Può capitare, seppur non così spesso, che le storie più sorprendenti e intriganti siano anche quelle che si distolgono dalla pianificazione dietro di esse, e One Piece potrebbe essere un esempio piuttosto adatto. Eiichiro Oda ha dimostrato di avere un genio davvero grande in certi aspetti, ed un talento artistico che a volte risulta difficile da negare anche da parte dei suoi detrattori.
L’abilità di creare una storia con tali ramificazioni, innumerevoli personaggi sfaccettati nel modo più assoluto, ambientazioni ricche di dettagli e con un proprio passato, non è qualcosa che chiunque sarebbe in grado di fare. Gli autori di manga, come quelli dei libri, devono contare totalmente sulla loro esperienza, conoscenza della tecnica letteraria e sulle loro capacità inventive per poter costruire un racconto capace d’ingaggiare non solo il pubblico, ma anche sé stessi.
Anche per questo motivo, l’autore che segue il suo cuore nella scrittura di un’opera, e vuole portarla verso apici d’intrattenimento estremi, spesso si lancia anche in sfide impensabili e impreviste, come la decisione di aggiungere fili narrativi nuovi e intricati per creare qualcosa di ancora più sorprendente. Questo, ovviamente, è anche il caso di Eiichiro Oda.
La volontà di osare
Molti fan di One Piece sanno bene come alcuni particolari presenti in One Piece non siano stati parte della narrazione pianificata in origine da Eiichiro Oda. Questo fattore viene ulteriormente rimarcato nelle parole scritte in queste ultime ore dall’utente Sandman, il quale ci sta accompagnando quasi quotidianamente nell’esplorazione delle parole di Oda e del suo staff nel corso degli anni.
L’utente cita un discorso intavolato da Oda nel quale parla delle sue “aggiunte” alla storia, le quali non erano state pianificate con largo anticipo. Tuttavia, se inserite per bene, il potenziale di creare qualcosa di fantastico diventa più grande che mai.
“Oda: di solito non ne parlo visto che i miei fan potrebbero rimanerne delusi, ma alcuni punti importanti della trama non erano programmati molto in anticipo. Penso che sarebbe ancora più fantastico se delle continuità retreottive finiscano miracolosamente con il funzionare bene.”
Tra gli elementi inseriti come “retcon” da parte di Oda, possiamo allora trovare dei punti di trama davvero cruciali alla storia e che quasi potremmo ritenere fondamentali, di cui inoltre discutiamo ancora oggi:
- Bibi è una principessa
- L’apparizione di Shanks nella guerra di Marineford
- Ace è figlio di Roger
- Lucci è un cattivo
- Il monte Drum Rock che sembra un albero di cilegio
- Il rapporto consanguineo di Doflamingo e Corazon
- L’apparizione degli Shichibukai nel manga (One Piece doveva essere una storia riguardante la lotta con gli Yonko, non la Flotta dei Sette)
- Le Supernove ancora sopravvissute nel Nuovo Mondo. Oda pensava che almeno la metà di loro avrebbe mollato
- L’importanza di Law come personaggio. Oda pensava che Kidd lo sarebbe diventato
- L’editor di Oda era contrario all’uccisione di Ace nell’arco di Marineford (Oda però lo pianificò sin dalla prima apparizione del personaggio)
- Oda aveva già un piano in cui Kuma avrebbe separato i Mugiwara dopo che fu introdotto
Tutto ciò porta ogni volta a delle domande interessanti, come ad esempio cosa sarebbe successo a Marineford senza l’intervento di Shanks, e che cos’aveva in programma Oda per quello scenario. Le capacità di Oda nell’inserire questi elementi che neanche erano stati inizialmente previsti è davvero sorprendente; persino il fatto che Bibi non fosse una principessa prima della “retcon” è, a pensarci, qualcosa di allucinante.
Probabilmente, anche l’apparizione di Shanks a Wano è stato frutto di una retcon per promuovere il film; eppure adesso eccoci qui, con il capitolo 1076 di One Piece, e quella fatidica scena che ci ha portato a pensare a come tutto fosse in realtà collegato sin dall’inizio.
