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Kuwait, bandite le stampanti 3D. “Sono il segno della fine del mondo!”

È bastato un video girato in un centro commerciale del Kuwait per bandire le stampanti 3D dal Paese. Perché? Perché, secondo i vertici religiosi, sono delle “opere del demonio”.

Tutto è nato durante l’apertura di un negozio specializzato in tecnologie 3D chiamato Doob. Un giornalista noto come itunesq8, per testare una stampante 3D, si è fatto fotografare e poi stampare. Il video pubblicato al riguardo, dove è ben visibile il modellino del giornalista, ha attirato in pochissimo tempo l’attenzione dei conservatori religiosi.

https://www.instagram.com/p/BnoJVoAhQZo/?utm_source=ig_web_copy_link

Il pericolo dell’idolatria

È un segno della fine del mondo! Questo è un grande male che rischia di far rivivere l’idolatria. […] Fare entrare dispositivi come questi nella penisola arabica, in Paesi monoteisti, è un reato serio. Il Ministero del Commercio deve bandire questi prodotti!”

Queste sono le parole del politico Mohammed Hayef Al-Mutairi, pubblicate su Twitter, riguardo le stampanti 3D
L’idolatria è infatti una delle accuse più serie nei Paesi islamici, spesso punita con la morte, poiché riprodurre in qualsiasi modo Allah contraddice il monoteismo islamico.

La decisione di bandire le stampanti 3D è stata poi presa in poco tempo sotto la spinta di Othman al-Khamis, importante personalità religiosa del Kuwait, e di Abdullah al-Roumi, presidente del Governatorato di Hawally (dove si vende la maggior parte dei prodotti informatici). Quest’ultimo ha agito per primo chiudendo i negozi che vendevano stampanti 3D, nonostante l’assenza di una legge al riguardo. Successivamente, Khamis ha descritto questa tecnologia come “un grande male che rischia di far rivivere l’idolatria” in un sermone pubblicato su Twitter.

Un provvedimento forzato

Il Ministero del Commercio e dell’Industria, inizialmente, ha dichiarato il negozio Doob (filiale di un’azienda con sede in Germania) innocente, non avendo infranto alcuna legge. Oltretutto, nello stesso periodo è stata aperta un’altra sede in Bahrain, dove le vendite sono salite dopo la chiusura in Kuwait. Per evitare ripercussioni sui dipendenti, però, è stato deciso il 16 settembre di rimuovere tutti i modellini 3D e chiudere il servizio stampa.

Ma ovviamente non mancano i movimenti di protesta: attivisti, giornalisti, appassionati ed esperti di tecnologia, si sono già mossi contro il divieto. Nei social media infatti sono spuntate centinaia di foto di cittadini kuwaitiani e dei loro “idoli”.

https://twitter.com/Eng_Fatma86/status/1040992300338438144

Traduzione: “Ecco gli idoli che ho a casa!

FONTE

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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