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Questo disco di vetro può contenere fino a 500 TB di dati

Siamo sempre di più e lo spazio rimasto nel mondo è sempre meno. Per questo il passaggio alla digitalizzazione dei documenti è un passo importante per ridurre consumi di risorse preziose che stanno pian piano andando verso l’esaurimento.

Dai nastri di memoria al disco di vetro

Tutto è cominciato con i primi nastri di memoria e i primissimi computer che occupavano sale intere e offrivano pochi byte di memoria, oggi siamo arrivati a smartphone grandi quanto il palmo di una mano che possono contenere app, foto, video, documenti, anche da centinaia di gigabyte.

Il prossimo salto è la creazione di supporti di memoria sempre più piccoli, sempre più resistenti e sempre più capienti. Questo salto nel futuro non avverrà a breve, ma si stanno già muovendo i primi passi in questa direzione.

A dare il via a questa nuova era dell’archiviazione è un gruppo di ricercatori dell’Università del Southampton, che fornisce un nuovo metodo per memorizzare dati su un disco di vetro nanostrutturato.

LEGGI ANCHE: COME ELIMINARE I PROPRI DATI DA UN COMPUTER AZIENDALE.

disco di vetro 5d

Archiviazione in 5D, cos’è?

Si tratta di archiviazione ottica in 5 dimensioni. Sembra quasi fantascienza, ma di fatto è una realtà già da diversi anni. Nel 2016 gli stessi ricercatori avevano già costruito un prototipo con successo, e adesso hanno superato loro stessi: sono riusciti, grazie a un laser speciale ad altissima velocità (si parla di femtosecondi, pari ad un milionesimo di miliardesimo di secondo) a registrare 500 terabyte di dati in un disco grande quanto un comunissimo cd musicale.

disco in vetro Southampton

Perché questo sistema segna l’inizio del futuro

L’importanza di questa innovazione viene evidenziata da Peter G. Kazansky, che ha coordinato il lavoro di ricerca:

Con questo sistema riusciamo a conservare terabyte di dati, che potrebbero essere utilizzati, per esempio, per preservare le informazioni del dna di una persona”.

Il disco di fatto ha una memoria eterna: i dati possono sopravvivere e rimanere intatti per miliardi di anni (ricordiamo che l’età della Terra è di circa 4,5 miliardi di anni e quella dell’universo di 13,8 miliardi). Un’altra meraviglia di questo supporto è che resiste a una temperatura di 1000°C mantenendo i dati stabili e sicuri.

I dischi sono in vetro di silice. Le pulsazioni luminose del laser imprimono punti minuscoli all’interno delle nanostrutture del reticolo: il nano-reticolo è la più piccola struttura di questo genere mai creata da una luce laser.

Per memorizzare ancora più informazioni, i ricercatori hanno utilizzato un laser ultrarapido e hanno sfruttato un fenomeno ottico chiamato near-field enhancement. Questo nuovo sistema serve a minimizzare il danno termico tipico di questi potenti strumenti, per potenziare l’accumulazione dei dati senza danni collaterali.

Siamo veramente alle porte di una nuova era della tecnologia, e ogni nuova notizia prova sempre più come non ci siano più limiti a quello che la mente umana – assieme alla tecnologia – è in grado di creare.

Fonti: Wired, Optica Publishing Group.

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