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Star Wars, un viaggio tra i videogiochi dedicati alla saga

Un viaggio tra i migliori ed i peggiori titoli di Star Wars! 

È purtroppo noto a tutti che la Forza non sia scorsa potente troppo spesso all’interno del mondo dei videogiochi. Rare infatti, sono state le circostanze in cui titoli su licenza Star Wars, storica saga fantasy creata da George Lucas, abbiano effettivamente soddisfatto le aspettative dei fan. Eppure, di spunti per la creazione di un’istanza ludica ce ne sarebbero in abbondanza, assecondando la voglia di tanti d’immergersi in prima persona all’interno della Galassia lontana lontana ed impersonare un coraggioso Jedi, un malvagio Sith o un qualunque soldato di fazione ribelle o imperiale che sia; prima e dopo che la proprietà intellettuale di Star Wars passasse nelle mani di Disney, l’universo espanso della saga, sia pure con i suoi alti e bassi, poteva e può donare alle software house delle ispirazioni narrative interessanti e di assoluto rilievo. Con queste doverose premesse, abbiamo deciso di proporvi in occasione dello Star Wars Day 2020 una piccola cronistoria di alcuni videogiochi ambientati nell’universo di Guerre Stellari, citandone i migliori e indicandone una manciata d’altri che ancora oggi risultano più insopportabili di Jar Jar Binks.

Gli inizi, dai tie-in a Jedi Knight

Il rapporto che lega i videogiochi alla saga ideata da George Lucas comincia sotto i migliori auspici negli ormai lontanissimi anni ’80: svariati tie-in dei tre film andavano a comporre la prima, storica trilogia. Tali titoli, per la maggior parte dei platform a scorrimento, risultavano un piacere da giocare e coronavano il sogno d’un’intera generazione di rivivere nel proprio piccolo le avventure di Luke Skywalker e compagni in forma interattiva. Furono tanti i giochi pubblicati che, complice il tripudio dei film al botteghino, riuscirono ad entrare in tantissime case, risultando in un grande successo commerciale durato un decennio. All’inizio degli anni ‘90, id Software strabiliava tutti i videogiocatori portando sul mercato l’indimenticabile Doom. La citazione non è casuale né meramente storica in quanto, visto l’enorme impatto che il titolo ebbe sul mondo dei videogiochi, LucasArts ben decise di pubblicare qualcosa di legato al brand di Star Wars che ne mutuasse la struttura FPS: Il titolo era Jedi Knight: Dark Forces, il quale attingendo a piene mani dal già citato universo espanso, ebbe il grande merito di introdurre nell’iconografia di Star Wars uno dei personaggi più amati dai gamer fan della saga: Kyle Katarn. l’opera ebbe un seguito, Dark Forces II, che dal punto di vista del gameplay fu tutto tranne che rivoluzionario; il gioco infatti, comunque godibile, fu utile soprattutto a riportare su schermo Katarn, il quale rafforzò il suo status d’icona del brand. Fino a questo periodo storico dunque, l’idillio tra Star Wars ed i videogiocatori sembrava essere indissolubile, ma anche alla migliore delle storie d’amore può essere scritta frettolosamente la parola “fine”.

Kyle Katarn

 

La nuova trilogia, il lato oscuro dei videogiochi

George Lucas decise che, all’alba del nuovo millennio, i tempi fossero maturi per la produzione una trilogia prequel che raccontasse la genesi del temibile Darth Vader; con l’uscita del primo di tali film, la Minaccia Fantasma, arrivò sul mercato anche il suo tie-in ufficiale, pubblicato nel lontano 1999 su PlayStation e PC. Il gioco, un action game con visuale isometrica piuttosto mediocre, ci permetteva d’impersonare essenzialmente quattro personaggi, ognuno con le sue caratteristiche peculiari: Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn, il Capitano Panaka e la regina Amidala. Nonostante l’estrema mediocrità del titolo, salvato solo dalla varietà di approccio che ogni personaggio regalava ai vari livelli, La Minaccia Fantasma ebbe un inspiegabile successo, dettato probabilmente dall’hype che i poveri fan di Star Wars avevano per questa “nuova” trilogia. Da lì si diede inizio ad una spasmodica saturazione del mercato con titoli dedicati al franchise, tra cui spiccano i pessimi racing game dedicati agli “sgusci”, giochi dimenticabili e da dimenticare per innumerevoli ragioni.

Star Wars La Minaccia Fantasma Screenshot

Knights of the Old Republic, una nuova speranza

Per fortuna a risollevare le sorti dell’universo videoludico di Star Wars ci pensarono gli altri due seguiti di Dark Forces, chiamati Jedi Academy e Jedi Outcast, due ottimi prodotti che posero fine all’epopea di Kyle Katarn, e soprattutto BioWare, che sviluppò quella che ad oggi, probabilmente, è la miglior istanza videoludica dedicata all’immaginario di George Lucas: Star Wars: Knights of the Old Republic. KOTOR è un’espressione purissima delle idee di BioWare, un gioco di ruolo con una trama splendida, un gameplay lento ma allo stesso tempo appagante e ragionato, e delle scelte narrative che permetteranno al nostro protagonista, liberamente personalizzabile nel sesso e nell’aspetto, di prendere una delle due vie della Forza; starà infatti al giocatore, tramite un ottimo sistema di bivi, scegliere se intraprendere una feroce lotta contro i Sith, impersonati in questo titolo da alcuni memorabili personaggi quali Darth Revan, Darth Malak, e Darth Bandon, o se unirsi a loro, lasciandosi dunque sedurre dall’affascinante lato oscuro della Forza. Tale scelta avrà un notevole impatto anche sul gameplay del gioco, dato che le molte abilità sbloccabili durante il corso di questa magnifica avventura saranno basate proprio sui poteri di Jedi e Sith; per intenderci, se sceglierete di aderire ai principi dell’Ordine dei Jedi ad esempio, il vostro personaggio non potrà ovviamente lanciare fulmini dalle mani in combattimento. Knights of the Old Republic fu accolto da critica e pubblico in maniera splendida, come è giusto che sia, e viene ancora oggi considerato dagli stessi come il miglior gioco dedicato all’universo di Star Wars. Forte del successo ricevuto ma bisognosa di una nuova uscita in tempi brevi, LucasArts decise di affidare il seguito di questa magnificenza ad Obsidian, altra software house esperta nella creazione di giochi di ruolo tornata recentemente alla ribalta con l’ottimo The Outer Worlds; circa due anni dopo il primo KOTOR dunque, arrivò sul mercato Knights of the Old Republic II: The Sith Lords. Per fortuna il titolo tenne fede al suo predecessore, migliorando ed approfondendo molte delle meccaniche presenti in esso, anche se piegato da numerosi bug dovuti agli strettissimi tempi di sviluppo; ciononostante, anche in questo caso siamo davanti ad un titolo memorabile, con una componente narrativa e ruolistica sontuosa, che per chi vi scrive va messo appena un gradino sotto rispetto al suo predecessore.

Star Wars KOTOR artwork

Tra i tie-in e gli spin-off spunta Battlefront

Mentre i due splendidi GDR raccoglievano consensi su consensi, su PlayStation la licenza di Star Wars veniva utilizzata nei peggior modi possibili. Il tie-in de La Vendetta dei Sith, per quanto godibile, risultò essere un titolo mediocre in ogni suo aspetto, così come il tanto atteso Star Wars: Bounty Hunter, gioco che ci metteva nei panni del cacciatore di taglie Jango Fett, personaggio introdotto ne L’Attacco dei Cloni e “padre” dell’amatissimo Boba. Il quadro che si andava delineando era ormai chiarissimo: tutti, o quasi, i titoli che prendevano spunto dall’universo espanso erano videogiochi con la v maiuscola, mentre tutti quelli ispirati alla “nuova” trilogia e nati da essa risultavano essere, in molti casi, poco più che un esercizio di stile utile a vendere qualche copia tra i fan più casual e con meno pretese. Per fortuna, a salvare ancora una volta il franchise di Star Wars arrivò Activision che, abbandonando le dinamiche hack’n slash e ruolistiche dei precedenti titoli, decise di sviluppare e pubblicare Star Wars Battlefront e Battlefront II. I due giochi, degli FPS classici in cui si potevano vestire i panni sia dei soldati ribelli che degli Stormtrooper, furono una vera e propria rivoluzione; il gunplay piuttosto fedele ai canoni filmici di Star Wars, le battaglie varie e molto divertenti, ed ultima ma non meno importante, la possibilità di giocare in multiplayer online fecero amare i due Battlefront da tutto il pubblico generalista e non, che poteva finalmente simulare sulla propria console o sul proprio PC delle vere e proprie Guerre Stellari.

Battlefront Screenshot

Starkiller, gioia e dolore

Terminata l’epoca PlayStation 2 ed affievolitosi il rinnovato interesse per una trilogia cinematografica, la presenza di prodotti legati a Star Wars sul mercato subì un lento ed inevitabile affievolimento; oltre alla presenza di tie-in appartenenti alla serie LEGO, parodie scanzonate e divertenti dei sei film, le uniche manifestazioni della Forza dell’epoca PlayStation 3 furono i due “Il Potere della Forza”. All’interno di questi titoli, ambientati nell’intervallo temporale intercorrente tra episodio III e IV prendevamo il controllo di Starkiller, un giovane allievo di Darth Vader addestrato per distruggere i pochi Jedi rimasti ancora in circolazione dopo l’esecuzione dell’Ordine 66. Se il primo capitolo di questa mini saga risultava molto godibile, date le sue dinamiche action e la sua ottima componente narrativa, lo stesso non si poteva dire del suo seguito; ne il Potere della Forza 2 infatti i giocatori assistettero ad un consistente calo qualitativo sia del gameplay, che risultava eccessivamente scriptato e confusionario, sia nel comparto narrativo, che altro non fu se non un tentativo malriuscito di spremere un brand ed un personaggio divenuto comunque iconico all’interno dell’universo espanso, nonostante le critiche derivanti dai suoi immensi poteri.

Star Wars il Potere della Forza screenshot

L’arrivo di EA 

Con l’avvento della corrente generazione di console, sulla Forza iniziò ad aleggiare l’ombra congiunta di Disney ed Electronic Arts. La software house californiana infatti acquistò tutti i diritti per utilizzare il brand di Star Wars all’interno di produzioni videoludiche. Da questa operazione commerciale nacque dunque Star Wars: Battlefront, reboot della saga FPS targata Activision ad opera di DICE, che grazie ad un’ottima realizzazione tecnica, a delle mappe ben studiate, ad un gunplay frenetico e caotico e a delle modalità di gioco piuttosto varie riuscì a riportare un po’ di speranza nel cuore dei tanti fan del brand. Forte di questo successo EA pensò bene di pubblicare il controverso Battlefront II, narrativamente utile, almeno per chi vi scrive, solo a fare da collante in maniera piuttosto raffazzonata tra Episodio VI ed episodio VII, primo volume della trilogia sequel lanciato lo stesso anno del primo reboot videoludico; il gioco infatti, introduceva il personaggio di Iden Versio – ex generale dell’Impero passata poi tra le fila della Ribellione – nella tanto richiesta modalità single-player, pacchetto assente nel primo Battlefront. Il personaggio risulta sicuramente ben scritto, ed è una delle poche se non l’unica nota lieta della succitata compagna in singolo. La produzione fu inizialmente boicottata dal pubblico a causa di una massiccia ed invadente presenza di microtransazioni che donavano sostanziosi vantaggi ai tanti giocatori pronti a svuotare le proprie carte di credito. A dirla tutta il gameplay di Battlefront II risultava molto gradevole, ma non abbastanza per soprassedere sulle invadenti tattiche predatorie delle loot-boxes, le quali finirono per sfociare in un backlash che riuscì ad affossare il titolo e quanto di buono vi fosse al suo interno; l’eperienza di DICE ed il dietrofront di EA sulle succitate politiche furono necessari per costruire la rinascita di un titolo che oggi, a tre anni di distanza dal lancio, è sicuramente un’esperienza di ottimo livello che è stata capace di riconquistare in toto la fiducia degli scontenti.

Tra cancellazioni e rinvii, arriva Jedi Fallen Order

Star Wars Jedi Fallen Order

Tornando all’epoca della release, la Forza sembrava aver abbandonato definitivamente la via del videogioco dopo la cancellazione di progetti promettentissimi come Star Wars 1313, un’avventura nei panni di un giovane Boba Fett nei bassifondi di Coruscant ed il progetto Ragtag, un Uncharted-like capitolato assieme al suo sviluppatore, la compianta Visceral Games; poi, all’improvviso, ecco una nuova speranza. EA decise infatti di affidare a Respawn Entertainment la creazione di un action adventure ambientato subito dopo l’Ordine 66 che avrebbe fatto parte del nuovo universo canonico ridisegnato tempo addietro da Disney – con la cancellazione dell’universo espanso e di gran parte delle sue storie dal canone ufficiale. Jedi Fallen Order, questo il titolo del gioco arrivato lo scorso anno sugli scaffali, ha riacceso definitivamente la scintilla dei tanti amanti di Star Wars con la passione per i videogames. La notevole avventura in single-player narra le vicende di Cal Kestis, giovane padawan in fuga dall’impero che si ritrova di fronte alla possibilità di ristabilire il caduto ordine dei Jedi. Con una narrativa epica e d’effetto, un gameplay mutuato nelle basi dal solido Sekiro: Shadows Die Twice ed i poteri della forza come migliori frecce al proprio arco, la produzione si è rivelata un best-seller della scorsa stagione videoludica ed un successo di critica quasi unanime. Rumors sempre più insistenti vogliono Respawn già al lavoro su di un seguito e, probabilmente, questo è uno degli Star Wars Day in cui i videogiocatori del brand possono guardare al futuro con maggior ottimismo. L’epopea di Guerre Stellari non si ferma ed è anzi più attiva che mai in questo periodo, tra serie TV e promettenti progetti del prossimo futuro come l’ex Project Luminous, Star Wars: High Republic. Che vi sia all’orizzonte un nuovo periodo d’oro anche per le produzioni del brand in salsa videoludica? Forse è troppo presto per dirlo, ma noi ci speriamo tantissimo… e Voi? Fateci sapere cosa ne pensate con un bel commento e quali sono i vostri videogiochi preferiti a tema Star Wars!

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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