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Final Fantasy XVI The Rising Tide, le nostre impressioni sul DLC di chiusura del sedicesimo capitolo

Da ormai qualche giorno è finalmente uscito The Rising Tide, secondo e ultimo DLC di Final Fantasy XVI. Un DLC che ha il compito di dare la definitiva conclusione al progetto di questo capitolo principale della serie di casa Square Enix. Alcuni mesi fa vi avevamo parlato di Echoes of the Fallen, il primo DLC ben più contenuto rispetto a The Rising Tide, che ci aveva deluso un po’ risultando un aggiunta davvero troppo esigua all’esperienza base di questo sedicesimo capitolo.

The Rising Tide, invece, è un DLC più corposo nella durata ma soprattutto nei contenuti. Se per completarlo in ogni sua aggiunta ci vorranno infatti una decina di ore, l’esperienza sarà decisamente più ricca rispetto al primo DLC. Echoes of the Fallen sembrava una missione principale aggiuntiva del gioco base, con quasi nessun nemico inedito e un’ambientazione che per quanto bella riprendeva le altre rovine dei Decaduti viste nel gioco. In The Rising Tide potremo invece viaggiare in un’ambientazione completamente inedita ed esteticamente peculiare, misurarci con alcuni nuovi interessanti nemici e, soprattutto, accedere a un nuovo Eikon grazie a Leviatano e a un’intera nuova modalità.

Prima di scendere nei dettagli vogliamo rispondere a una domanda con cui ci eravamo lasciati nelle nostre impressioni di Echoes of the Fallen: vale la pena acquistare i due DLC di Final Fantasy XVI? Secondo noi sì. I contenuti aggiunti da The Rising Tide giustificano il prezzo del bundle a 24,99€ (acquistati separatamente si arriva a 30€).

Leviatano il perduto e la nascosta Mysidia

Narrativamente parlando The Rising Tide si introduce, come il primo DLC, giusto prima di affrontare la missione finale del gioco base. Clive riceverà una lettera da Shula, nuovo personaggio che sostiene di avere informazioni su Leviatano il perduto. Accompagnato da Jill, Joshua e il fidato Torgal Clive incontra la ragazza, una giovane dai capelli bianchi e dagli occhi azzurri. Questa guida il gruppo oltre una barriera magica invisibile, rivelando una zona verdeggiante nel nord-ovest di Valisthea.

Qui le conseguenze di Origine sul mondo non hanno avuto effetto. La zona si chiama Mysidia (nome che farà scaldare il cuore ai fan storici della serie) e Shula vive qui con il suo popolo, i Semi dell’Acqua. Qui La ragazza informa Clive di come il suo popolo abbia fatto un antico torto al dominante di Leviatano e che desidera il suo aiuto per fare ammenda e, soprattutto, salvare il dominante stesso.

Final Fantasy XVI The Rising Tide, Shula

La trama principale di The Rising Tide ruota quindi interamente intorno a una missione di salvataggio del dominante di Leviatano e alla scoperta del popolo dei Semi dell’Acqua. Se la narrativa è stato forse il punto più forte di Final Fantasy XVI, questo contenuto aggiuntivo non delude e si assesta sullo stesso livello. Le vicende sono appassionanti e scoprire il passato e i misteri di Mysidia e del suo popolo arricchisce il mondo di Valisthea. Inoltre, contestualizza le azioni di Famiel, personaggio conosciuto in Echoes of the Fallen.

Anche le missioni secondarie mantengono la linea del gioco base (come vedremo anche lato gameplay sfortunatamente). Interessanti e capaci di arricchire il mondo di gioco grazie a una narrativa sempre interessante. Inoltre ci regalano il ritorno dei Tomberry, amato nemico della serie assente nel gioco base, che in The Rising Tide riappare con una serie di quest dedicate e in una rivisitazione estetica davvero azzeccata.
Una nota doverosa per chiudere il discorso sulla narrativa va fatta. The Rising Tide è un contenuto aggiuntivo e quindi non stravolge gli eventi di Final Fantasy XVI. Avviene nel corso del viaggio di Clive, ma in alcun modo altera gli eventi cardine della narrazione. Se siete quindi tra coloro che trovano criptico il finale del gioco base, non aspettatevi chiarimenti di sorta.

L’Eikon Leviatano e il Portale di Kairos

Passando al gameplay, togliamoci prima le cose che ci hanno fatto storcere il naso per passare poi a quelle che invece hanno reso la nostra valutazione di The Rising Tide più che positiva. Come accennato poche righe fa, le missioni secondarie mantengono la struttura ludica del gioco base, risultando nuovamente semplici fetch quest che ci richiederanno di uccidere dei nemici o recuperare oggetti per qualcuno. Così anche l’esplorazione. Mysidia è esteticamente bellissima, ma come ogni area del gioco base è praticamente inutile dedicarsi alla sua esplorazione. Esplorazione che tra l’altro viene “rallentata” da una scelta di design abbastanza inspiegabile. Dovremo infatti ottenere nuovamente l’uso di Ambrosia per l’esplorazione facendo una secondaria. Parliamo di una cosa che si sbriga in 2 minuti se uno salta i dialoghi, ma a maggior ragione l’abbiamo trovata inutile.

Non ha invece deluso per nulla l’aggiunta dei poteri di Leviatano. Rispetto agli altri Eikon presenti nel gioco, Leviatano è completamente votato a un gameplay dalla distanza, quasi trasformando con la sua abilità peculiare i combattimenti in uno shooter in terza persona. Alcune delle sue abilità, inoltre, risultano essere il miglior modo in assoluto all’interno del gioco per consumare la volontà dei nemici.
Nel complesso le sue skill aggiungono nuova linfa al combat system, aprendo vie inedite nelle combo con gli altri Eikon.

Final Fantasy XVI The Rising Tide, Leviatano

Il DLC aggiunge poi due nuove boss fight. La prima è contro un nemico umanoide e più contenuta, ma l’abbiamo apprezzata particolarmente e riteniamo sia una delle migliori all’interno di Final Fantasy XVI. A brillare realmente è, però, lo scontro con Leviatano. La battaglia Eikon tra Ifrit e Leviatano è senza dubbio la migliore di tutto Final Fantasy XVI. Non scenicamente, ma lato gameplay. Se tutti gli altri scontri con Eikon nel gioco erano di fatto delle sequenze cinematiche altamente interattive, qui abbiamo una vera boss fight. Se non giocherete bene e non sfrutterete tutto lo “skill-set” di Ifrit verrete sconfitti. Leviatano fa sul serio.

Final Fantasy XVI The Rising Tide, Portale di Kairos

Chiudiamo parlando dell’aggiunta forse maggiore di questo contenuto aggiuntivo: il Portale di Kairos. Accessibile tramite la pietra arete, il Portale di Kairos è una modalità che prevede di battere 20 stanze di nemici senza morire. Le venti stanze sono predefinite, quindi non parliamo di una modalità rogue-like con rigiocabilità infinita.

All’interno del Portale Clive non potrà usare equipaggiamenti, potendo modificare solo le abilità selezionate. Superando le stanze otterremo Punti Potenziamento e Punti Dono. I primi serviranno per potenziare gli attacchi di Clive, aumentare i suoi HP o la potenza delle sue abilità e saranno permanenti. I secondi, invece, sono molto diversificati e durano per un certo numero di stanze. Passiamo da quelli che aumentano la resistenza con poca vita a quelli che riducono i tempi di ricarica e persino quelli che aumentano il moltiplicatore del punteggio. Questa modalità, infatti, registra un punteggio stile e ha anche una leaderboard online in cui competere.

Nel complesso il Portale di Kairos è davvero un’aggiunta interessante, divertente e che permette di sfruttare davvero al meglio il divertentissimo combat system di Final Fantasy XVI. Inoltre, porta con sé un’aggiunta davvero inaspettata ma decisamente tanto gradita. Per noi è stata davvero una bella sorpresa quindi non la vogliamo rovinare a voi. Ma vi assicuriamo che ne vale la pena.

Tiriamo le somme su Final Fantasy XVI The Rising Tide

Alla fine dei conti The Rising Tide è una eccellente conclusione per il viaggio che è stato Final Fantasy XVI. Insieme a Echoes of the Fallen questo contenuto espande ulteriormente il titolo, regalando modalità e poteri aggiuntivi decisamente graditi, soprattutto in vista di una nuova run a difficoltà Final Fantasy. Se ancora non siete stanchi di Valisthea, con The Rising Tide potrete estendere ancora un po’ il vostro viaggio in Final Fantasy XVI. Un gioco di cui si è già detto abbastanza, tra bassi decisamente inaspettati e deludenti e alti straordinari. Un gioco di luci e ombre. Parere personale: Final Fantasy XVI è un gioco che tra qualche anno, scevro di tutte le scorie legate alle aspettative e all’attesa, verrà visto e valutato con un occhio più equilibrato e giusto anche dal grande pubblico. Perché non esistono solo i capolavori e i fallimenti.

Final Fantasy XVI The Rising Tide, l'Onda

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Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

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