Dagli anni Quaranta i LEGO sono i giocattoli componibili con i mattoncini per antonomasia, da quando il fondatore dell’azienda Ole Kirk Christiansen intuì le potenzialità della plastica applicata alle costruzioni giocattolo.
Il successo dei mattoncini LEGO è dovuto a numerosi fattori, primo fra tutti il fatto di essere “per tutte l’età, dai 3 ai 99 anni; e nemmeno l’avvento di internet ha intaccato il successo dell’azienda danese, con ricavi da più di 6 miliardi di dollari nel solo 2020.
Tale successo ha ovviamente un risvolto non secondario: la diffusione di un mercato dell’usato tra i consumatori, e anche di prodotti sigillati e usciti fuori produzione. Mercato che, secondo uno studio russo, con i giusti investimenti in set LEGO può portare profitti anche superiori rispetto all’oro.
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LEGO: un investimento a lungo termine
Lo studio è il frutto del lavoro degli economisti dell’Higher School of Economics di Mosca. Come hanno notato i ricercatori, il mercato secondario di set LEGO usciti fuori produzione ha un tasso di crescita dell’11% annuo, più veloce “dell’oro e dei bonds”.
Così ha commentato una delle autrici dello studio, Victoria Dobrynskaya, professoressa associata della facoltà di scienze economiche dell’università:
“Siamo sempre stati abituati a pensare che le persone comprassero oggetti del tipo gioielli, antiquariato o pezzi d’arte come un investimento. Invece, ci sono altre opzioni, come i giocattoli collezionatili. Decide di centinaia di affari vengono fatti nel mercato secondario dei LEGO. Persino tenendo conto i prezzi ridotti di molti set, questo è un mercato enorme che non è ben conosciuto dai tradizionali investitori”.
Lo studio, che verrà pubblicato nel numero di gennaio, ha analizzato i prezzi di 2322 set LEGO prodotti tra il 1987 e il 2015, i loro tassi di crescita e le diverse transazioni che li hanno coinvolti. Come hanno evidenziato gli autori dello studio, i prezzi cominciano a crescere 2 o 3 anni dopo l’uscita dalla produzione del set LEGO.
Tali prezzi però possono variare a seconda del set da un crollo del -50%, fino a picchi del 600%. Un solo esempio, prendendo un set del 2011, il LEGO Space Shuttle Expedition (10231). Il set uscì al costo di “soli” 89.99€; ebbene: oggi cercando su eBay o su altri siti aggregatori di prezzi LEGO, tale set si può trovare usato o ancora nuovo a cifre che oscillano tra i 250/300€ e anche oltre, fino a 600/700€.
Comunque, di solito sono i set con più pezzi ad avere una maggiore crescita del proprio valore nel mercato dell’usato, come per esempio i ben noti Ultimate Collector Series (UCS) della linea Star Wars come il Millennium Falcon o l’Imperial Star Destroyer (nella foto il primo modello del 2002).
Il mercato secondario dei set dell’azienda danese è affidabile anche per il suo essere slegato dal mercato azionario, visto che, come sottolineano gli autori dello studio, i prezzi dei mattoncini danesi sono cresciuti “persino durante la crisi finanziaria del 2008”. D’altro canto però, un investimento in set LEGO diventa valido solo a lungo termine e soprattutto a fronte di transazioni notevolmente costose.
Insomma, un mercato assai redditizio, che al momento (fortunatamente) non è ancora stato “infestato” dalle speculazioni o bagarinaggio, nemmeno in tempo di pandemia; cosa che purtroppo è successa per altri prodotti come le console next-gen, come ben sappiamo. Speriamo che questo non succeda anche ai LEGO, e che possano rimanere sempre disponibili per tutti e per tutte le tasche; e che possano far sempre divertire grandi e bambini nel costruirli, senza pensare necessariamente a un ritorno economico.
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