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Bentornato, Alice: il sesso secondo Shuzo Oshimi

Genere, sesso e identità vengono discussi e affrontati senza filtri dal noto autore de I fiori del male ed Happiness

Bentornato, Alice ha raggiunto da poco in Italia il sesto volume mentre in Giappone si è concluso di recente col settimo -e ultimo- numero. L’autore è Shuzo Oshimi, di cui abbiamo già parlato in dettaglio e anche in particolare; per non ripeterci diciamo solo che è uno dei mangaka più particolari e bravi attivi oggi, soprattutto perché ogni suo lavoro ci offre l’opportunità di parlare sempre d’altro, sollevando grandi interrogativi spesso impossibili da risolvere.

Nelle righe che seguiranno avrò il solo obbiettivo di farvi leggere il manga in questione. Non mi paga nessuno per farlo, ma credo che un titolo del genere possa offrire spunti per riflettere su temi che oggi sono sempre più discussi. Il ruolo del genere, del sesso biologico e della non identificazione con le categorie “classiche” di uomo e donna, per esempio. Per fare ciò, siccome l’obbiettivo è farvi leggere il manga, ridurrò gli spoiler al minimo.

La storia segue le vicende di tre ragazzi: Yoehi, il tipico imbranato coi modi di fare da timido, Yui, la ragazza di cui Yoehi è innamorato dalle medie e Kei, amico di Yoehi che dopo aver rifiutato l’amore di Yui si trasferisce dalla città in cui vivono. Il giorno dove Yoehi e Yui iniziano le scuole superiori notano un volto forse familiare che fa la sua comparsa tra la folla: è Kei, solo che adesso è vestito come una ragazza.

Ruoli non definiti

Al contrario di quello che starete pensando, Kei non è diventato una ragazza, ma non è nemmeno un ragazzo; dichiara infatti di non essere interessato alla questione e di aver semplicemente smesso di essere un maschio, e questo -lo dice nel primo volume- non lo rende di certo una ragazza. Questa controversa rivelazione metterà a soqquadro la vita di Yoehi, che nel frattempo aveva preso coraggio e iniziato ad approcciarsi proprio con Yui, di cui è innamorato.

Mettere a soqquadro è un modo di dire davvero brutto, ve lo concedo, ma ridurre gli spoiler al minimo significa in certi punti essere anche vaghi. Yoehi inizierà in questo modo ad essere travolto da sentimenti e sensazioni sempre più contrastanti, che lo faranno oscillare tra l’amore della sua infanzia e quello per il suo amico, ora visto sotto una luce nuova e diversa, così controversa da accendere nel protagonista idee che prima di quel momento non gli avevano mai sfiorato la mente.

Non è questa la sede giusta per discutere sull’identità di genere, anche perché chi scrive non ne ha le giuste competenze e capacità. Eppure, da ignorante in materia, mi sono spesso fermato durante la lettura a interrogarmi sul vero ruolo che siamo portati a identificare nel del sesso di chi incontriamo. Spesso queste etichette ci definiscono prima ancora di rivelare chi siamo davvero. Certo, come il manga ricorda ci sono impulsi biologici impossibili da sopperire, ma a volte non seguono la stessa lunghezza d’onda della nostra mente.

Yoehi è un ragazzo eterosessuale, per lui è normale e anche inevitabile provare una forte attrazione verso il corpo della compagna Yui. Pagina dopo pagina verrà però a patti con una verità che credeva impossibile: quella lussuria non è tutto ma c’è anche altro che desidera, e il suo corpo non è forse fatto per godere esclusivamente di quello che Yui è in grado di potergli far fare, o di quello che lui può fare con lei. Forse il sesso è anche altro, o forse non è niente e può anche non esserci mai stato.

Conclusioni

Bentornato, Alice non è un manga scontato, anzi; è bello proprio perché tocca tasti scomodi che molti non vorrebbero nemmeno vedere, e lo fa attraverso una rappresentazione dei rapporti umani tremendamente realistica e allo stesso tempo poetica, come se tutto quello che facciamo dovesse girare attorno alla connessione tra esseri umani, e non ci fosse altra scelta che instaurare un legame forte per andare avanti a vivere.

Pregio assoluto del manga è la sua immediatezza: si legge benissimo, i disegni sono accompagnati da pochi ed essenziali dialoghi e hanno tutto lo spazio necessario per raccontare i dubbi e le ossessioni dei personaggi. Come ogni grande lavoro a fumetti parole e disegno riescono assieme a farci vivere nella mente dei protagonisti; a causa di questo anche noi lettori iniziamo a porci domande scomode, per le quali non c’è mai una risposta semplice e prevedibile.

A rendere la lettura ancora più interessate e stratificata sono i commenti dell’autore, presenti nella conclusione di tutti i volumi. Da questi testi viene fuori un forte desiderio per mettersi a nudo davanti a tutti coloro che hanno il manga in mano, una mossa tanto lodevole quanto coraggiosa. Esponendosi in questo modo, Oshimi ci ricorda che nonostante tutto quello che possono pensare gli altri, a decidere della nostra vita siamo sempre e solo noi stessi. Anche se per capirlo dobbiamo versare lacrime e sangue e vivere.

Leggi anche: “TRACCE DI SANGUE 153 – LA CONCLUSIONE [SPOILER]

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Alessandro Diambra

Alessandro Diambra

Classe 1996. Sono uno di quelli che legge tutto e non ha cose preferite.

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