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3 motivi per cui Mattia Torre ci mancherà più di quanto non sappiamo

È venuto a a mancare prematuramente Mattia Torre, uno degli sceneggiatori più talentuosi del panorama italiano. E l’eredità che lascia è tanto importante quanto sottovalutata.

Ci ha lasciato a soli 47 anni Mattia Torre (potete leggere la news completa qui). Giustamente, tutte le testate, noi compresi, hanno accostato il suo nome alla serie cult Boris. In questo articolo, oltre a parlarvi della sua opera più famosa, vogliamo spostare la lente anche su altre due sue serie, meno conosciute, ma altrettanto importanti.
Con la speranza che questo articolo vi faccia capire perchè la prematura dipartita di Torre è un grosso problema per il cinema e la TV in Italia.

Boris

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Boris è stata creata da Mattia Torre assieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico. La serie, come volte di voi già sapranno, è un vero e proprio cult. Ma perchè?
Beh la risposta è sotto gli occhi di chiunque si sia mai approcciato a questa serie. È una di quelle opere che ti fa sentire fiero di essere italiano, perchè in America una prodotto del genere non esiste e non potrebbe esistere. Sicuramente è una di quelle serie che cambiano radicalmente il modo i fruire i prodotti audiovisivi. In sostanza, quando si è finita di vedere, ti lascia la sensazione che esista un pre ed un post Boris. La vita ti cambia radicalmente e cominci a guardare tutto con l’occhio della serie, così scanzonato quanto tristemente reale. Le battute dei personaggi diventano il tuo modo di rispondere nella ed alla vita e la visione di qualsiasi opera audiovisiva dovrà per forza passare dal filtro Boris. E, per chi l’ha già vista, che cosa non è Corrado Guzzanti?

Dov’è Mario?

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E proprio da Corrado Guzzanti e dalla sua ultima fatica riparte il nostro omaggio a Mattia Torre. Infatti i due hanno portato su schermo una serie che è lo specchio spietato dei nostri tempi. Mario Bambea è tutto quello che ha fatto sparire la sinistra dai radar della politica italiana. Il trauma lo porterà verso un alter ego che, invece, è tutto quello che è emerso nella politica degli ultimi anni. Insomma una dicotomia tanto divertente quanto amara che rappresenta non solo la bipolarità di un persona ma quella di una popolazione. Usi e costumi di una nazione che vuole fare la rivoluzione dai salotti e che è attratta dal trash come una falena è attratta dalla luce. Edgy vs cinquantenni su Facebook se la vogliamo spostare sui social. Una serie che dovrebbero guardare tutti per fare pace con queste due nature che risiedono in ognuno di noi. Una serie che dovrebbero guardare tutti per farsi delle grasse risate.

La linea verticale

la linea verticale

La linea Verticale è una serie che parla del cancro, la malattia per cui Mattia Torre ci ha lasciato prematuramente. Solitamente, questo tipo di prodotti, ha un mielò e porta lo spettatore a provare quasi pena per il malato. Qui no, qui è il malato che parla per sè stesso e il malato non vuole essere compatito e compianto prima del tempo. Una serie tanto cruda quanto divertente sulle storie di malati oncologici che si intrecciano all’interno dei reparti. Storie di uomini che da un giorno all’altro sono divenuti malati e che non hanno voglia di abbandonarsi alla malattia.
Una risata ci seppellirà? Forse in questo caso è proprio la risata a salvare un uomo dal grande male del nostro tempo. Zero retoriche e zero piagnistei, La linea verticale è solo una descrizione fedele di chi non può far altro che lottare per non soccombere al cancro. La serie migliore da consigliare a chi sta lottando con questo male.

Commodoriani, avete visto queste serie? Cosa ne pensate? Avete anche voi ricordi legati alle opere di Mattia Torre? Fatecelo sapere nei commenti.

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Alessandro Mezzolla

Alessandro Mezzolla

Alessandro Mezzolla è di San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi. Un genio. miliardario, playboy, filantropo non è sicuramente una descrizione calzante. Ha la passione per il cinema, la musica e le magliette macabre. Il suo motto è "Perchè anche oggi mi sono svegliato?"

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