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Lycoris Recoil – Recensione: la complicità che salva da un mondo di artifizi

Lycoris Recoil mostra come nella vita ci siano diverse certezze: ai giapponesi piacciono le serie animate con “ragazze carine che fanno cose carine”, e gli piace ancora di più quando vengono messe a loro disposizione delle armi e una trama che le porta a svolgere attività pericolose.

Il sottogenere delle “ragazze con le armi”, che si concentra sul rappresentare quelle che sono solitamente delle fanciulle piuttosto caparbie, capaci di destreggiarsi abilmente nel combattimento con pistole, fucili et similia, ha preso piede in Giappone a partire dalla fine degli anni Novanta, partendo prima con una serie “pioniera” come Gunsmith Cats, manga adattato poi in anime nel 1995, e poi con lo studio d’animazione nipponico Bee Train. Opere come Noir, Madlax, El Cazador de la Bruja, hanno formato nel tempo il “trittico” icona degli anime di questa tipologia, aprendo il campo ad ulteriori creazioni che hanno ottenuto un’iconica fama nel passare del tempo.

Giovani adulte, ragazze adolescenti, partner con differenze di età, diventarono allora delle combattenti amanti dell’azione, che lottano per organizzazioni governative segrete o come mercenarie, oppure per puro sfizio personale. Purtroppo, “l’epoca d’oro” di queste produzioni è andata via via con lo scemare sempre più, dovendosi adattare ai “gusti” più popolari di questi anni e quindi rinunciando a quell’impronta di “serietà” e rappresentazione di scenari particolarmente cruenti.

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Ma quest’evoluzione è stata un elemento necessario per poterne permettere la sopravvivenza: Lycoris Recoil infatti partiva da un concept molto più tetro e con tonalità pesanti, tuttavia il regista decise di effettuare un cambiamento significativo all’ambientazione della storia, sapendo come probabilmente non avrebbe toccato le corde giuste del pubblico generale moderno. Ed è così che arriviamo all’opera che si presenta oggi: ragazze carine con delle armi che combattono i terroristi, tutto per proteggere la quotidianità e tranquillità che vige da sempre in Giappone.

Tuttavia, resta il fatto che la vera identità di Lycoris Recoil è individuabile in aspetti meno superficiali di quelli che si andrebbero ad osservare semplicemente vedendone la copertina o leggendo la trama. Tra le numerose cose che vuole trasmettere nel suo corso, infatti, c’è il modo in cui si vuole scegliere di passare la propria vita in un mondo dove le cose sono molto meno serene e gioiose di quello che potrebbe sembrare, come approcciare la vita di tutti i giorni e il non vivere più per il bene degli altri piuttosto che per il proprio.

Trama

Come abbiamo detto, Lycoris Recoil si presenta nel modo più appetibile al pubblico più ampio: delle giovani ragazze con divisa scolastica, tra le quali ci sono le protagoniste Chisato e Takina, sono i personaggi sulla quale si concentra la vicenda. Le due adolescenti hanno avuto diversi stili di vita sino a prima del loro incontro, e anche per questo hanno sviluppato delle personalità che non possiamo far altro che definire totalmente opposte.

Chisato è una ragazza prodigio che ha un dono che la rende un elemento portentoso e unico per l’organizzazione DA (Direct Attack), la quale si occupa di “difendere la (falsa) tranquillità del Giappone” e che utilizza delle giovani orfane, le Lycoris, per fare ciò. Takina, d’altro canto, ha sviluppato nel tempo delle fantastiche abilità combattive, ma dopo aver disobbedito alle direttive del suo capogruppo causando il fallimento di una missione, viene “cacciata” dalla DA per finire al LycoReco, un café “particolare”.

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Da qui, Takina farà l’incontro di Chisato, la quale ha dei principi sull’utilizzo delle armi che vanno contro ogni insegnamento sull’assassinio fornito alle Lycoris, e che Takina inizialmente non riuscirà per nulla a comprendere. Da qui, quest’ultima partirà con l’obiettivo di dimostrare di poter tornare alla DA, ma la convivenza che si troverà costretta a sperimentare con la sua nuova “partner” Chisato la porterà a realizzare presto quale sia davvero il suo posto.

La trama in sé si presenta in modo molto intrigante all’inizio, e si sviluppa con un fare piuttosto lineare (seppur con alcuni interessanti twist e momenti di tensione rimarcabili). Ci sono ovviamente alcuni tipici trope ritrovabili negli anime più gettonati, con scene slice of life, momenti divertenti e le spensierate attività quotidiane al café, che diventano però un importante mezzo per mostrare il modo in cui le due protagoniste iniziano a prendere confidenza l’una con l’altra.

Essendo una serie originale, dunque non avendo alcuna fonte “primaria” sulla quale basarsi, Lycoris Recoil ha comunque modo di rendere “misterioso” il modo in cui andrà a proseguire, portando ad ipotizzare possibili nuovi scontri, delle morti palpabili, e come finirà tutto quanto. Ci sono tuttavia alcuni risvolti di trama potrebbero risultare in certi frangenti piuttosto scontati, ma vogliamo motivare ciò sul fatto che a dirigere l’anime sia stato Shingo Adachi, addetto al character design in Sword Art Online e che ha debuttato come regista per la primissima volta proprio con Lycoris Recoil.

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Personaggi

All’inizio, sembrava che Chisato sarebbe stata la protagonista effettiva di Lycoris Recoil, o perlomeno lei avrebbe ricevuto un “focus” principale nel corso dell’anime. Seppur sempre ottimista e con un fare altruista e “sempliciotto”, essa non nasconde la sua intelligenza, il disinteresse verso le opinioni contrarie alle sue, e non mostra alcuna preoccupazione verso cose che non è in grado di controllare. Diverse ragioni la portano a dare valore alla vita umana, e seppur la sua testardaggine potrebbe portare a sentire una certa frustrazione in alcuni momenti, il fatto che la sua personalità non possa essere cambiata così facilmente diventa ben presto un punto chiave dell’intera storia.

Parlando di Takina, lei è l’inverso di Chisato: dice come stanno le cose, si pone obiettivi reali ma raggiungibili con il massimo dell’efficienza, e ciò che le interessa sono i risultati complessivi. In quella che è una dinamica tipica degli anime, dove “la ragazza bionda è ottimista e semplice, la ragazza mora è silenziosa e riflessiva”, Takina prende il ruolo del personaggio meno estroverso e spensierato, ma l’influenza di Chisato si farà sentire sin dall’inizio.

Proprio a partire dal terzo episodio, le parole di Chisato attivano qualcosa in lei, la quale finirà poi con il divenire la maggiore fonte di azione nel corso della serie. Involontariamente o meno, Takina inizia a provare un crescente interesse per Chisato, la quale è in grado di schivare proiettili a distanze ridicole, e s’impone la regola di non uccidere nessuno con delle pallottole vere.

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Si passa così, in uno shift molto nascosto, a vedere la serie dalla sua prospettiva. In questo modo, anche il pubblico inizia ad essere sempre più intrigato da Chisato, e questo sentimento non fa altro che aumentare quando vengono rivelate sempre più cose su di lei. Il loro rapporto e la loro chimica è ciò che ha maggiormente portato successo a questa serie: non si parla semplicemente di due ragazze “cazzute” che combattono i cattivoni insieme, salvano la giornata e l’episodio seguente ci presenta subito una nuova missione.

Parlando invece degli altri personaggi, gli antagonisti sono stati ben studiati, e con delle motivazioni che non si limitano alla semplice “malvagità perché deve essere malvagio” come ragione per cui vanno a compiere certe azioni. Tuttavia, non possiedono la stessa complessità delle protagoniste, e anche il loro passato viene “glissato” un po’ troppo rispetto all’importanza che essi dovrebbero possedere.

Inoltre, anche nel cast che accompagna le protagoniste vengono presentati degli individui interessanti, tra una hacker di età dubbia che si rifugia nell’armadio al piano di sopra del café, e un’incorreggibile giovane adulta che preferirebbe stare a casa tranquilla con il suo fidanzato (che non ha), ma che non evita comunque di partecipare alle missioni più pericolose e potenzialmente letali. E meglio non distogliere lo sguardo dal tranquillo e silenzioso padrone del café, e “tutor” di Chisato.

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Musica, disegno e doppiaggio

Parlando delle visual di Lycoris Recoil, non c’è davvero molto da dire: l’animazione rimane estremamente solida nel corso della serie, e forse anche grazie ad alcune particolari indicazioni dal regista lo studio A-1 Pictures ha dato vita a scene d’azione di un’intensità rimarcabile, momenti drammatici e toccanti con movimenti, gesti ed espressioni facciali iconici e impeccabili. Anche la mescolanza di colori brillanti e scuri che si contrastavano e abbinavano tra loro ha accompagnato in modo piacevole l’intera visione della serie.

Il comparto musicale fa un ottimo lavoro, togliendo e distribuendo con criterio la soundtrack e utilizzandola al meglio a seconda delle situazioni. Piccola nota sulla opening delle ClarIS: non è una delle loro migliori canzoni, ma diventa comunque molto apprezzabile dopo averla ascoltata alcune volte. La ending dalle tonalità un po’ più “vivace” stona invece con il finale di alcuni episodi, ma si tratta di un elemento trascurabile.

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Per quanto riguarda il doppiaggio, è stato a dir poco eccezionale. L’interpretazione di Anzai Chika, la doppiatrice di Chisato, è forse la migliore in assoluto tra tutte quelle da essa realizzate nel corso della sua carriera, e anche Wakayama Shion nei panni di Takina ha potuto mostrare un’abilità impossibile da non riconoscere nel modo in cui ha reso questo personaggio, che doveva all’apparenza possedere un atteggiamento controllato e silenzioso, finendo poi con il trasformarsi e mostrare un naturale affetto verso la coprotagonista.

Lo stesso vale per i doppiatori degli altri personaggi, tra cui spicca anche Kuno Misaki, che si è ritrovata a doppiare una “ragazzina” seguendo però la bizzarra indicazione del regista, il quale le disse di parlare in “modo adulto”. Il risultato è stato un personaggio molto apprezzato e divertente, che ha fatto da contorno più che lieto per le vicende che hanno avuto luogo nell’anime.

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Giudizio finale

Fatte tutte queste considerazioni, arriviamo ai giudizi finali per quanto riguarda Lycoris Recoil nella sua interezza. L’anime presenta delle tematiche eseguite in modo ottimo, e anche per questo è rimasto tra le opere più seguite nel corso della stagione estiva.

Ogni episodio continuava ad aggiungere qualcosa di più alla storia, e unendo la giusta dose di azione a una storia relativamente familiare, ma che al contempo va a concentrarsi prettamente sullo sviluppo dei personaggi (la parte più forte della serie), Lyocoris Recoil è riuscita a trovare un crescendo di popolarità sempre maggiore (senza dimenticare le varie citazioni alla cultura pop, come i riferimenti a John Wick, Stand by Me e altri film classici).

L’anime possiede varie sfaccettature che si alternano tra momenti comici, drammatici, d’azione, tensione e commozione. Ma seppur ci siano momenti molto toccanti in certi frangenti, un fatto che forse “rovina” l’opera (come in realtà molte altre nel suo campo) è come dopo un po’ aleggi nell’aria una sorta di “senso di sicurezza” per quanto riguarda il destino di alcuni personaggi, anche se c’è da dire che la serie cerca di presentare dei momenti di grande pericolosità per le protagoniste stesse.

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Ad ogni modo, di sicuro la chimica fantastica tra Chisato e Takina è ciò che ha trasportato maggiormente la serie verso la vetta degli anime più amati quest’anno, e le tematiche della storia hanno dato comunque una spinta significativa. La trama ha portato avanti l’idea che sia Chisato che Takina stessero cercando un modo per validare la loro presenza in un mondo fatto di artifizi, dove la tranquillità è installata dall’alto e loro ne sono le fautrici per il volere di altri. Seppur nate per questo scopo, le due giovani trovano supporto l’una nell’altra, creandosi così in un certo qual modo una “famiglia” sulla quale poter contare.

Sebbene si possa pensare che sia il solito “ragazze carine che fanno cose carine” ma in un café e ogni tanto con qualche scazzottata e sparatoria, la serie in realtà mostra un equilibrio ottimo tra momenti di leggerezza e scene più crude e violente. Resta da dire che alcuni elementi della storia sono rimasti ancora poco esplorati, e a seconda delle proprie aspettative il finale potrebbe portare ad opinioni controverse riguardo la decisione che ha avuto il regista su come concludere la storia.

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Anche per quanto riguarda la fine in sé, ci sarebbero molte cose sulla quale soffermarsi, ma lasceremo la decisione a chi andrà a vedere l’anime. Ma sempre l’ultimo episodio va a dimostrare ciò che è stato reso certo da questo anime: se non per la storia, Lycoris Recoil verrà certamente ricordato per la dinamica da Takina e Chisato, forse una delle “coppie” più riuscite e che maggiormente hanno intrattenuto negli ultimi tempi.

C’è qualche nota di delusione per chi sperava in “qualcosa di più”, ma considerando come sia raro che i registi e autori giapponesi decidano di non volgere quasi mai all’esplicitare alcune relazioni, tutto sommato la conclusione raggiunta dalla storia si può comunque ritenere soddisfacente sotto un’ottica generale.

Pro e Contro Recensioni 1

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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