la prima posizione. Stando all’AJA, tuttavia, è certo che il mercato estero supererà quello domestico nel prossimo futuro.

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Gli effetti del COVID-19

L’inaspettato arrivo del COVID-19 ad inizio 2020 ha causato l’improvvisa interruzione di molti anime televisivi e delle performance dal vivo. Anche i cinema sono stati chiusi. Secondo quanto riportato dall’AJA, per quanto sia vero che il COVID-19 abbia colpito negativamente l’industria degli anime, bisogna anche considerare l’effetto positivo che ha avuto sullo streaming, settore in cui è fortemente presente.

Quantità di titoli prodotti

Dopo il record di minuti totali di produzione raggiunto nel 2018, gli anni successivi hanno visto invece una diminuzione. Nel 2019 il totale è sceso di 23,341 minuti, posizionandosi attorno alle cifre registrate nel 2012. In termini di numero di produzioni televisive, nel 2019 ne sono state prodotto 314 contro le 350 del 2018. Secondo l’AJA, a causare questa diminuzione è stato il rallentamento del mercato cinese.

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I costi di produzione degli anime

Nel report l’AJA afferma che il costo di produzione degli anime è aumentato negli ultimi anni. Assieme a questi sono aumentati i costi amministrativi, ma anche l’occupazione. Sempre secondo l’AJA, ormai in Giappone è difficile produrre animazione televisiva con un budget limitato.

Le cause dell’aumento del costo di produzione sono diverse. Il report cita la crescita della domanda di animazione di qualità, la transizione al digitale terrestre e all’alta definizione, la richiesta del governo giapponese di riformare e migliorare le pratiche lavorative, migliorare i contratti e i metodi di pagamento. A queste cause si sono poi aggiunti costi aggiuntivi dovuti all’arrivo del COVID-19, che hanno spinto gli studi a investire per poter permettere allo staff di lavorare da casa.

Guadagno medio dei lavoratori del settore

Nel novembre del 2019 l’AJA ha pubblicato i risultati di un sondaggio riguardo i guadagni di quello che definisce “animation creators”. Gli “animation creators” includono registi, producer, character designer, supervisori delle animazioni, animatori chiave, animatori 3D e tanti altri ruoli coinvolti nella creazione degli anime.

Stando al sondaggio, il salario medio annuale degli animation creators sarebbe leggermente sopra quello dei dipendenti che lavorano nel settore privato. Considerando che l’età media degli animation creators è più piccola di 7.15 anni rispetto a quella di questi ultimi, continua il report, la reale differenza in termini di guadagno sarebbe ancora più ampia. Inoltre viene chiarito che nel sondaggio non sono state calcolate altre forme di ingresso come ad esempio le royalties.

Il report conclude affermando che nonostante sia difficile comprovare l’esistenza di un rapporto causale tra l’aumento dei costi di produzione e l’aumento dei guadagni degli animation creators, “qualche connessione deve necessariamente esserci”.

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Riguardo l’ultimo punto sollevato nel report, è chiaro che raggruppare in un unico insieme posizioni lavorative diverse, ognuna con prospettive di guadagno differenti, finisca col far perdere tutte quelle necessarie sfumature che invece sottolineano una realtà diversa da quella mostrata nel sondaggio. Le pessime condizioni di vita della maggior parte degli animatori novizi e non, dovute alla bassa paga e a delle condizioni contrattuali tutt’altro che ideali, sono fatti ampiamente documentati.

Inoltre, come affermato stesso nel report, non esistono prove che confermino che l’aumento dei costi di produzione degli anime e il maggior gettito economico confluito negli studi d’animazione con l’entrata in scena di giganti come Netflix risultino in un miglioramento dei guadagni dello staff. Se non altro, le dichiarazioni pervenute sino ad ora, affermano che la quantità addizionale di soldi viene reinvestita per la creazione di nuovi titoli, piuttosto che utilizzata per pagare meglio lo staff.

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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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