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Gli ultimi numeri sull’industria degli anime, spiegati dall’analista Tadashi Sudo

Nella giornata di oggi, 4 novembre, l’AJA (Association of Japanese Animation) ha pubblicato il suo report annuale sull’industria degli anime, il quale contiene le ultime informazioni sullo stato di quest’ultima. Il report affianca statistiche di marketing relative al 2020 a informazioni riguardanti le condizioni dell’industria nel periodo 2020-2021.

Per l’occasione, il giornalista specializzato Tadashi Sudo ha pubblicato un articolo sul noto portale Anime News Network, nel quale scende nel dettaglio del report e offre considerazioni personali su di esso e sul futuro dell’industria.

La notizia più importante, secondo Sudo, è che il mercato globale degli anime, che era in una fase di straordinaria crescita da ormai 10 anni, ha subito una contrazione per la prima volta in 11 anni. Le dimensioni del mercato nel 2020 sono diminuite del 3.5% rispetto al 2019, arrivando a un totale di 2.4 trilioni di yen.

Ciononostante, continua Sudo, il fatto che si tratti di una contrazione minima può esser visto come una notizia positiva per l’industria. A causa della diffusione della COVID-19 nel 2020, la portata delle attività economiche si è ristretta; in molti si aspettavano perdite maggiori. Accostandola a quella di altri settori, come a quella del turismo, del settore cinematografico o della musica, questa percentuale sembra suggerire che l’industria abbia subito un impatto minore.

shirobako industria degli anime

I fattori che secondo Sudo spiegherebbero la natura di questi dati sarebbero due: da un lato l’enorme successo di Demon Slayer, che ha contribuito ad innalzare i numeri, e dall’altro il fatto che, al contrario di quello domestico, il mercato estero degli anime ha continuato a crescere.

Prendendo in considerazione soltanto il mercato domestico, quindi quello Giapponese, l’industria d’animazione del Sol Levante ha subito una contrazione del 9.7%. Dall’altro lato, puntualizza Sudo, il mercato estero è cresciuto del 3.2%, raggiungendo la cifra di 1.2 trilioni di yen. Si tratta della prima volta in cui il mercato estero ha superato quello domestico.

Nello specifico, il mercato domestico è diviso in otto macro-sezioni: TV, Film, Home Video, Streaming, Merchandise, Musica, Amusement (Pachinko e Pachislot) e Intrattenimento dal vivo. Tra tutti questi settori l’unico a crescere è stato quello dello Streaming. A subire una considerevole contrazione, di poco oltre il 65%, è stato quello dell’Intrattenimento dal vivo. Ciò è dovuto, come intuibile, alle difficoltà nell’esecuzione degli eventi emerse a causa dell’implementazione delle misure restrittive dovute alla COVID-19.

Stando a quanto affermato da Sudo, il mercato globale degli anime ha continuato a espandersi nonostante la scossa generale registrata in tutto il mondo dall’industria dell’intrattenimento. A contribuire in maniera incisiva è stato lo streaming, uno dei settori che, in termini generali, ha beneficiato dell’avvento della pandemia.

Il fenomeno Demon Slayer

Nonostante il settore del cinema abbia subito forti perdite a causa della pandemia, continua Sudo, l’impatto del primo lungometraggio di Demon Slayer, ovvero Demon Slayer The Movie: Il Treno Mugen (qui la nostra recensione), ha rappresentato un’enorme spinta. La pellicola ha infranto record su record, diventando il nuovo titolo dai maggiori incassi del paese.

demon slayer 2

L’impatto del franchise va anche oltre il box office. Il merchandise è un altro esempio del successo riscontrato da Demon Slayer. Nonostante i negozi e i venditori al dettaglio abbiano dovuto ridurre la portata delle loro operazioni, in alcuni casi arrivando persino a chiudere per estesi periodi di tempo, il mercato del merchandise degli anime ha registrato soltanto una contrazione dello 0.8% rispetto all’anno precedente.

Questo dato, secondo Sudo, andrebbe interpretato alla luce del successo di Demon Slayer, il quale ha coinvolto diverse fasce d’età e invaso molteplici categorie di prodotti: dai giocattoli al cibo, passando per accessori e vestiti. Sudo afferma che escludendo Demon Slayer dal report l’industria del merchandise degli anime avrebbe registrato una contrazione molto superiore.

La domanda e l’ottimismo

Nonostante le difficili condizioni affrontate nel 2020, afferma Sudo, il settore degli anime è al momento in una crescente spirale di positività. La domanda continua a essere enorme, e gli studi d’animazione sono già occupati per diversi anni a venire, tra titoli in attuale lavorazione e slot già prenotati.

La quantità di titoli televisivi prodotti è calata, ma secondo Sudo questo dato non è da attribuire ad un calo nella domanda, quanto piuttosto da associare alla vasta scala di produzioni interrotte e/o rimandate a causa della pandemia.

Sulla sostenibilità del settore, tra budget e manodopera

Le grandi dimensioni della domanda, afferma Sudo, conducono ad un aumento dei costi di produzione, e il settore non conta con una quantità di risorse umane sufficienti a stare al passo. Nei sondaggi presenti all’interno del report, molti studi hanno indicato che i budget di produzione dei loro titoli sono generalmente aumentati.

Sudo chiarisce che riguardo a questo specifico argomento è difficile dare informazioni più dettagliate, sia per la poca trasparenza delle aziende del settore che per la complessità dell’argomento. I budget di produzione possono variare a seconda del target di riferimento del prodotto e anche in base alle scelte estetiche (come l’uso del 2D o del 3D).

anime - one piece

Nonostante l’aumento del budget a disposizione degli studi, Sudo afferma che, secondo Teikoku Databank, il 37.7% degli studi di produzione era in rosso nel 2020. Ciò è dovuto alla maggiore velocità con cui i costi di produzione aumentano, rispetto a quella dei budget.

Alti budget spingono il comitato di produzione ad esigere prodotti di alta qualità. Tuttavia, lo staff di alto livello è divenuto più costoso a causa della carenza di manodopera e va anche considerata la quantità di investimenti posta nella transizione al digitale. Gli sforzi degli studi di migliorare le condizioni di lavoro per favorire l’arrivo di nuove leve hanno causato un incremento dei costi. Questa sarebbe la ragione della riduzione dei profitti da parte degli studi.

Per risolvere questo problema, afferma Sudo, è necessario incrementare ulteriormente il budget.

Il futuro dell’industria degli anime

L’attuale situazione del mercato estero, che vede nuovo capitale fare il suo ingresso nel settore attraverso aziende come Netflix e Crunchyroll, è destinata a cambiare, secondo Sudo. L’ingresso in scena di realtà come Disney+, Apple TV ed HBO Max, tra i tanti, dimostra un più variegato interessamento nei confronti del mercato degli anime.

Anche a causa del defilamento della Cina, dovuto all’inasprirsi delle sue regolamentazioni, gli Stati Uniti rappresenteranno per Sudo un punto di riferimento sempre più importante. Ad essi, Sudo ritiene che si aggiungeranno anche regioni come l’Europa e il Sud-est asiatico.

Gli anime dovranno anche scontrarsi, sempre secondo Sudo, con la percezione che il pubblico ha di loro. Vi sono infatti titoli ispirati allo stile anime provenienti anche al di fuori del Giappone, dunque la competitività è in aumento, fomentata anche dall’esodo di risorse umane che sta attraversando il settore.

Secondo Sudo, è probabile che in futuro il monopolio del Giappone sullo stile anime giungerà al termine, rendendo così gli anime un prodotto sempre più globale.

Fonte: ANN

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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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