Dr Commodore
LIVE

L’Attacco dei Giganti: i politici americani rispondono al video razzista di Paul Gosar

Un video decisamente provocatorio, quello condiviso dal deputato repubblicano Paul Gosar. Troppo provocatorio. Lo scorso weekend, Gosar aveva infatti postato sui suoi social un video dove parodizzava la prima sigla de L’Attacco dei Giganti. In una manciata di frame, vediamo le facce alcuni membri del Congresso repubblicani sovrapposte a quelle dei ragazzi del Corpo di Ricerca. Neanche a dirlo, i Giganti da abbattere sono Alejandra Ocasio-Cortez e il Presidente Biden, che si presenta come Gigante Colossale per l’occasione.

L’intento di Gosar era quello di ridicolizzare i suoi avversari politici facendo leva sul tema dell’immigrazione, per la quale la Ocasio-Cortez è portavoce da anni. Non a caso la sua faccia è stata sovrapposta a quella di un Gigante, che nell’anime rappresenta proprio una figura “che viene dall’esterno”, come un immigrato.

LEGGI ANCHE: Il politico Paul Gosar e il video razzista ispirato a L’Attacco dei Giganti

Eren Jaeger Attack on Titan

Le risposte dei parlamentari Democratici al video parodia de L’Attacco dei Giganti

La risposta alla parodia de L’Attacco dei Giganti degli altri parlamentari non si è fatta attendere. Prima fra tutti, Nancy Pelosi, che vorrebbe andare a fondo della questione con l’aiuto della House Ethics Committee (=Commissione di Vigilanza del Congresso, nda) e ha chiesto l’intervento del leader dell’opposizione McCarthy, della California. Secondo la Pelosi, “Le minacce di violenza contro i membri del Congresso e lo stesso Presidente USA non possono essere tollerate”.

Altre repliche sono arrivate da Ted Lieu, deputato della California, che commenta:

“Questo è un comportamento malato da parte del deputato Gosar. Ha twittato un video in cui mostra di uccidere Ocasio-Cortez sia dal suo profilo istituzionale che da quello personale. Se un lavoratore normale facesse una cosa del genere con un suo collega, questa persona sarebbe licenziata”.

Si aggiungono anche Chuck Schumer (“Un video disgustoso da parte di uomo patetico”) e Ilhan Omar (“Non c’è posto per fantasie su un attacco violento verso i colleghi nella nostra società e politica”). Ultimo ma non ultimo, anche Jamie Raskin ha espresso solidarietà alla collega Ocasio-Cortez: “La condotta del deputato Gosar è grottesca, pericolosa e una disgrazia per tutta la House of Representatives. Non possiamo ignorare questi assalti intollerabili al corpo e alla dignità dei nostri colleghi”.

L'attacco dei Giganti

Finora, sembra che soltanto i Democratici abbiano risposto in qualche modo alla provocazione del video. In aggiunta, un comunicato stampa condiviso dal partito Democratico americano ha ufficialmente chiesto al senatore McCarthy di prendere provvedimenti contro Gosar.

Il comunicato recita:

“Dal diffondere menzogne sulle elezioni del 2020, cosa che ha portato a un’insurrezione violenta ai danni del corpo di polizia, alle disgustose minacce da parte del deputato Gosar verso il Presidente degli USA e un altro membro del Congresso, pare che McCarthy si rifiuti di trattare la violenza come una cosa seria. […] Il senatore McCarthy deve decidere se prendere posizione con il popolo americano dalla parte della legge e della giustizia, o se continuare a incoraggiare la violenza e il caos”.

Le repliche dell’entourage di Gosar

Jennifer Gosar, sorella del deputato, si è rivolta a giudici e leader politici in un’intervista alla trasmissione The Last Word with Lawrence O’Donnell, sul canale MSNBC. Secondo la Gosar, il fratello “non può essere considerato responsabile” per il video di Attack on Titan. Inoltre, Jessica Lycos, direttrice del team creativo di Gosar, ha dichiarato lo scorso lunedì che “tutti devono darsi una calmata”.

Twitter, dal canto suo, ha aggiunto un disclaimer al video, dato che viola le regole per “incitamento all’odio”, ma ha poi deciso di rendere il contenuto accessibile perché “potrebbe essere di interesse pubblico”. Comunque, il video parodia de L’Attacco dei Giganti sembra essere stato rimosso dal profilo di Gosar. C’è però un meme forse ancora più provocatorio. E sgrammaticato.

Fonte: Otaku US Magazine

Articoli correlati

Condividi