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Watch Dogs: Legion, la recensione: la rinascita della serie di Ubisoft?

Watch Dogs: Legion ci porta in una Londra a metà tra cyberpunk e totalitarismo distopico. Sarà riuscito a migliorare la bistrattata serie Ubisoft?

La saga di Watch Dogs ha sempre avuto una premessa affascinante e coinvolgente: essere degli esperti informatici in grado di hackerare e interagire con ogni elemento tecnologico presente nel mondo di gioco. Tuttavia la realizzazione ha lasciato un po’ a desiderare per quanto riguarda il primo capitolo, mentre il secondo ha cercato di prendere le redini aggiungendo una buona dose di satira e arguzia, risultando però solo un discreto connubio tra Mr. Robot e la Silicon Valley. Bisogna però anche considerare che Ubisoft, già nel secondo capitolo, si era resa conto degli errori del primo Watch Dogs decidendo di stravolgere anche l’ambientazione passando da una buia e monotona Chicago ad una più colorata e movimentata San Francisco.

Tra DedSec Albion e Zero-Day

A distanza di quattro anni, arriva in concomitanza con la next-gen delle console e delle schede video per PC, il terzo capitolo della travagliata saga dal titolo Watch Dogs: Legion. Le premesse fatte da Ubisoft sono state quelle di una rivoluzione totale del brand mostrando adesso una nuova ambientazione futurista in una Londra a metà tra il tradizionale e il moderno. Ci troviamo infatti nel 2026, in una realtà a metà tra il totalitarismo politico e il dominio da parte delle corporazioni che vogliono dominare la città con il terrore. Noi saremo sempre i protagonisti del nuovo DedSec, un collettivo indipendente di pirati informatici che cerca di risollevare la situazione nonostante venga costantemente braccato dalla polizia privata e dalla peggiore gang criminale della città.

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Il motivo di tale ricercatezza è dovuto ad una serie di attacchi terroristici organizzati e progettati per togliere il controllo di Londra dalle mani del governo e favorire gli interessi di fazioni tutt’altro che positive. Da una parte vi è il CEO di Albion Nigel Cass, che dopo aver preso il controllo delle operazioni di polizia della metropoli con la sua agenzia privata, adesso progetta di trasformarla nella sua personale visione di sicurezza globale con riferimenti al totalitarismo violento. Dall’altra vi è il gruppo criminale capitanato da Mary Kelley che in questo clima di incertezza è libero di portare avanti i suoi loschi affari in cambio di un contributo ai complotti governativi di un gruppo criminale noto come Zero-Day, il vero autore degli attacchi terroristici per cui è stato ingiustamente accusato il DedSec. La storia è ricca di dettagli e di colpi di scena e, nonostante vi siano classici cliché ed eventi poco chiari, risulta ben delineata e coinvolgente.

L’innovativa meccanica del play as anyone

Capitanati da Sabine Brandt, la leader degli hacker di Londra, dovremo cercare di ridurre al minimo la rete di cospirazioni e malvagità che circonda la città e nello stesso tempo dovremo provare a migliorare il nostro nome e mostrare a tutti il vero volto del terrore londinese. Per fare questo avremo bisogno di numerosi attivisti di ogni classe sociale e ceto ed è proprio la differenza netta dagli altri capitoli del brand Watch Dogs. In questo nuovo capitolo, infatti, non ci limiteremo a controllare i dati dei vari abitanti della città leggendo curiosità e ascoltando chiamate, ma dovremo cercare a fondo persone importanti per la causa da portare nelle nostre fila. Per fare questo si utilizzano le nuove meccaniche di profiling che consistono nello scegliere uno specifico NPC, leggerne le caratteristiche peculiari e se dovesse fare al caso nostro, avviare il reclutamento.

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In che modo avviene il reclutamento? In una maniera che, a dire la verità, risulta un po’ ripetitivo a lungo andare. In pratica, nel momento in cui scegliamo di reclutare una persona, questa avrà dei segreti più o meno personali che ci rivelerà. Questi riguardano documenti da cancellare o rubare, persone da salvare, veicoli da distruggere e tanto altro ancora. Per convincere questa persona ad allearsi alla nostra organizzazione, saremo noi stessi a dover svolgere l’incarico e una volta comunicata la missione superata, il corrispettivo NPC si unirà a noi. Non si tratta altro che andare in palazzi o luoghi simil-accampamenti dove, sfruttando le nostre abilità di hacker, dovremo infiltrarci per svolgere la relativa missione. A lungo andare questa meccanica diviene ridondante e poco coinvolgente.

Durante la ricerca degli NPC, possono comparirne alcuni rari o utili alla nostra organizzazione come ad esempio i paramedici che aiutano a far recuperare le energie più velocemente agli elementi della squadra rimasti feriti o i poliziotti e avvocati che evitano arresti spiacevoli. Pensavamo che almeno con questi le missioni potessero variare o essere più coinvolgenti, invece in alcuni casi si sono rivelate ancora più semplici o monotone rispetto a persone a casa trovate in giro.

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Lo smartphone è il mezzo con cui tutto questo è possibile ed è utile anche per controllare ogni elemento della città dalle macchine ai droni e dalle telecamere alle barriere antiauto. Non solo ci permette di sbirciare tra le informazioni private di un personaggio, di dare un’occhiata superficiale ai suoi trascorsi lavorativi e alle sue inclinazioni personali, ma anche un modo per capire se può diventare una valida aggiunta per la nostra combriccola underground, e quali talenti potrebbe mettere al servizio della squadra. Infatti non tutti sono reclutabili inizialmente e serve una certa potenza del nostro team per poterli eventualmente convincerli. Sono, infatti, tutti potenzialmente reclutabili, ma serve del tempo e una buona organizzazione.

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Nonostante la sopracitata ripetitività di questa attività di reclutamento, rappresenta la meccanica più interessante di Watch Dogs: Legion e, a dire la verità, è una assoluta novità nel panorama degli open world. Ogni personaggio ha una sua caratteristica, a volte utili a volte solo divertenti. Non sempre una persona deve per forza essere necessaria al nostro team, può esserlo anche al nostro divertimento. Ed ecco che si passano le ore reclutando vecchiette o barboni dall’ottimo potere combattivo dopo una bella sbronza al pub.

Tante cose da fare, nessuna noia

Se è vero che questo aspetto porta ad una mancanza di un protagonista ben definito su cui basare il racconto, il grande potere del “gioca con chi vuoi” tende a ridurre il senso di monotonia e di staticismo che caratterizzava i precedenti capitoli. Inoltre ogni personaggio è doppiato e animato in maniera differente così da poter comparire senza problemi in ogni narrazione senza il pericolo di risultare fuori contesto o irrealistico. Tra l’altro molti alter ego sono fondamentali per la risoluzione di alcune missioni principali e secondarie, quindi diviene molto interessante andare alla ricerca di tali specifici personaggi in giro per Londra.

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Le missioni principali e secondarie, sebbene comprendano soprattutto azioni di infiltrazioni informatiche, scontri a fuoco o furti di dati sensibili, dato che possono essere approcciate con differenti personaggi e a loro volta con diverse caratteristiche principali, non ci hanno fatto in alcun modo sentire il peso della ripetitività. Il merito è da dare soprattutto al level design davvero ben strutturato che si adatta perfettamente alle variabili legate alla scelta dell’alter ego e alle relative caratteristiche. Se ad esempio uno è specializzato nell’uso dei droni da lavoro, la missione permette di poterlo utilizzare portando ad una verticalità mai vista prima nel brand. Un esperto di controllo informatico, invece, può prendere il controllo di droni o torrette militari scatenando il panico generale. Insomma, gli sviluppatori hanno dimostrato di aver trovato un buon equilibrio tra ridondanza e diversificazione delle missioni e del gameplay.

Ad aumentare ulteriormente la complessità del gameplay vi è un sistema di progressione e di gestione dei personaggi semplice, ma molto ricco. Non solo possiamo sbloccare ulteriori gadget, come droni, armi o abilità, raccogliendo punti tecnologia in giro per la mappa di gioco, ma possiamo anche migliorare le abilità di hackeraggio o banalmente cambiare lo stile dei nostri operatori con una moltitudine incredibile di negozi sparsi per Londra. Se con i primi possiamo migliorare il nostro approccio alle missioni con la possibilità di controllare droni, torrette o avere il potere dell’invisibilità temporanea e così via, con i secondi possiamo davvero sbizzarrirci nella scelta di un personale stile estetico.

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Oltre alle missioni principali, Londra è ricca di missioni secondarie e accessorie che spaziano da semplici minigiochi come partite di freccette o gare di palleggio, a vere e proprie missioni secondarie che sbloccano pezzi di storia importanti e a missioni di conquista in cui dovremo liberare quartieri cittadini dal dominio di Albion in cambio di uno speciale personaggio di alto rango. Non mancano anche assalti a basi nemiche, a liberazione di avamposti e a combattimenti clandestini, ma stiamo comunque parlando di casi isolati in un mare di contenuti diversificati.

I classici vecchi problemi tecnici

Dal punto di vista tecnico abbiamo degli alti e bassi come è facile immaginare da un titolo di tale mole contenutistica. Watch Dogs: Legion mette in mostra una Londra stupenda dove le strade, i marciapiedi, persino la segnaletica e la tavolozza dei colori sono perfetti nonostante una sfumatura leggermente futuristica. Londra infatti presenta uno stile cyberpunk dove però i colori non sono dati dai neon, bensì dagli ologrammi che prendono il posto delle statue e delle decorazioni cittadine. La metropoli è viva, incredibilmente viva ed è anche il problema più grosso perché questa vivacità pesa incredibilmente sul frame rate e sui caricamenti. Quest’ultimi sono lunghissimi, a volte inspiegabilmente, ed è capitato anche che più volte il gioco crashasse durante i nostri test per la versione PlayStation 4 PRO.

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Il frame rate non è stabile e il gioco soffre di parziali freeze e stuttering invasivi soprattutto nei momenti in cui sono presenti più elementi poligonali su schermo come nel caso della pioggia.Ebbene sì, Londra cambia spesso la sua estetica non solo per il cambio giorno e notte, ma anche per il clima. La capitale inglese si sa, è una città piovosa e questo è reso magnificamente da Watch Dogs: Legion che riesce a rendere perfettamente fedele e realistico ogni mutamento climatico. Peccato alcuni problemi di pop-in nelle fasi di tramonto e le ombre a bassa risoluzione nelle fasi di giorno.

Intelligenza artificiale inesistente e fisica imprecisa

Ciò, però, in cui pecca pesantemente il titolo è l’intelligenza artificiale e la fisica. La prima è pressoché inesistente sia per quanto riguarda i nemici che per le persone in giro per la città. I primi non hanno tattica né di attacco né di difesa, non ci seguono quando ci vedono e si disinteressano inspiegabilmente dopo pochi secondi. Sono più pericolosi i droni che i militari stessi. È capitato più volte che durante un ingresso stealth in un accampamento, una volta scoperti, non ci seguissero o sparassero a caso senza nemmeno capire dove fossimo. Non mancano nemmeno i bug dietro una porta o compenetrazioni nei cespugli che rendono le missioni di infiltrazione, anche le più complesse, davvero banali.

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Stesso discorso per i cittadini che, inspiegabilmente, si buttano per strada al nostro passaggio con la macchina o non capiscano dove andare quando siamo a piedi scontrandosi contro di noi quasi avessimo una calamita. Nel primo caso se vicino a noi vi è un’auto della polizia o un drone, non è sempre scontato che se ne accorgano e qualora lo facessero, scappare risulta veramente semplice. Questo è un aspetto che davvero, non siamo riusciti a comprendere: la polizia è praticamente inutile. Ha un potere di inseguimento nullo e un’intensità di ricerca da bradipo.

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La fisica, invece, è ballerina e a mostrare i problemi dell’ormai vecchio Disrupt Engine sono il sistema di guida un po’ impreciso, lo shooting troppo legato alla mira assistita non sempre convincente e soprattutto le espressioni facciali e le movenze di alcuni personaggi che risultano legnose e impacciate. Al contrario il comparto sonoro, i suoni sono sempre perfetti e le canzoni coinvolgenti e varie. Ben fatto anche il doppiaggio, nonostante a volte il tono di voce non sia consono alla situazione presente su schermo, ma per questa anteprima non abbiamo avuto modo di ascoltare il doppiaggio in italiano.

In conclusione

Watch Dogs: Legion è un titolo che stravolge solo in parte il brand di Ubisoft. Un concept finalmente brillante e funzionale sia concettualmente che nella realizzazione. Il level design è intelligente e funziona praticamente sempre, così come il comparto narrativo che non sente la mancanza di un protagonista effettivo. Le missioni di reclutamento a lungo andare potrebbero divenire monotone, ma questa ripetitività viene facilmente spezzata da un numero di attività talmente ampio da non annoiare mai. Peccato, davvero peccato, per il comparto tecnico che presenta ancora numerosi problemi e incertezze e ad una intelligenza artificiale non pervenuta. I passi avanti sono comunque notevoli e si spera che Ubisoft riesca a fare perno sui tanti pregi inseriti e ad abbandonare una volta per tutte i difetti tecnici divenuti ormai quasi abituali.

Pro

  • Storia e narrazione coinvolgente
  • Il profiling e l’ampliamento della Legione sono fatti benissimo
  • Londra è stupenda…

Contro

  • …ma ci sono ancora evidenti problemi tecnici
  • Caricamenti lunghissimi
  • IA inesistente

VOTO: 7.8/10

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Giovanni Arestia

Giovanni Arestia

Ingegnere informatico con la strana passione per la scrittura. Essa, unita alla passione per la tecnologia, mi ha portato ad essere qui. Chiamatemi pure Gioare, ormai anche i miei genitori mi conoscono così.

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