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I no-vax fanno causa a Facebook: “L’attività di fact-checking è illegale”

Un gruppo di no-vax ha deciso di fare causa a Facebook per la sua attività di fact-checking sui temi di vaccini e 5G, percepita come un controllo illegale della pseudoscienza.

Dopo la scelta di Google di demonetizzare i siti riguardo i complotti sul coronavirus, ora Facebook ha deciso di rendere sempre più precise le analisi dei contenuti postati online a tema vaccini e 5G, rifiutandosi di inserirci pubblicità nel caso in cui siano reputati non attendibili dopo il debunking. A rispondere a questa iniziativa è stato il gruppo Children’s Health Defence fondato dall’attivista anti-vax Robert F. Kennedy Jr., il quale ha fatto causa al colosso di Mark Zuckerberg.

Facebook vs no-vax e anti-5G, chi la spunterà?

Secondo Kennedy Jr., il CEO Mark Zuckerberg e le organizzazioni PolitiFact, Science Feedback e Poynter Institute, incaricate delle attività di fact-checking, agirebbero violando la libertà d’espressione con misure troppo stringenti. Prima dell’attuazione di tali misure da parte di Facebook, Kennedy è stato uno dei principali fornitori e diffusori di pubblicità no-vax nel social network.

Facebook ha etichettato la pagina del gruppo CHD scrivendo che “questa pagina pubblica contenuti non attendibili sui vaccini”, linkando il sito dei Centers for Disease Control and Prevention e disabilitando la possibilità di raccogliere fondi. Secondo quanto dichiarato da Kennedy, questo provvedimento causato dall’attività di fact-checking dei contenuti postati da CHD ha ridotto del 95% il traffico verso il sito stesso del gruppo di attivisti.

No Vax Facebook

Un caso raramente di successo

Questo caso non ha chiari precedenti di successo: i giudici hanno sempre respinto argomenti simili a causa della mancanza di fatti e dichiarazioni in grado di sostenere le tesi di chi accusa Facebook o altri social. Tuttavia, questo caso in particolare potrebbe avere un esito diverso proprio alla luce di tutte le recenti misure prese da Facebook, Twitter e Google nel tentativo di moderare i contenuti e arginare la disinformazione, come è successo anche a Donald Trump Jr., e potrebbe essere citato anche il recente ordine esecutivo dell’amministrazione Trump.

FONTE

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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