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Niente paura, God of War è ancora God of War

Snaturato? Macchè!

C’è chi dice che “Kratos è diventato un bamboccione“, chi “God of The Last of Us“, chi addirittura “God of War non è più God of War“. Parole dell’utenza, che ha espresso in questo modo le perplessità nei confronti di God of War, nuova esclusiva PlayStation 4 sviluppata da Santa Monica Studios ed arrivata nei negozi il 20 Aprile 2018. Perplessità legittime, ma a nostro avviso totalmente errate e frutto di una visione superficiale.

Questo articolo contiene le nostre prime impressioni su God of War, oltre a minimi spoiler riguardanti le prime ore di gioco. Se non volete sapere nulla del gioco finchè non lo avrete tra le mani, passate oltre.

Il naturale scetticismo colpisce tutti

Noi stessi, prima di aver sperimentato la formula proposta dal titolo, eravamo parecchio scettici a riguardo. In piena campagna marketing pensammo che troppi cambiamenti riguardanti il piano artistico, quello ludico e quello dello storytelling, avrebbero potuto in qualche modo snaturare l’originale impianto di gioco – nato durante l’epoca PlayStation 2 proprio da Santa Monica – sia il personaggio stesso di Kratos. Nei trailer pubblicati da Sony, su questo non ci piove, sembra essere tutto fuorché l’iconico ed incavolato dio, il quale da solo ha fatto fuori tutto l’Olimpo.

Tuttavia, è bastata un’ora di gioco per farci dimenticare tutte le paranoie e le perplessità che ci hanno accompagnato durante il lungo percorso di attesa del titolo. God of War riesce infatti ad incarnare perfettamente lo spirito della serie, in tutto e per tutto, e ci sbilanciamo nel dire che lo porta ad un livello più alto. Come? Trasformando le perplessità degli utenti in punti di forza.

Ma quindi è ancora God of War!

Il prodotto confezionato da Cory Barlog e dal suo team si candida con forza ad essere una vera e propria killer application di Playstation 4. Non solo, il titolo di Santa Monica riesce soprattutto ad essere il giusto punto d’incontro tra ciò che God of War è stato e ciò che necessariamente, a causa dell’evoluzione del medium videoludico e del mercato, deve e dovrà essere. Riproporre il sistema di gioco dei primi tre capitoli della saga, relegando tutta l’evoluzione del titolo ad un mero svecchiamento grafico, avrebbe molto probabilmente significato l’arrivo dell’ennesimo e “semplice” ottimo gioco, ma niente di più.

In questo God of War, Kratos resta l’adirato e violento dio che abbiamo imparato a conoscere, ma che, a differenza del passato, non decide di sterminare indiscriminatamente tutto ciò che gli si pari davanti. Il dio si libera dei panni di vendicatore furente e decide di utilizzare la violenza estrema – e vi assicuriamo che ce n’è tanta – solo quando strettamente necessario. Il motivo di questa scelta è presto detto: Kratos è diventato padre, e non vuole commettere con Atreus gli errori commessi in passato con la sua vecchia famiglia.

God of War

Necessita di equilibrio, controllo, al fine di non dare al figlio un cattivo esempio che potrebbe portarlo alla rovina. Tuttavia, ciò non significa che Kratos sia diventato un pacifista, il quale combatte solo perché attaccato. La natura di Kratos è violenta, è rabbiosa, e siamo sicuri che durante l’intero gioco verrà a galla più di una volta. Tuttavia, a differenza del passato, il bianco dio greco è diventato capace di tenere a freno tale natura. Dunque un cambiamento netto, il quale porta tuttavia ad uno sviluppo psicologico e ad un evoluzione del personaggio che nei capitoli precedenti era praticamente assente. Noi di DrCommodore abbiamo particolarmente apprezzato questa svolta, ed il coraggio mostrato da Santa Monica nel rendere multiforme una proprietà intellettuale così solida.

“Quando c’erano le Lame del Caos…”

Altro cambio di rotta è quello riguardante il combat system. Diciamo subito che in questo caso non ci dilungheremo troppo, dato che a breve arriverà la nostra recensione – scritta con un notevole bagaglio di ore di gioco sulle spalle, in modo approfondito. Tralasciando dunque l’analisi delle meccaniche di gioco, possiamo assicurarvi che l’inserimento del Leviatano all’interno del titolo è stata una delle scelte più azzeccate di Santa Monica Studio.

Non ci sono più le combo concatenate, è vero, ma non per questo il combat system risulta essere noioso o poco adatto ad un titolo come God of War. Questo incarna alla perfezione lo spirito di God of War; è brutale, violento, ma con un ritmo più lento e ragionato rispetto al passato. L’evoluzione dell’intero titolo e del suo protagonista, insomma, si riflettono in maniera estremamente limpida anche all’interno del sistema di combattimento. Ovviamente, come già detto in precedenza, se siete amanti del gore, vi assicuriamo che non resterete delusi.

God of War

Possiamo affermare con certezza, dopo aver passato qualche ora in compagnia di Kratos ed Atreus, che le idee messe in campo da Santa Monica Studios vanno sì a stravolgere totalmente il God of War che conosciamo, ma non snaturano affatto né il personaggio di Kratos nè lo spirito della saga. Il nuovo God of War rappresenta l’evoluzione di tutto ciò che la saga è stata in passato, al fine di portare la stessa a nuovi e molto più elevati standard ludico-diegetici. Dunque, cari lettori, state tranquilli e godetevi le nuove avventure di Kratos, ne vale la pena.

Cambiate? Sì. Evolute? Pure, e nettamente. Ma God of War è ancora God of War.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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