Settimana tristissima per i fan de L’Attacco dei Giganti: ci saluta uno storico personaggio
Con l’episodio Proiettile Assassino siamo arrivati a metà stagione per questa final season de L’Attacco dei Giganti. Il rallentamento già precedentemente predetto c’è stato, dato che siam passati dall’adattare due capitoli alla volta a coprirne circa uno e mezzo.
Di questo episodio però c’è poco da dire: è morta Sasha. In modo improvviso, brutale. Ma a tal proposito c’è tanto — tantissimo — di cui discutere soprattutto sulla sua carnefice, la piccola Gabi.
Non a tutti son piaciuti i primi 4 o 5 episodi di questa stagione de L’Attacco dei Giganti, a causa del nuovo scenario, dei nuovi personaggi e di una mancanza d’azione decisa. Ma è a partire da questo episodio che tutti i nodi vengono al pettine e ci permettono di capire le ragioni dietro il comportamento di Gabi. Ragioni che non avremmo potuto comprendere senza l’immersione in questo nuovo mondo avvenuta da inizio stagione.
Lo stesso Hajime Isayama, autore del fumetto, ha chiesto allo studio MAPPA di provare ad aggiungere altre interazioni tra i guerrieri di Marley, proprio per rendere i loro personaggi ancora più credibili e umani, in modo da riuscire a capire fin da subito che, anche dall’altra parte del mare, vivono delle persone vere e non pazzi assassini.
Non che ammazzare qualcuno — nonostante ne L’Attacco dei Giganti sia qualcosa all’ordine del giorno — sia giustificabile, ma sforziamoci di guardare gli avvenimenti dalla sua prospettiva.
Sappiamo, fin dalla fine della terza stagione, il contesto in cui vivono e crescono gli Eldiani sul continente; a loro viene praticamente fatto un lavaggio di cervello, e la possibilità di essere dei guerrieri è l’unica via che gli viene prospettata per avere una vita quantomeno decente e per non essere trattati come reietti della società.
Il dialogo tra Gabi e Falco è lungimirante: nonostante tutto, Liberio e quel distretto di internamento sono una casa per Gabi, dove è cresciuta, dove vivono la sua famiglia e i suoi amici. E le è stato portato via tutto in un battito di ciglia, proprio come successo a Eren, Mikasa e Armin 9 anni prima. E il piccolo Falco lo puntualizza. Ma a Gabi non interessa. Gabi è una guerriera, a Gabi è stato insegnato che il nemico deve essere ucciso. E se pensiamo che, ai suoi occhi, quelle sono persone che hanno, indirettamente, contribuito a farle vivere una vita miserabile, l’azione di Gabi è più che normale.
Le è stato portato via tutto, senza poter fare niente, senza sapere nemmeno il perché. Il sentimento di odio e vendetta è enorme in lei. E il fatto che abbia sempre dimostrato un carattere deciso e combattivo non aiuterà a farle prendere decisioni con razionalità.
Per molti Gabi è un po’ la controparte di Eren durante il primo attacco a Shiganshina, con la differenza che Eren non sapeva combattere e non aveva nemmeno la possibilità di farlo. Ma credete che Eren, dopo aver visto morire la madre, si sarebbe fermato dal prendere a pugni Reiner, Berthold e Annie sapendo che erano loro gli artefici di tutto? Assolutamente no.
Quando infatti Eren scopre che sono stati Reiner e Berthold a dare inizio a tutto giura di ucciderli nel modo più atroce possibile, salvo poi una maturazione che, a giudicare dal dialogo con Reiner, è arrivata sì, ma parecchio tempo dopo. Ovviamente i due divergono per tantissimi altri aspetti, ma non mancheranno situazioni in cui questo parallelismo tra i due verrà rimarcato e reso palese.
Un ulteriore aspetto da considerare è il carattere e la natura delle persone, elemento che sta a cuore ad Isayama. Gabi ammazza senza esitazione Sasha non solo a causa di tutto il contesto appena analizzato, ma anche per via della sua indole determinata, e sì, anche violenta se vogliamo. Di fatti viene affiancata da un personaggio quale Falco, più pacato, riflessivo e incline all’immedesimarsi nel prossimo, siano Marleyani o demoni dell’isola. Probabilmente, se fosse stata Gabi a rimanere schiacciata da un masso, non avremmo avuto un epilogo del genere perché Zofia non si sarebbe lanciata a bordo di un dirigibile.
Ma tant’è, uno degli elementi di spicco de L’Attacco dei Giganti è che sono le azioni dei personaggi, sempre coerenti, a far vertere la trama in certe direzioni e non il contrario, come spesso accade (ovvero, se la trama deve andare in un punto, i personaggi a volte fanno e dicono cose solo per esigenze di trama, senza che ci sia una vera motivazione di fondo).
E dall’altra parte abbiamo Floch, insieme ad altri soldati (tra i quali rivediamo anche Daz, Samuel e Louise) che esultano per la prima vittoria dell’Impero di Eldia e che non si esimono dal pestare a sangue i due marmocchi, mentre Jean capisce questa situazione e non vuole nemmeno vendetta su dei poveri bambini vittime di un odio secolare.
Mentre Connie e Jean sono in preda alla disperazione, spostandoci verso la cabina di pilotaggio ritroviamo invece Levi, Eren, Zeke e un nuovo personaggio, Yelena, che ci contestualizzano meglio cosa è successo.
Scopriamo infatti il vero piano di Eren che no, non era portare morte e distruzione a Liberio, ma era quello di recuperare Zeke: con una persona che ha sia il potere del gigante che il sangue reale (Zeke) e un’altra che ha il Gigante Progenitore (Eren) il potere dello stesso Progenitore può essere utilizzato senza vincoli: quale sarà la mossa per salvare Eldia e l’isola di Paradis?
Alcuni sguardi, quali quelli che si lanciano Mikasa e Armin aiutando Eren a salire sul dirigibile, e alcune linee di dialogo, tra cui quelle di Levi e Jean, ci aiutano invece a comprendere che il corpo di ricerca è praticamente allo scuro di tutto. Eren ha dato delle istruzioni nelle lettere, ma si ribadisce quanto questo attacco a Liberio sia stato improvviso tanto per la cittadina Marleyana quanto per il corpo di ricerca.
Lato Tecnico
Matteo: Se qualcuno avesse affermato che nella prima metà de L’Attacco dei Giganti le migliori scene di utilizzo del Dispositivo di Manovra Tridimensionale le avremmo avute durante un episodio quasi completamente privo d’azione, con molte probabilità sarebbe stato preso per pazzo. Eppure, per quanto sia difficile da credere, le cose stanno effettivamente così.
Nello scorso commento abbiamo avuto il piacere di stendere pareri in gran parte positivi riguardo il lavoro svolto dallo staff della serie, anche nello specifico riguardo la fase di “volo” del Corpo di Ricerca. Tuttavia non abbiamo fatto a meno di precisare la presenza di alcune limitazioni. Per quanto i bruschi movimenti di telecamera contribuissero a creare immersività trascinandoci su nel cielo insieme ai nostri “demoni eldiani”, dobbiamo comunque ammettere che questi servivano anche a non far notare i loro legnosi modelli 3D, che nel destreggiarsi in aria, inoltre, non trasmettevano una credibile sensazione di peso.
Tutt’altra storia rispetto alle ottime animazioni di Takahiro Watanabe e vercreek, la cui vena tradizionale sottolinea una marcata differenza con quanto mostrato finora dalla CG della serie, specialmente in termini di espressività sia facciale che corporale.
A sorprendere è proprio l’esistenza stessa di sequenze del genere all’interno di un episodio dal quale ci saremmo aspettati un approccio più conservativo anche sul versante animazioni. Per carità, non siamo certamente di fronte a venti minuti di continua qualità, però la minuzia con cui viene trasposta anche un’azione banale come ricaricare un fucile è un lodevole accorgimento che non deve assolutamente passare inosservato.
Per quanto in termini generali sia possibile trovare dei lavori in CG capaci di rivaleggiare con il potenziale espressivo dell’animazione tradizionale, va anche detto che questo adattamento de L’Attacco dei Giganti non è sicuramente uno di quelli, e lo staff ne è ben conscio. La scelta di animare il Corazzato in 2D lasciando il Gigante d’Attacco in 3D durante quest’episodio, infatti, è esattamente mirata a sfruttare questa consapevolezza per sottolineare, oltre il piano narrativo, la contrapposizione tra il Reiner “umano” e l’Eren “demone” attraverso, appunto, la differenza in termini di espressività che separa i loro volti e le due tecniche utilizzate per crearli.
Siamo quindi di fronte ad un riuscito tentativo di cogliere un aspetto del materiale originale ed elevarlo attraverso gli strumenti forniti dal medium dell’animazione.
È difficile non farsi trascinare dalla tristezza per quanto accaduto ad un personaggio così importante come Sasha, e il merito di ciò va sicuramente attribuito anche al lavoro svolto dallo staff. Proiettile Assassino, insomma, centra perfettamente il bersaglio. Peccato che quest’ultimo sia proprio il cuore degli spettatori, che adesso dovranno abituarsi ad un mondo senza Miss Potato.
Vi ricordiamo che gli episodi vanno in onda ogni martedì dalle 8:00 su VVVVID e nel pomeriggio su Prime Video.