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Facebook a pagamento, l’apertura di Mark Zuckerberg

Dichiarazioni dal Congresso USA

Durante l’ultima seduta presso il Congresso degli Stati Uniti d’America in merito alla vicenda che coinvolge Facebook, Cambridge Analytica ed i dati di milioni di utenti, Mark Zuckerberg è stato anche interrogato sulla gratuità della piattaforma social. Quanto segue affaccia sopra uno scenario preoccupante ed estremamente verosimile.

“Facebook è gratis, e lo sarà sempre”

Così recita la piattaforma al momento della registrazione di un nuovo account, ma sarà sempre ed incondizionatamente così? Tempo fa spopolò il “meme” di Facebook Gold – una falsa versione a pagamento del social network di Mark Zuckerberg. «Avevi detto che Facebook sarebbe stato sempre gratuito. È ancora il tuo obiettivo?», ha domandato il senatore Orrin Hatch, visibilmente non tranquillizzato dalla affermazione – non più decisa come un tempo – del CEO di Facebook: “Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook”.

Facebook

Quanto detto significa che esiste, inequivocabilmente, l’apertura di Mark Zuckerberg ad una versione a pagamento del social – magari con garanzie sulla privacy, per rimanere in tema. Provate ad immaginare una versione a pagamento di Facebook, in base a quanto visto per le versioni premium di altre piattaforme. Una svolta “epocale” di questo genere sicuramente impatterebbe tutta la componente pubblicitaria.

C’è già un precedente

In effetti, questa non è la prima dichiarazione che lascia con diverse domande. Già Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook – un gradino sotto al giovane CEO – si espresse in merito ad una versione monetizzata, dicendo: “Facebook ha diverse forme di disattivazione ma non un’opzione di rinuncia totale (in merito alle pubblicità)”, e completando affermando che la disattivazione delle pubblicità potrebbe generare “un prodotto a pagamento”.

Facebook

Come già appuntato, una ipotetica versione a pagamento del network di Mark Zuckerberg potrebbe comportare maggiori garanzie nell’area dei dati personali. Immaginate dunque la distinzione tra utenti di Classe A e Classe B – laddove i non paganti sono soggetti a vendita ed analisi di dati privati, mentre i privilegiati no. Come vi sentite al cospetto di questa eventualità? A questo link, il modo per scoprire se i propri dati sono stati coinvolti nella vicenda di Cambridge Analytica.

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