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Google studia i movimenti durante la quarantena

L’emergenza coronavirus ha fatto muovere anche grandi aziende nella raccolta dati e compravendita di beni e servizi. Tra queste, Google in particolare ha studiato i movimenti della popolazione tracciando i dispositivi collegati alla rete e con la geolocalizzazione attiva. In questo modo per ogni stato con dei dati disponibili è risultato possibile comprendere l’efficacia delle misure prese con i vari lockdown nazionali.

Come si è svolta la ricerca di Google

La ricerca si chiama Community Mobility Report e non è altro che una serie di piccoli papers, uno per ogni singola nazione, con le percentuali di visite in negozi, parchi e altre località. Tutto ciò ovviamente rispettando le norme sulla privacy dei cittadini, garantendo che non è possibile identificare la persona e i suoi movimenti. Ciò che viene analizzato è solo il dispositivo e alcuni “posti salienti” in cui è stato portato durante la giornata.

I dati singoli poi vengono uniti in un unico set per paese. Così facendo si può comprendere, nel caso specifico della quarantena per coronavirus, se i provvedimenti hanno avuto successo. Gli Stati analizzati vanno dall’Australia allo Zimbabwe, passando ovviamente anche per l’Italia. E a tal proposito, ecco i suoi dati, consultabili integralmente qui!

Google Coronavirus Mobility Report

I dati italiani

I trend di mobilità in ristoranti, librerie, centri commerciali e musei è calato del 95% dopo il 23 febbraio, ancor prima della pubblicazione dei decreti. È interessante però osservare che, nonostante un primo calo progressivo, poco prima del grosso calo causa lockdown c’è stata una crescita rapida probabilmente a causa delle “spese pazze” effetto del panico generale. Questo si può osservare anche per i supermercati e le farmacie, con un calo complessivo dell82% ma con una salita attorno al 7-8 marzo.

Nei parchi l’andatura risulta più altalenante, ma anche qui dopo il 9 marzo il calo è drastico e pari al 90%. Nelle stazioni dei treni o di vari trasporti pubblici in generale il calo è più omogeneo e ammonta all’86%. Non si nota l’aumento dato dall’”esodo di massa” dopo il leak della bozza del decreto, forse perché la geolocalizzazione dei dispositivi era disattivata. Infine, nei posti di lavoro il calo è decisamente inferiore e pari al 62%, mentre nelle varie abitazioni risulta esserci un aumento del 24%. Anche qui, probabilmente inferiore rispetto alla realtà effettiva.

L’analisi continua, regione per regione

Oltre ai trend nazionali, aggiornati periodicamente da Google, è possibile vedere i dati regione per regione. Questo forse è il vero punto focale e più interessante dell’analisi, poiché permette di capire quale regione abbia risposto meglio o peggio alla quarantena.

FONTE

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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