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La fortuna di Nikuko

La fortuna di Nikuko, la nostra recensione

Negli scorsi giorni è stato proiettato nei cinema italiani La fortuna di Nikuko (qui il trailer), il nuovo film dello studio 4° C diretto da Ayumu Watanabe, di cui Dynit aveva già portato al cinema il film I figli del mare.

Il film parla di Kikuko, una bambina di 11 anni che vive su una barca assieme alla madre Nikuko, una donna obesa e allegra che ha avuto una vita tragica scandita da varie sfortune amorose. Ogni uomo con cui ha avuto una relazione ha infatti sfruttato i suoi guadagni in qualche modo, e il suo ultimo uomo, sparito all’improvviso, ha spinto la donna e la figlia a recarsi in un paesino portuale del nord.

La madre pensa che essere ordinari sia la cosa migliore, ma spesso finisce per mettere in imbarazzo la figlia, la quale prova il desiderio di crescere in fretta e lasciare il paesino.

La vita quotidiana di Kikuko

Nonostante la sinossi potrebbe far pensare il contrario, La fortuna di Nikuko non presenta un tipo di narrazione sviluppata in un breve periodo di tempo, ma piuttosto racconta una serie di episodi che avvengono nell’arco di un anno della vita di Kikuko e della madre. Ogni “episodio” presenta qualche elemento che poi viene ripreso nel finale, tipo il fatto che ogni personaggio secondario o quasi noti come madre e figlia non si somiglino quasi per niente. Ad osservare i comportamenti delle due si nota subito: nonostante la vita di Nikuko si possa definire “tragica”, la donna mostra sempre un grandissimo sorriso alla vita e sono davvero pochi i momenti in cui la vediamo più seria, mentre vediamo la piccola Kikuko in preda ai dubbi e ai primi interessi che arrivano con l’ingresso nell’adolescenza.

Nelle scene che le due condividono viene sempre fatto notare quanto le personalità delle due siano una ‘antitesi dell’altra, non solo a parole ma anche dai gesti, dalle espressioni e anche da piccoli particolari come il modo di mangiare o le porzioni preparate per un evento assieme. Anche la vergogna che Kikuko mostra a causa delle madre viene anch’essa messa in chiaro senza bisogno che la ragazza debba dire allo spettatore che si sente in imbarazzo.

La fortuna di nikuko

A farle da contorno abbiamo anche alcuni personaggi secondari, che non rubano assolutamente la scena alle protagoniste, ma che diventano comunque importanti per la crescita della piccola protagonista, in particolare. Maria è di fatto la sua migliore amica, anche se talvolta può risultare un po’ antipatica. La sua caratterizzazione non si discosta troppo da altre ragazzine ricche degli anime alla fine, Sassan è il capo di Kikuko ma di fatto anche una figura paterna per la piccola, mentre Ninomiya è il ragazzo particolare che riesce in un certo senso a farla sfogare e a farla venire a patti con le sue particolarità grazie anche alle sue divertenti smorfie. I tre personaggi sopracitati non sono gli unici, ma sono sicuramente quelli che spiccano di più. Alcuni appaiono per troppo poco, e sembrano quasi più collaterali, visto che non si presentano di persona ma di cui vengono rivelati dettagli da altri.

Forse l’unico “problema”, se così definibile, della narrativa del film è che essa non sembra presentare un messaggio vero e proprio, anche se il raggiungimento da parte di Kikuko della pubertà e la risoluzione di alcuni conflitti relazionali potrebbero certamente rientrare nel messaggio autoriale. Forse in questo senso è lo stesso titolo a venirci incontro: La “fortuna” di Nikuko, infatti, si riferisce proprio alla figlia.

A livello tecnico il film è molto soddisfacente e regala anche alcune scene che potrebbero rimanere impresse negli spettatori. Tra queste ad esempio c’è quella della premessa iniziale raccontata tramite la tagliata di carne da parte di Sassan, ma ce ne sarebbero tanto altre da citare che si finirebbe per cadere nello spoiler.

La fortuna di Nikuko
La fortuna di Nikuko

Il doppiaggio

Il doppiaggio del film non sarà uno dei migliori tra quelli realizzati negli anni da Dynit, ma è comunque di ottima fattura. Giorgia Venditti ci regala una Kikuko molto convincente, così come Emanuela Damasio è riuscita a far trasparire tutta l’esuberanza di Nikuko, in un’interpretazione che potrebbe ricordare quella di Mako Mankanshoku in Kill La Kill. Per quanto riguarda i personaggi secondari, Jessica Bologna è riuscita a far trasparire l’antipatia e la petulanza di Maria, mentre Matteo Liofredi è riuscito a regalarci un Ninomiya calmo ma anche esuberante con i versi fatti con le smorfie. Teo Bellia, che molti ricorderete per Boe Syzlak dei Simpson, ha dato un’interpretazione da nonnino saggio a Sassan, ed è forse la sua interpretazione recente che mi è piaciuta di più.

L’unico neo del doppiaggio sono le voci degli animali, che all’ascolto mi sono risultate troppo esagerate e per alcune sembra di star ascoltando clip dai film della Dingo Pictures.

La fortuna di Nikuko

In conclusione

La fortuna di Nikuko è un film simpatico e leggero, condito da un colorato cast di personaggi e da un buonissimo comparto visivo.

Pro e Contro Recensioni 5

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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