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Loki, la recensione della serie Marvel

La nuova serie Disney+ dedicata a Loki è in arrivo, scopriamo insieme cosa dobbiamo aspettarci

I primi minuti di Loki sembrano un déjà-vu: la serie infatti inizia riprendendo la narrazione esattamente dall’ultima apparizione del Dio dell’Inganno, durante Avengers: Endgame.

La sua fuga con il Tessaract non è passata inosservata agli agenti della Time Variance Authority, un’organizzazione che si occupa di tracciare e sistemare tutte le variabili indesiderate che possono mettere a rischio le varie linee temporali.

Negli uffici della TVA, un irriconoscibile Owen Wilson, che qui veste i panni dell’agente Mobius, cerca di reclutare Loki per una missione, offrendogli una scelta: essere cancellato dal tempo oppure aiutare l’agenzia a sistemare le timeline danneggiate dal suo comportamento.

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Lo diciamo fin da subito: Loki è una ventata d’aria fresca nel Marvel Cinematic Universe. Uno spettacolare Tom Hiddleston veste i panni della migliore versione di Loki vista finora all’interno del MCU, complice ormai un buon livello di maturità del personaggio e una grande chimica con gli altri personaggi, primo tra tutti il già citato Mobius di Owen Wilson.

Il cast nel suo complesso e gli accenni di trama che si possono scorgere dai due episodi che abbiamo visto in anteprima ci permettono di assaporare il tono inedito e innovativo della serie, che spazia dai momenti comici a quelli più drammatici, con una punta di fanservice mai esagerato ma in linea con i personaggi che sono a schermo.

Nonostante quello che abbiamo visto è comunque una minima parte della storia complessiva (che si svilupperà intorno a 6 episodi di durata variabile tra i 40 e i 50 minuti), Loki introduce fin da subito degli elementi importantissimi per il MCU e per il suo futuro. La direzione che autori e dirigenti Disney vogliono imprimere a tutto l’universo cinematografico Marvel è ormai chiara è ruota intorno al concetto di multiverso.

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Si tratta di un fatto ormai assodato: Doctor Strange prima e WandaVision dopo avevano già introdotto questo concetto che, da iniziale variazione sul tema rispetto agli obiettivi narrativi dell’Infinity Saga, è diventato elemento predominante della narrazione cinematografica Marvel.

Ma Loki fa di più: oltre a ribadire l’esistenza del multiverso, la nuova serie Marvel introduce e sviluppa concetti nuovi e innovativi: il libero arbitrio, l’esistenza di punti fissi nel tempo e nello spazio che non possono essere modificati, l’idea di una timeline “dominante” sulle altre e altri ancora.

Capiamo che detto così può significare tutto e niente ma siamo convinti che già dopo i primi 10 minuti di visione avrete un’idea più chiara di cosa vogliamo dire e di tutte le implicazioni che questi concetti portano. Si tratta di un’evoluzione non indifferente che però ha un occhio di riguardo verso il passato.

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Loki è una serie di fantascienza da manuale. Riesce a coniugare elementi di science fiction con momenti narrativi classici che spaziano dalla commedia al dramma e lo fa con una naturalezza incredibile per un prodotto televisivo che di fatto racconta, sotto un nuova luce, la storia di un “cattivo” Marvel.

Per certi aspetti ricorda Doctor Who, ma anche Legends of Tomorrow. Se da un lato è simile alla serie BBC perché riprende alcuni concetti fondamentali del genere sci-fi come il viaggio nel tempo e il concetto di punti fissi, dall’altro è molto più vicina, come mood e narrazione, alla serie dell’Arrowerse soprattutto per quanto riguarda l’idea di errori nella linea temporale e la risoluzione degli stessi.

L’influenza di Doctor Who, comunque, non si limita a un fattore meramente di trama. La nuova serie Marvel pesca a piene mani nella vasta lista di attori che hanno preso parte al più longevo prodotto seriale della televisione britannica.

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Il giudice della TVA che segue il caso di Loki è infatti interpretato da Gugu Mbatha-Raw, che in Doctor Who ha vestito i panni della sorella della companion Martha Jones. Nella serie è anche presente Richard E. Grant che nella serie british ha prestato il volto alla Grande Intelligenza.

La regista della serie ha recentemente affermato che Loki sarà una serie “sull’identità e sull’accettazione di se stessi” ma siamo sicuri che le conseguenze di questo prodotto saranno fondamentali per il futuro di tutto il MCU.

Basti pensare a film come Doctor Strange 2, che fa del multiverso il suo cavallo di battaglia, oppure Spider-Man: No Way Home, con tutti i rumor che vorrebbero la presenza degli altri tessiragnatele del multiverso Marvel, oppure Ant-Man: Quantumania, il cui sceneggiatore ha lavorato a stretto contatto con il creatore di Loki.

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Ci sembra comunque prematuro pensare adesso ad altri prodotti del MCU. Per ora conviene godersi il viaggio di Loki nella sua serie solista che, seppur appena iniziato, promette bene e siamo convinti sarà in grado di stupirci in un modo nuovo rispetto al passato e alle altre serie Marvel disponibili su Disney+.

Si tratta infatti di una serie molto diversa da The Falcon and the Winter Soldier e WandaVision e che, pur riavvicinandosi al mood “magico” che aveva caratterizzato la serie su Scarlet Witch, affronta tematiche differenti in modi inediti per tutto il Marvel Cinematic Universe e, soprattutto, per il personaggio di Loki.

Dopo innumerevoli apparizioni come villain e come comprimario, era giusto che anche Tom Hiddleston avesse il giusto minutaggio per far evolvere e farci apprezzare ancora di più il suo Loki.

Per adesso la missione è compiuta, al di là di ogni più rosea aspettativa. Non ci resta che aspettare con ansia i prossimi episodi per capire cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro del Marvel Cinematic Universe.

Loki sarà disponibile a partire dal 9 giugno in esclusiva su Disney+

 

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Gabriele Pati

Gabriele Pati

Cresciuto con libri di cibernetica, insalate di matematica e una massiccia dose di cinema e tv, nel tempo libero studia ingegneria, pratica sport e cerca nuovi modi per conquistare il mondo. Vanta il poco invidiabile record di essere stato uno dei primi con un account Netflix attivo alla mezzanotte del 22 ottobre 2015.

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