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Mobile Suit Gundam e l’episodio perduto: analisi di Cucuruz Doan’s Island

Gundam è sicuramente uno dei franchise più importanti e longevi in Giappone e all’estero, con la ormai iconica serie diretta dal maestro Yoshiyuki Tomino che a partire dal 1979, anno di uscita del primissimo episodio, ha avuto un’incredibile fortuna, scalando il successo e diventando un punto cardine nel mondo anime manga e del genere mecha, tanto da aver ispirato altri registi nipponici iconici come Hideaki Anno nella sua opera magna Neon Genesis Evangelion.

Il film di Cucuruz Doan’s Island cerca di ridare giustizia e vita a quell’ormai perduto episodio 15 della prima serie cancellato da Tomino stesso per motivi di regia, di far rinascere ancora una volta ciò che è alla base della storia dell’Universal Century e dei valori per la quale la serie è tuttora amata a distanza di più di 40 anni.

Sicuramente l’impresa più difficile è stata diluire i 23 minuti di episodio in un’intera pellicola dalla durata di un’ora e 40, con effettive piccole scene superflue ed evitabili, ma con il risultato finale che riesce a trasmettere la nostalgia e ad intrattenere ancora una volta gli amanti del franchise per le imprese militari nella Guerra di un Anno compiute dall’equipaggio della Base Bianca, o White Base, con un Amuro Ray pronto a scendere in battaglia ancora una volta sull’RX-78-2, a far rivivere il terrore e la crudeltà della guerra che colpisce non solo i soldati, ma anche i civili più innocenti senza distinzione d’età.

Gundam

Il vero significato di diserzione

Il tema principale che salta all’occhio durante la visione del lungometraggio è il concetto di diserzione, come viene visto da chi sta dall’alto e da chi lo vive in prima persona.

Il punto di vista di chi ha subito la diserzione del compagno è forse il punto meno definito della pellicola, non perché non sia importante, ma per il ruolo che assumono i soldati del regime di Zeon che decidono di vendicarsi del tradimento da parte del loro ex-compagno Doan: essi paiono essere usati, all’infuori dello scopo militare di riconquistare l’isola come punto strategico militare, solo per mettere in difficoltà il vero protagonista del film, per l’appunto Cucuruz Doan, tentando di tirare fuori il senso di colpa per quanto riguarda il suo tradimento, ma sfortunatamente lo spettatore non prova questa sensazione, siccome i personaggi dello squadrone nemico non vengono mai caratterizzati a dovere, ma sfruttati solo per portare avanti l’operazione militare citata sopra, mischiata a piccole cose che fanno intendere la voglia di vendetta.

Al contrario, il punto di vista di Amuro, che passa più come personaggio secondario, quasi a rappresentare lo spettatore, e quello del soldato Doan, è reso in modo tale da coinvolgere appieno chi guarda il film, riuscendo a trasmettere non la sensazione di star vedendo la vita di un soldato di un regime totalitario come quello di Zeon, ma di un essere umano che si è reso conto di quale debba essere il limite del potere da usare nei confronti degli altri uomini.

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Il confronto tra Amuro e la ormai famiglia di Doan nell’isola in cui è ambientato il film è sicuramente l’insieme dei momenti più toccanti, i quali fanno apprendere quale sia la crudeltà della guerra non solo subita da soldati, ma anche dai civili che apprendono il vero significato di guerra, di come essa possa in un attimo distruggere una vita quotidiana che sembrava all’inizio essere eterna, e di come la guerra stessa possa causare la nascita di un’altra vita, ma con un barlume di speranza nonostante lo strazio.

La famiglia di Cucuruz Doan è la rappresentazione di come, pur sotto le bombe, l’essere umano riesce comunque a trovare un modo per godersi una vita felice: ciò si nota anche nel sorriso dei bambini pronti ad aiutare in qualunque momento i loro compagni, pur di preservare quella vita che hanno appena ottenuto, nel tentativo di non perderne un’altra ancora una volta.

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L’amore per il franchise

I maggiori appassionati alla saga saranno stati sicuramente soddisfatti per la sensazione nostalgica che trasmette il film per quanto riguarda il ritorno del gruppo dei primissimi personaggi di un franchise che ormai l’anno prossimo compirà ben 45 anni.

Il ritorno del cast tuttavia non implica la loro completa importanza all’interno della pellicola: essi stessi, eccetto Amuro, come per i soldati di Zeon citati precedentemente, hanno un ruolo sufficientemente marginale, con scopi militari appositi per permettere l’avanzare del film verso la conclusione, ma questo è sicuramente principalmente una conseguenza dell’allungamento che si è dovuto fare come citato sopra, ma, d’altronde, tutto l’equipaggio della Base Bianca ha una sua intera serie.

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Il comparto tecnico trasmette tutto l’amore che lo studio Sunrise ha verso Gundam fin da quando produsse la prima serie, con remix adattati in chiave contemporanea e facilmente distinguibili della iconiche colonne sonore del primo Gundam, ed anche in particolar modo per l’ennesima presenza del maestro Yoshikazu Yasuhiko, il character designer delle primissime 2 serie, che recentemente ha anche partecipato nella serie prequel Gundam Origin; insomma, il padre di tutto Gundam insieme a Tomino stesso.

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Cucuruz Doan’s Island non si vuole credere un film perfetto o con un fulcro centrale come la guerra, ma vuole essere una lettera d’amore ai fan longevi e anche nuovi di un franchise che tra alti e bassi ha fatto innamorare nei decenni milioni di persone in tutto il globo delle avventure dei protagonisti delle varie serie, tra cui il primissimo cast di personaggi; sicuramente questo film è stato uno strumento per ridare ancora un po’ di vita a quei personaggi che, da ormai 44 anni, appassionano ancora il pubblico del mondo anime manga.

Se volete recuperare il film lo trovate su Crunchyroll al seguente link.

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