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L’Attacco dei Giganti 4 | Episodio 3 – Il passato di Reiner

Reiner finisce ancora sotto i riflettori

Siamo già al terzo episodio di questa tanto chiacchierata stagione finale de L’Attacco dei Giganti. Proprio come la seconda, anche “La porta della speranza” è una puntata di transizione, ma in questo caso essa è volta non a farci approfondire e conoscere i nuovi personaggi, ma a ripercorrere più nel dettaglio vecchie vicende attraverso però un altro punto di vista.

Come avevamo già detto nella recensione del secondo episodio, la nuova puntata sarebbe stata incentrata su Reiner e il suo passato, e, considerate le dichiarazioni molto positive su di essa fatte proprio di recente sia dal regista che dell’autore del manga Hajime Isayama, le aspettative erano alte.

La puntata si apre dicendoci che Reiner è figlio illegittimo di una Eldiana e un Marleyano, che non lo ha mai riconosciuto. Reiner, spronato dalla madre, diventa quindi un cadetto guerriero, insieme a Zeke, Annie, Berthold, Pieck e i fratelli Marcel e Porco Galliard: tra loro 7, solo 6 avrebbero ereditato il potere del gigante. La missione affidata ai 6 guerrieri era tutt’altro che semplice: avrebbero dovuto infiltrarsi nell’isola di Paradis e recuperare il potere del gigante Progenitore.

L'Attacco dei giganti - Candidati

Nonostante Reiner avesse dalla sua solo la fedeltà verso la madrepatria Marley e sembrasse che tutti gli altri lo superassero in qualsiasi altra disciplina, Reiner viene scelto al posto di Porco (il che spiega anche le inimicizie viste tra i due nello scorso episodio). Nonostante ciò, il papà di Reiner continua a rinnegarlo, ma nel bambino è nato un senso di fedeltà che va oltre il voler essere accettato dal proprio padre: vuole salvare la razza umana dai demoni dell’isola.

Scopriremo dopo che Reiner ha ottenuto il Corazzato solo grazie a Marcel, che per salvare il fratello da un destino che lo avrebbe visto morto in 13 anni, ha convinto l’esercito di Marley ad affidare il gigante Corazzato a Reiner anziché a Porco. Durante la spedizione nelle mura però un gigante puro esce allo scoperto e mangia Marcel, che si sacrifica per salvare Reiner: è così che Ymir, fedele compagna e innamorata di Historia, ha ottenuto il potere del gigante mandibola.

L'Attacco dei giganti - La morte di Marcel

Uno scambio di battute tra i sopravvissuti Reiner, Annie e Berthold inizia a farci anche a capire quando e come sia nato il disturbo della personalità di Reiner, visto nella stagione 2. Reiner, provato dal senso di rimorso verso Marcel e gli altri due compagni, “rinuncia ad essere se stesso” e diventa Marcel, la guida che Annie voleva e che avrebbe permesso loro di finire la missione.

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Durante la distruzione del Wall Maria, vediamo anche che il gigante di Dina Fritz si avvicina a Berthold, ignorandolo, confermando il fatto che fosse un gigante anomalo. 

Il flashback continua, mostrandoci come Annie, Reiner e Berthold abbiano continuato, anche dopo essere diventati soldati, a provare a cercare altre tracce sul gigante progenitore nel corso di quei 5 anni. Annie si è addirittura imbattuta in Kenny Ackerman, ma il tutto senza alcun risultato.

Il turbolento passato di Reiner, le persone uccise e i sensi di colpa lo portano, nel presente, a compiere quasi un gesto estremo: il suicidio. Il tutto viene interrotto da Falco che, involontariamente, sbattendo i pugni contro il muro, ricorderà a Reiner che ha ancora qualcuno da proteggere, inclusa la sua cuginetta Gabi. 

L’episodio si conclude con un bellissimo dialogo tra Falco e un ferito da guerra curato nell’ospedale di Liberio. Qui capiamo che Falco prova effettivamente qualcosa per Gabi e il soldato lo spronerà ad avanzare e a mettere tutto se stesso per raggiungere i suoi obiettivi. L’avete riconosciuto?

L'Attacco dei giganti - Falco e un mendicante

Le differenze con il manga

Questa volta, a questo proposito, c’è molto da dire. L’episodio 3 raccoglie le rimanenti parti dei capitoli 94 e 95, non adattati nello scorso episodio, l’intero capitolo 96 e parte del 97. Sarebbe facile intuire che il tutto sia stato trattato in maniera grossolana… beh, sì e no. L’anime è, alla fine, un adattamento del manga e come tale deve essere preso; ma se a livello di contenuti possiamo dire che, nonostante i tagli, il livello è buono, l’episodio fallisce in un’altra cosa: creare empatia con Reiner.

Di fatto, i momenti che nel fumetto son spalmati in 4 capitoli e con alternanza tra passato e presente, nell’anime vengono tutti raccolti in meno di venti minuti, rendendo il tutto -seppur abbastanza completo- molto frettoloso. Anche la morte di Marcel, per quanto scontata, non ha alcun mordente sullo spettatore, al contrario di quanto avviene nel fumetto.

I tagli hanno riguardato alcuni momenti particolari: nel manga innanzitutto si vede che, dopo le prove fisiche mostrate all’inizio del flashback, c’è un vero e proprio esame in cui far capire la propria lealtà a Marley, ed è qui che Reiner ottiene il massimo dei risultati e per questo viene scelto come cadetto guerriero. 

Successivamente all’assegnazione dei giganti, viene spiegato che il gigante Bestia e Cargo non avrebbero fatto parte della spedizione per la ripresa del gigante Progenitore perché avrebbero potuto essere utili sul continente. Inoltre,  nel cartone si fa menzione del fatto che senza il Mandibola sarebbe stato impossibile raggiungere le mura, ma questa cosa viene lasciata a sé: nel fumetto si vede che la strada dal porto dell’isola fino al Wall Maria era lunga e piena di giganti e il gigante Femmina e Mandibola avrebbero dovuto fare a cambio nel tragitto. Annie arriva stremata e l’ultimo pezzo di strada è coperto da Reiner e il suo Corazzato, nonostante questo significasse una possibile non riuscita della missione se il Corazzato avesse perso troppe forze.

A questo punto, era chiaro l’intento non solo di farci entrare in empatia con Reiner, ma anche con Annie e Berthold, mostrandoci il loro punto di vista. Isayama lo fa con appena qualche pagina, brutalmente tagliate dall’anime, che sono anche parallele a quelle dei capitoli ed episodi iniziali:

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L’aver usato, per queste scene, il vecchio materiale delle stagioni precedenti tra l’altro è una stonatura abbastanza visibile.

Dopo il crollo del Wall Maria, i nostri trovano rifugio presso un uomo in un piccolo villaggio. Nel manga i tre discutono sul da farsi dato che il re delle mura, anche dopo il crollo, non ha mosso un dito; prima di decidere di diventare soldati, Reiner qui ricorda a Annie e Berthold della minaccia che fece il re Karl Fritz -ricordata anche dalla madre di Reiner nello scorso episodio- prima di ritirarsi nelle mura: se qualcuno avesse osato disturbare la pace da lui creata, avrebbe scatenato sul mondo il potere dei Colossali nelle mura.

attacco dei giganti

È qui che si incastra la scena di Reiner che, appena arruolato, alla domanda dell’istruttore Shadis “Perché sei qui?” risponde “Per salvare l’umanità”, dialogo riportato nell’anime ma che è stato così decontestualizzato che perde tutta l’empatia e il senso che in origine aveva. 

L'Attacco dei giganti - Reiner recluta

L’ultima differenza riguarda poi la scenetta in cui, durante i giorni dell’addestramento, rivediamo i nostri cercare di capire il meteo dallo strano modo di dormire di Berthold. Nel fumetto c’è ancora qualche pagina in cui vediamo Jean e Eren litigare e Reiner fare da paciere, con una Annie invece seduta da sola, provata dopo la missione che l’ha vista imbattersi in Kenny Ackerman. In questo senso, il dialogo in cui poi Reiner le dice di provare ad avere più fiducia dagli altri e di non agire in solitaria, assume più significato, ma è sicuramente un taglio sacrificabile.

Una nota assolutamente positiva è invece il riuscire a riportare abbastanza bene il parallelismo tra Reiner, chiuso nelle mura, che sogna di diventare un guerriero e uscire da quelle mura, e un piccolo Eren annoiato che guarda le mura, con un Armin che si accinge a cambiargli la vita facendogli vedere il libro sul mondo esterno: una scena dalla durata breve ma che ha tanto significato. 

L'Attacco dei giganti - Passato

Complessivamente l’episodio ci sta e chi segue l’anime non avrà notato nemmeno la mancanza di tutte le cose evidenziate sopra, ma alcune di esse erano elementi così belli che è stato un peccato non vedere trasposti; fortunatamente tutto ciò, come anche gli altri tagli visti nelle precedenti stagioni, non inficiano il significato dell’opera ma eliminano solo alcune belle sfumature. 

Sull’empatia invece che si sarebbe dovuta avere con Reiner invece c’è poco da fare: l’inserire tutti questi elementi in un episodio potrebbe non farci capire bene i sentimenti del guerriero e il tentato suicidio, dettato da un passato assolutamente travagliato e difficile fin dall’infanzia, potrebbe sembrare qualcosa di buttato a caso.

Lato tecnico

Matteo: Seppur ritrovandosi con la stessa possibilità di sfruttare la situazione di “stallo narrativo” del secondo episodio per uscirsene fuori con sequenze di animazione interessanti, questa settimana L’Attacco dei Giganti rinuncia al look più autoriale della scorsa settimana e si presenta dinanzi al suo pubblico in uno stato decisamente anonimo.

Risulta impossibile denotare una qualsiasi intenzione registica che vada oltre la necessità di riproporre gli avvenimenti del materiale originale, e anche dal mero punto di vista delle animazioni La porta della speranza ha obiettivamente ben poco da offrire. Per questa volta, almeno, ci siamo risparmiati i giganti in CG.

Agli occhi di chi si concentra principalmente sulla trama portare l’attenzione su di un calo tutto sommato abbastanza impercettibile come questo potrà sembrare scorretto od ingiusto, eppure, nonostante l’episodio mantenga una solidità tale da non far storcere il naso agli spettatori, chi o cosa ci assicura, soprattutto alla luce dei noti problemi produttivi e di disorganizzazione interna che sono venuti alla luce ultimamente, che la situazione non peggiorerà nei prossimi episodi?

Vedete, il problema non è soltanto legato al fatto che la qualità tecnica generale dell’episodio è effettivamente calata, ma anche e soprattutto al fatto che, per realizzarlo, è stato necessario un impiego uguale, se non addirittura maggiore, di risorse umane rispetto agli episodi precedenti. La differenza, però, è che se nel caso dei primi due l’impiego significativo di staff era giustificato dalla qualità tecnica raggiunta, in questo caso non possiamo dire lo stesso.

Chi cerca di capirci qualcosa riguardo la produzione degli anime sa bene che c’è da preoccuparsi quando per mantenere la stessa qualità tecnica si impiega un numero sempre maggiore di personale, ma il fatto è che, come già detto, in questo caso il risultato è comunque inferiore rispetto a quanto visto in precedenza.

Per concludere con una nota positiva, almeno, va anche detto che aspettarsi una qualità tecnica più che buona con costanza è decisamente irrealistico per gli standard attuali dell’industria, e ancor meno in questo caso specifico. Al netto di tutto l’episodio fa comunque il suo lavoro senza mostrare particolari crepe, e sicuramente per la maggior parte degli spettatori questo è più che sufficiente, specialmente considerando che in molti si aspettano un maggiore impegno tecnico soltanto in determinati momenti considerati importanti dal punto di vista narrativo.

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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