Proteggere i minori da materiali inappropriati, ormai divenuti accessibili con pochi clic, è diventato rapidamente una priorità non solo nazionale ma continentale, con la scelta dell’attore assegnato a questa protezione a essere ora l’AGCOM. Il Digital Services Act (DSA), entrato ufficialmente in vigore a febbraio 2024, si muove nella direzione adeguata alla scopo, imponendo ai grandi attori del web nuove responsabilità nella difesa dei diritti fondamentali degli utenti, con un focus mirato, appunto, sui più giovani. È in questo scenario che si colloca l’iniziativa della Commissione europea, la quale ha introdotto una fase sperimentale per testare un sistema avanzato di verifica dell’età, che possa garantire accesso sicuro ai contenuti riservati agli adulti.
A guidare la sperimentazione in Italia, come anticipato, c’è AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, selezionata tra un ristretto gruppo di Digital Services Coordinators. Il motivo sta nell’esperienza accumulata nel monitoraggio delle piattaforme online e nelle normative a tutela dei minori, le quali rappresentano una risorsa preziosa per un progetto che mira a essere adottato su scala continentale. L’applicazione in fase di test è open source e riprende le tecnologie previste dal futuro Portafoglio di identità digitale dell’UE, il cui pieno sviluppo è atteso entro il 2026. L’obiettivo è di creare una “prova dell’età” anonima, certificata da soggetti terzi, da utilizzare senza mai svelare l’identità dell’utente.

Verso un’identità digitale sicura, anonima e condivisa
Il cuore della questione ruota attorno alla separazione tra identità personale e prova di età. Il sistema immaginato dalla Commissione europea e supportato da AGCOM permetterà agli utenti di dimostrare la propria maggiore età attraverso certificazioni digitali custodite sui propri dispositivi, senza bisogno di fornire documenti o dati sensibili ai siti che ospitano contenuti per adulti. L’accesso sarà abilitato, ad esempio, tramite la scansione di un QR code, riducendo al minimo il rischio di tracciamenti o violazioni della privacy.
Nel frattempo, l’Italia si è mossa per conto proprio, approvando una normativa coerente con queste premesse. Grazie alla delibera n. 96/25/CONS, approvata recentemente, AGCOM ha imposto a tutti i fornitori di contenuti pornografici l’obbligo di adottare sistemi di verifica dell’età tecnicamente avanzati, approvati anche dal Garante per la protezione dei dati personali. La linea è chiara: nessun accesso senza un filtro credibile, anonimo e validato da enti certificati.
Il progetto si inserisce in un percorso che punta a far convergere le normative nazionali con quelle europee, in vista della creazione di un ecosistema digitale sicuro e interoperabile. Entro l’estate 2025, la sperimentazione dell’app dovrebbe concludersi, aprendo la strada a un’adozione più ampia della soluzione. Anche in assenza di un Portafoglio di identità digitale pienamente operativo, l’Europa vuole garantire da subito strumenti funzionali, rispettosi della privacy e orientati a un equilibrio tra sicurezza e libertà individuale.
