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Spalletti e il divieto di PS5 agli Azzurri: i giocatori della nazionale sono “ossessionati” da COD

Fanno molto discutere le recenti dichiarazioni di Luciano Spalletti, CT della nazionale italiana di calcio, riguardo al presunto uso improprio che alcuni calciatori hanno fatto delle loro PS5 nel corso del ritiro con la nazionale. Il gaming, come ben sappiamo, è ormai sdoganato dalla vecchia nomea di interesse “sfigato” e anzi, impazza come non mai nel mondo del calcio, ma, a quanto pare, non tutti gli addetti ai lavori ne sono contenti.

Stando alle parole di Spalletti, alcuni Azzurri avrebbero fatto in più occasioni le ore piccole giocando a Call of Duty sulla propria PlayStation (possiamo biasimarli?) e, per questo, il CT ha espressamente proibito ai giocatori di portare le proprie console in ritiro durante i ritiri. Leggiamo insieme l’intero intervento:

PS5

Come la punizione della mamma, ma senza battipanni

“Maglia, valori, orgoglio, responsabilità, non sono parole che uso a caso, anche se qualcuno deve averlo pensato… Alcuni giocatori devono aver creduto che Spalletti abbaia e poi non ha i dentini, invece si sbagliano e ora ci sono delle cose che vanno messe in chiaro. Da qui in avanti le Playstation le lasciano a casa e non le portano più. Glielo invento io un giochino a cui pensare per distrarsi la notte. Vengono da me e gli do i compiti da fare la sera se non sono bastati quelli di giorno. Perché in Nazionale si sta sul pezzo, concentrati, non si cazzeggia.”

Queste le parole del CT riprese direttamente da un’intervista recentemente rilasciata presso il quotidiano “La Gazzetta dello Sport

“I cellulari devo sopportarli, ma non possono essere tenuti sul lettino dei massaggi e durante le cure. Ho parlato di videogiochi perché ci sono state cose che non mi sono piaciute. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E Buffon in questo mi aiuterà. Se la modernità è giocare alla Playstation fino alle 4 di mattina quando c’è la partita il giorno dopo, allora questa modernità non va bene“.
azzurri sotto assedio

“Il duro lavoro non è più incentivato”

L’intervista si conclude affermando che:

“Viviamo in un mondo che poco incentiva il duro lavoro, il sudarsi le cose. I ragazzi di oggi preferiscono mettere una foto su Instagram con il capello fatto piuttosto che abbassare la testa e pedalare. Questi non sono i valori che la mia Italia deve trasmettere. Si viene in Nazionale con gli occhi che ridono e con il cuore che batte e ci si sta come un branco di lupi che vanno in fila indiana per spingere il compagno davanti e non lasciare nessuno indietro. Gli italiani chiedono una Nazionale cazzuta e responsabile, solida e spavalda. Si viene in Nazionale per vincere l’Europeo non per vincere a Call of Duty.”
Call of Duty Zombie, Warlord Keres

Leggi anche: PS5: NUOVO AGGIORNAMENTO IN FASE DI BETA TESTING, MIGLIORAMENTI AL DUALSENSE E ALLA CONDIVISIONE

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Sara Pandolfi

Sara Pandolfi

Classe 2004, ma il mio gioco preferito è più vecchio di me. Mi trovate in giro per le strade con uno scudo Hylia sulle spalle e questo dovrebbe già spiegarvi molte cose

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